tema della trasmissione di
Attenti a quei due
alla Web Radio Iride
Dal boom economico al botto economico
di sabato 31 agosto 2019
dalle ore 10 alle ore12
Molti parlano del boom economico che l’Italia ha vissuto tra, il 1959 e durante gli anni sessanta.
Oggi con molto rammarico, quei tempi non li potremmo più rivivere. Nel tempo odierno, invece, siamo costretti a vivere l‘era dell‘incertezza. Certo è, finita la seconda guerra mondiale, la Nazione Italia, fu governata da persone e soggetti consapevoli del loro compito. Portare l‘Italia fuori dalla melma, venutasi a creare a seguito di una dittatura scellerata sotto tutti i punti di vista. I governanti del tempo dovettero in certi momenti calare la testa, consci di questo, mai abbandonarono il popolo italiano. Il piano Marshall fu, per certi aspetti il famoso calare le “braghe“, condizione per certi versi obbligata. A De Gasperi, per poter andare in America a siglare gli accordi di aiuto economici, necessari per il Paese, alcuni parlamentari del tempo fecero una colletta per acquistargli un nuovo cappotto. Solo questo fatto, ci potrebbe far riflettere in che condizioni operavano i nostri i Padri Costituenti di quel periodo, nulla a che vedere con i politici di ora. Se ieri, non molto tempo fa, avevamo una classe dirigente consapevole dei loro doveri verso un popolo al limite della sopravvivenza. Oggi abbiamo dei politici che prima pensano alla loro poltrona poi, se rimane del tempo penseranno ai problemi della gente che annaspa giorno dopo giorno. Tra il 1959 e gli anni sessanta, a seguito di una serie di fattori, l‘Italia ebbe la fortuna di vivere un boom economico che rivoluzionò lo stile di vita di milioni di italiani C‘è da dire che, il popolo del tempo mai perse la fiducia del domani. L’operosità era un elemento vitale, anche i politici del tempo avevano un senso dello Stato molto sviluppato. Con tutte le contraddizioni che ci potevano essere, mai e poi mai, si sarebbero sognati di svendere I cittadini per una semplice poltrona o per dei sogni di gloria, frutto di sondaggi a volta pilotati. L‘arrivismo personale non era contemplato. L’interesse generale era un capo saldo ben radicato nel pensiero politico. Grazie a quel boom economico, molti nostri concittadini poterono acquistarsi la casa, l’auto, il televisore, il frigorifero e tanti altri beni che sino a quel momento erano dei miraggi. Le fabbriche assumevano, i consumi erano in costante aumento. Alcuni lavoratori più intraprendenti iniziarono ad essere piccoli imprenditori che poi, grazie alle vari congiunture positive divennero medi industriali. Fu creata una spina dorsale economica che per molti decenni, nonostante le varie crisi, sono riusciti a combattere eroicamente il modello neoliberista criminale messo in atto scientificamente. Prima con la strategia della tensione, “1969 strage di Piazza Fontana“, seguita poi dai vari tentativi di colpo di stato. Col terrorismo, rosso e nero cercarono di sfaldare il tessuto economico ma, i politici del tempo, molti di essi vecchia classe dirigente, in uno sforzo comune misero gli anticorpi necessari per sconfiggere il disastro venutosi a creare. Alcuni di loro perirono perché leali e fedeli ai loro ideali. L’elenco sarebbe lungo. Oggi, molti dei politici in auge, non conoscendo la storia del loro Paese non sanno e non ricordano. Se ieri c‘è stato il boom economico, oggi viviamo il botto economico, molte aziende sono allo stremo, così come milioni di cittadini incapaci di curarsi, di mettere il pranzo con la cena. Quanti piccoli e medi imprenditori si sono suicidati, quanti lavoratori hanno preferito mettere fine alla propria vita pur di non soffrire più. Quanta dignità è stata calpestata eppure, in questi giorni avulsi, nessun politico ha fatto un cenno a queste disgrazie quotidiane. L‘unica parola d‘ordine è rimanere incollati alla poltrona, cambiando idea in continuazione. Se un tempo c’erano personaggi del calibro di Enrico Mattei nel modo dell‘industria, oggi abbiamo dei prenditori disposti a leccare il fondoschiena del politico di turno. Se un tempo c‘erano sindaci come Giorgio La Pira, un esempio per tutti, perché, di sindaci come Lui ce ne erano molti di vario colore, oggi abbiamo sindaci che con tutta una serie di scemenze sono solo capaci di ordinare divieti. La sicurezza dei cittadini non è un elemento positivo ma, in molti casi solo una questione affaristica. Questo vale per tutti i settori economici del nostro Paese. Se un tempo per costruire un’autostrada come quella “ Del Sole“ lo Stato impiegò tre anni circa di lavoro, oggi per costruire un chilometro di strada ci vogliono più di tre anni. Affari, tangenti, corruzione ad ogni livello sono una costante, così come emanare leggi inutili e dispersive che servono solo per aumentare una burocrazia opprimente e inconcludente, la quale aumenta il fenomeno corruttivo. Anche un tempo c’era la corruzione ma più delle volte era contenuta, con questo non voglio assolvere il sistema di allora. La differenza era che le opere pubbliche venivano fatte in tempi ragionevoli e i costi non lievitavano a dismisura come oggi. Oggi nell’era della spartizione, nessuno parla delle crisi aziendali in essere, questi politici dediti alla poltrona perpetua, non parlano dei posti di lavoro in bilico. Al Ministero del lavoro ci sono centinaia di tavoli aperti, dove migliaia di operai rischiano di restare a casa senza alcuna protezione sociale. La Pira, sindaco di Firenze, chiamò Mattei presidente dell’IRI per risolvere la crisi del Pignone. Per quella sua azione si scontrò con Don Sturzo, fondatore del Partito Popolare. Don Sturzo lo accusò di comunismo bianco spurio. La Pira rispose che di fronte alla povetià Lui aveva il diritto d‘intervenire per lenire le sofferenze dei suoi cittadini. Uomini politici di questo spessore noi c‘è li possiamo scordare. Però, Cari Cittadini, Amici, Compagni e Uomini di Buona Volontà, nulla è perduto. Noi, anche se diversi, tra idee e storia, abbiamo l‘obbligo di difendere la Nostra Costituzione per poter riavere la libertà perduta. Viva la Costituzione, Viva l‘Italia, Viva l‘Italia Costituita. Mauro Biolcati |