di MOWA
Tutti aspettano con impazienza il 20 agosto per vedere cosa succederà sul versante governativo, qualcuno azzarda anche delle ipotesi, ma nessuno, proprio nessuno, si sofferma sulla gravità con cui i pentastellati (non perdendo colpo mediatico per lanciare il nefasto messaggio) insistono nel chiedere l’incostituzionale riduzione della rappresentanza parlamentare.
Infatti, il Senato ha votato, in seconda lettura, la riduzione dei parlamentari (della Camera e del Senato) voluta dalla maggioranza giallo-verde ed in particolare dal M5Stelle con la scusa della casta e di una riduzione dei costi. Come se i costi influissero sull’efficienza e il funzionamento della democrazia, invece di dire che, tutto ciò, dipende dai regolamenti di funzionamento delle Camere; e, magari dover spiegare agli italiani che l’effettiva possibilità di esercitare in autonomia la funzione legislativa rappresentando gli elettori, dal “porcellum” sino ad oggi, è stata confiscata dal Governo e che, in questo modo, non il popolo ma i capi partito decidono chi verrà eletto, rendendo il Parlamento di questo Paese ancora meno rappresentativo.
Giornalisti, social e così via compongono fiumi di parole che parlano delle fregnaccie e finte liti dei componenti del Governo ma non si soffermano ad analizzare il grave danno alla Costituzione ed alla democrazia di questo Paese se tale sciagurata prospettiva andasse avanti.
Se dovesse diventare esecutiva una cosa del genere sarebbe un brutto scherzo fatto alla ragionevolezza ed al buon senso, oltrechè la mortificazione dei padri costituenti e, soprattutto, darebbe voce a cattivi presagi di instabilità democratica perché potrebbero farsi strada, anche, ipotesi di presidenzialismo mai abbandonato dalle forze reazionarie.
Sarebbe oltremodo ridicolo se la riduzione dei parlamentari venisse realizzata proprio da coloro che sono stati definiti, dalla sentenza della Corte Costituzionale, arbitrari ed illegittimi e che avrebbero dovuto, quanto prima, ripristinare elezioni con un altro sistema. Sarebbe come dire che al ladro è data la possibilità di sedere, anche, dalla parte del giudice e che, quindi, deve sentenziare su sé stesso.
Oltraggioso chiedere agli italiani di pronunciarsi nel merito da parte di chi non ha le carte in regola. Ecco, perché gli italiani dovrebbero chiedere conto della grave scorrettezza istituzionale a questa compagine politica che non ha titolo di fare leggi se non quella che aveva chiesto la suddetta Corte e cioè un diverso sistema con la restituzione ai cittadini del potere di scegliere i propri rappresentanti, mediante la cancellazione della priorità assegnata alla figura dei capi-lista nei vari collegi e della facoltà loro concessa di candidature plurime (fino a 10), che consente alle segreterie di partito il potere di nominare gran parte dei deputati.
Ecco il motivo per cui la data del 20 agosto sarà solo un fuscello rispetto alla trave che sta per insinuarsi negli occhi degli italiani. Cambierà tutto e, purtroppo, in peggio se non inizieremo a dare voce al dissenso della parte sana del Paese.