DI ANDREA CINQUEGRANI E LUCIANO SCATENI
Domenica 22 settembre. Dal suo balcone Papa Francesco ricorda a tutti come la ricchezza sia niente altro che “sterco del diavolo”. E rammenta che le battaglie per l’eguaglianza sociale non sono solo appannaggio del comunismo, ma anche del Vangelo.
Tre giorni prima il Parlamento europeo ha “sentenziato” (sic) che tra nazismo e comunismo non c’è alcuna differenza: uguali nei crimini e nelle ideologie.
Due visioni, quella pontificia e quella dei palazzi Ue, che fanno letteralmente a cazzotti. Mostrano ancora una volta l’abisso che divide il mondo in lotta fino allo spasimo per gli ultimi contro coloro i quali difendono a denti stretti i bastioni della ricchezza, cementata proprio su quello “sterco”, sul sangue delle vittime innocenti.
UNA MOZIONE FUORI DAL MONDO
Ma andiamo a Strasburgo, che il 19 settembre ha partorito un mostro che più orrendo non si può. Nazisti e comunisti perfettamente uguali, nei crimini e nella storia.
L’aberrazione politica, ideologica, morale viene partorita dalle illuminate menti del Parlamento europeo, che una volta di più dimostra con palese chiarezza una totale ignoranza sotto tutti i profili. E non si vergogna di sbandierare come un vessillo una tale baggianata.
Una mozione articolata e complessa (che a seguire analizziamo più in dettaglio) secondo la quale – alla resa dei conti – non c’è alcuna differenza tra comunismo e nazismo, tra Lenin e Hitler.
Lo stesso, identico bestiario mandato in ondo dalle truppe targate Silvio Berlusconi, Giorgia Meloni e Matteo Salvini in un indecente coro che da anni ammorba come una penosa – ma pericolosa, oggi si vede – litania. Secondo la quale tutti sono uguali: vittime e carnefici, i killer e le loro prede, assassini e innocenti.
Una vergogna che più grande non si può.
La cosa più grave – va subito notato – è che il Pd ha votato praticamente compatto. Uniti e allineati, i compagni, nella negazione della verità, della storia, calpestate e oltraggiate con questo voto. Solo un paio di defezioni: per il resto hanno espresso lo stesso pensiero di conservatori, populisti, sovranisti e feccia europea continuando.
SINISTRE PEZZE A COLORI
Piazza subito una pezza a colori il fresco presidente del parlamento europeo, il Pd David Sassoli: “Non dimentichiamo i Gulag”. Da 113.
Rincara la dose Giuliano Pisapia, ora a godersi le ‘palanche’ da migliaia di euro mese a Strasburgo: “siamo consapevoli dei limiti del testo. Frasi sbagliate, ma non si poteva votare contro una giornata per le vittime dei regimi totalitari”. Cosa cavolo vuol dire? Ha letto, da bimbo, una paginetta di storia, l’ex sindaco di Milano?
Gongola, dal canto suo, il cuor di fascista, ex colonnello finiano e oggi tra le fila di Fratelli d’Italia, Ignazio La Russa: “Stavolta va un plauso al Pd. Perché finalmente mette sullo stesso pianto due tragedie diverse ma simili, nazismo e comunismo”.
I 5 Stelle si sono astenuti. Ma il giudizio espresso da uno statista internazionale – e non a caso l’Uomo nuovo alla Farnesina – della caratura di Luigi Di Maio ha sempre sostenuto: “Destra e sinistra non ci sono più. Tra comunismo e fascismo non ci sono differenze”. Un profeta.
Sulla stessa lunghezza d’onda Matteo Renzi, che confessa di aver sempre detestato “Bandiera rossa”.
Tra i pochi, almeno a livello mediatico, nel contrastare monnezze di questo genere, si è segnalato Domenico De Masi: “Tra destra e sinistra resta una gigantesca differenza. Sotto il profilo culturale prima ancora che politico. E non va mai dimenticata”.
Per gli odierni barbari, invece, va fatta di tutta erba un fascio.
Solo qualche breve considerazione.
Come è lontanamente possibile paragonare l’ideologia assassina, razzista, xenofoba, predatoria, gassificatoria e via ammazzando, dei nazi a quella comunista che parla di egualitarismo, giustizia sociale, pari dignità per tutti gli esseri umani?
Semplicemente folle. A nulla servono gli ‘esempi’ che la destra accampa: i gulag degli stalinisti, i massacri cambogiani, le galere maoiste.
