di MOWA
«Il comunismo è la trasformazione secondo giustizia della società.» [Enrico Berlinguer, Tribuna politica, 7 febbraio 1980]
Un’orda di ignoranti pervade le strade di quest’Europa e pretende di imporre stupidità nelle pagine della Storia. Così si può solo definire quello che sta avanzando per mano di alcuni sciocchi giullari che avranno letto si è no qualche articolo di giornale ma pochi libri di storia per aver presentato in data 17.9.2019, la “MOTION FOR A RESOLUTION”, (testuale dal sito europeo) “to wind up the debate on the statements by the Council and the Commission pursuant to Rule 132(2) of the Rules of Procedure on the importance of European remembrance for the future of Europe “ (conclusione del dibattito sulle dichiarazioni del Consiglio e della Commissione ai sensi dell’articolo 132(2) del Regolamento di procedura sull’importanza della memoria europea per il futuro dell’Europa) che si riporta qui in originale.
Cosa dice in buona sostanza quel documento: equiparazione tra nazismo e comunismo.
Si vuole, ancora una volta lasciare traccia sui documenti, della distorsione storica per uso e consumo di chi non vuole ammettere che il tatticismo sovietico ha saputo frenare, temporaneamente, l’avanzata nazista e che alla fine ha prevalso sulle strategie militar-politiche di chi aveva in mente di occupare quell’area geografica ricca di risorse che facevano gola al grande capitale che aveva finanziato e sostenuto quel regime.
Come si permettono costoro di fare una tale (voluta?) confusione tra un regime sì tirannico e crudele come quello nazista con quello sovietico? Non si sono accorti lor signori che il comunismo staliniano era ben altra cosa da quello kruscioviano e seguenti dove, questi ultimi, erano il frutto dello zampino occidentale tanto che dai documenti ufficali procurati dallo storico, docente statunitense alla Montclair State University del New Jersey, Grover Furr, si scopre che persino dal famoso “Rapporto Segreto” del segretario del Pcus, Nikita Krusciov, che attribuiva una serie di crimini a Stalin, in realtà risultava che
«…non una delle specifiche affermazioni di “rivelazione” che Krusciov fece su Stalin o su Beria è risultata essere vera. Tra quelle che possono essere verificate, ognuna risulta essere falsa. Si scopre che Krusciov non “mentì” soltanto su Stalin e Beria – egli praticamente non ha fatto altro che mentire. L’intero “Rapporto Segreto” è costruito da falsificazioni. Questo è il “grande documento” per il quale Taubman ha lodato Krusciov! (si potrebbe scrivere un articolo a parte, anche se molto più breve, per esporre le falsità dell’editoriale di Taubman sul New York Times che celebrava il vile discorso di Krusciov».
Dieci anni di studio negli archivi dell’ex KGB sovietico del professore che lo hanno portato a dire come riportato nel post di Domenico Marino, intotolato Krusciov mentì…:
“Sarei stato molto contento – scrive Furr – se la mia ricerca fosse giunta alla conclusione che solo il 25% delle rivelazioni di Krusciov su Stalin e Beria era falso. Tuttavia, dato che tutte quelle rivelazioni possono essere controllate sono, di fatto, delle falsità, l’onere della prova ricade più pesantemente su di me come studioso di quanto accadrebbe normalmente.”
Aggiunge Marino nel suo breve e illuminante post:
“Stalin è stato senza ombra di dubbio uno dei personaggi “fondamentali” della storia più ingiustamente esecrati, calunniati, infamati e caricaturati; naturalmente tutto ad uso e consumo della propaganda capitalista – che aveva bisogno di un “demone” comunista da dare in pasto alla massa per controbilanciare il nazismo: espressione diretta del capitalismo – e conseguentemente a discapito della storia e della verità. Sono molti gli sprovveduti che parlano male di Stalin senza averne cognizione di causa solo perché “glielo hanno detto”, “glielo hanno narrato”: Stalin era un dittatore, Stalin era sanguinario come Hitler, il comunismo è un totalitarismo, i Gulag erano lager, e via discorrendo in frasi fatte che non nascondono niente di vero se non una malcelata ignoranza appunto, su Stalin, su Beria, sui Soviet e sull’URSS in generale. Il documento su cui si basa soprattutto la “monumentale” opera di detrazione nei confronti di “baffone” è il cosiddetto “rapporto segreto” presentato al XX congresso del PCUS (1956) a opera di Kusciov, il piccolo ebreo. Che montò quella gigantesca macchina di fango per nascondere i “suoi” crimini come dirigente e il complotto destro-troskysta tramato contro la Rivoluzione. Da oggi in poi bisognerà fare i conti con la verità e come diceva Lenin: LA VERITA’ è SEMPRE RIVOLUZIONARIA!” [*]
In altro post, di Paola Baiocchi e Andrea Montella (che si consiglia di esaminare), si evidenzia come la mistificazione e la propaganda occidentale sia stata (ed è) pervasiva e capziosa. Infatti, si sottolinea che:
“Per verificare che i numeri delle vittime delle “purghe” sono assolutamente impossibili, basta consultare la stessa wikipedia, nota per le sue posizioni anticomuniste, alla voce Demografia della Russia 4 : l’Unione Sovietica nel 1917 contava 184,6 milioni di abitanti. Subito dopo la presa del potere dei bolscevichi l’Urss subisce l’attacco di 16 armate straniere (compresa quella italiana) che ha determinato la cosiddetta guerra civile, è stata soggetta a un embargo economico internazionale che ha prodotto un’enorme carestia e l’impossibilità di curare epidemie come il tifo, che hanno comportato una riduzione della popolazione a 147 milioni (dati 1926).
Nello stesso periodo c’è la lenta e progressiva ascesa al potere di Stalin e la popolazione nel 1939 (nella famosa epoca delle “purghe”) raggiunge i 170 milioni; nel 1941 – sempre sotto il “terrore staliniano” – si arriva a 191 milioni di sovietici. La seconda guerra mondiale, voluta dai capitalisti, uccide 26 milioni di sovietici, riducendo la popolazione a 165 milioni; nel 1950, mentre è ancora vivo Stalin, l’Urss conta 181 milioni di abitanti.”
Perché allora scrivere in quel documento alle lettere E ed F vistose inesattezze antistoriche tali che dimostrano impreparazione e sono sostenute da forze politiche reazionarie (leggi sovranisti) che vorrebbero appesantire il giudizio su chi si è contrapposto a chi, invece, ha alimentato la nascista di “criminali” che, ancor oggi, si stanno riorganizzando in quest’Europa:
E. considerando che, sebbene i crimini del regime nazista siano stati valutati e puniti con i processi di Norimberga, è ancora urgente sensibilizzare l’opinione pubblica, effettuare valutazioni morali e condurre indagini legali sui crimini dello stalinismo e di altri dittature;
F. considerando che in alcuni Stati membri le ideologie comuniste e naziste sono vietate dalla legge;
Ma se un processo di pace si è conservato per tanti anni nel nostro Continente è perchè esisteva una contrapposizione forte e consapevole a chi in Occidente aveva tratto profitti dalle guerre e nuovi fronti da alimentare negli anni successivi. Cosa si dovrebbe dire, invece, dell’estendersi della struttura militare NATO nel mondo (ricordiamolo, sorta – così raccontavano i sostenitori – in contrasto al blocco comunista) e che avrebbe dovuto autosmantellarsi con la caduta dell’URSS?
Ci piacerebbe sapere da quegli estensori del documento europeo:
le comuniste Brigate Garibaldi dei partigiani (costituitesi dopo il 1945 nell’ANPI) come verrebbero classificate se dovesse formalizzarsi quel documento europeo sapendo che hanno liberato l’Italia dal nazi-fascismo e che non volevano, assolutamente, un’altra dittatura, anzi hanno dato vita alla Costituzione sociale più avanzata al mondo? Comunisti che hanno voluto i paesi europei senza fontiere.
Gli estensori di quel documento europeo devono sapere che buona fetta di quelle Brigate erano composte da stalinisti. E, quindi, come la mettiamo?
Sarebbe da rispondere ai proponenti del documento europeo come Enrico Berlinguer ai giornalisti che gli chiedevano se i comunisti del P.C.I. fossero ancora leninisti:
Vale la lezione del Lenin che ha spezzato il dominio e l’unità mondiale del sistema capitalistico, imperialistico e colonialistico, del Lenin combattente in ogni angolo d’Europa per la pace e contro la guerra, del Lenin che ha scoperto la decisività dell’alleanza del proletariato industriale con i contadini poveri, e che, ancora pochi mesi prima dell’ottobre 1917, <<in quella situazione infiammata, non eludeva la possibilità di uno sviluppo pacifico della rivoluzione socialista e il permanere di una pluralità di partiti>> (sono parole di Togliatti nel 1956); del Lenin che concepiva il socialismo come la società che doveva realizzare la compiuta pienezza della democrazia.”
Adesso chiediamo a questi revisionisti cosa intendono fare dell’Europa e se la vogliono mantenere in pace e in democrazia visto che vorrebbero mettere al bando coloro che hanno mantenuto la stabilità sociale dal 1945 ad oggi.