Quello fino ad oggi messo in campo non è mai stato il comunismo scritto da Marx e mai messo in pratica da Lenin. Deve ancora venire, dovrà ancora venire. Ma le utopie, le idee restano scolpite per sempre, come un faro ineludibile, che non può mai spegnersi.
Nonostante tutte le caciare, le invettive, gli insulti della destra che della violenza fa la sua identità, del razzismo il suo pane quotidiano.
Un abisso, quindi, tra due territori lontani mille miglia. E chi li confonde è un totale ignorante, a completo di digiuno delle minime conoscenze storiche.
LE FRASI DELLA VERGOGNA
Passiamo al testo della vergogna partorito, appunto, a Strasburgo.
Il titolo è “Risoluzione del Parlamento europeo del 19 settembre sull’importanza della memoria europea per il futuro dell’Europa”. Niente di più falso.
La risoluzione si richiama a una caterva di dichiarazioni, mozioni, risoluzioni, conclusioni e via blaterando. Il riferimento più recente è alle dichiarazioni rilasciate dal “primo vicepresidente Timmermans e dalla Commissaria Jourova il 22 agosto 2019, alla vigilia della Giornata europea di commemorazione di tutti i regimi totalitari e autoritari”.
Partiamo dal falso storico. Si “ricorda – viene testualmente scritto – che la Seconda guerra mondiale è iniziata come conseguenza immediata del famigerato trattato di non aggressione nazi-sovietico del 23 agosto 1939, noto anche come patto Molotov-Ribentropp, e dei suoi protocolli segreti, in base ai quali due regimi totalitari, che avevano in comune l’obiettivo di conquistare il mondo, hanno diviso l’Europa in due zone d’influenza”.
Ridurre le cause del secondo, tragico conflitto mondiale al patto Molotov-Ribentropp è tragicamente riduttivo, un errore che per gli alunni delle medie verrebbe segnato con matita blu. Tutto nasce ben prima, con ben altri percorsi, su cui ora è inutile addentrarsi.
Da uno strafalcione all’altro il passo è breve. Si “ricorda – prosegue la risoluzione – che i regimi nazisti e comunisti hanno commesso omicidi di massa, genocidi e deportazioni, causando, nel corso del XX secolo, perdite di vite umane e di libertà di una portata inaudita nella storia dell’umanità; condanna con la massima fermezza gli atti di aggressione, i crimini contro l’umanità e le massicce violazioni dei diritti umani perpetrate dal regime nazista, da quello comunista e da altri regimi totalitari”.
E facendo di tutt’erba un fascio, di tutte le storie un minestrone del tutto campato per aria, ed estremamente pericoloso per tutte le generazioni future invitare a bere tale orripilante mix, vengono pomposamente proclamate due date.
Tutti gli stati membri della Ue, infatti, vengono invitati a celebrare il 23 agosto come “la Giornata europea di commemorazione delle vittime dei regimi totalitari sia a livello nazionale che della Ue e a sensibilizzare le generazioni più giovani su questi temi, inserendo la storia e l’analisi delle conseguenze dei regimi totalitari nei programmi didattici e nei libri di testo di tutte le scuole dell’Unione”.
Un’aberrazione: disinformazione e distorsione storica a vele spiegate nei testi e nei programmi scolastici!
L’altra data sarà quella del 25 maggio che viene proclamata “giornata internazionale degli eroi della lotta contro il totalitarismo”.
A quando la Giornata della Memoria calpestata? Della Storia oltraggiata?
ANDREA CINQUEGRANI
Assurdo parallelismo imposto dalla destra ai dem
Antonio Gramsci, potesse leggere il testo della risoluzione che destra e sinistra hanno votato al Parlamento europeo, risusciterebbe per maledire i deputati dem che hanno espresso il loro sì. Il deplorevole evento indurrebbe un ipotetico Marx del terzo millennio, a scrivere un saggio su questo scandalo politico e lo intitolerebbe “il comunismo sfregiato”.
Il testo ha un titolo: “Risoluzione sull’importanza della memoria europea per i il futuro dell’Europa”, che già contiene la sgradevole ripetizione europea-Europa a distanza di una sola parola, a testimoniare il livello culturale di chi lo ha stilato. Si snoda in vento punti, con l’identica premessa “Visto, vista, visti…:
LUCIANO SCATENI
24 Settembre 2019