Imboscata letale dei taglialegna contro i Guardiani dell’Amazzonia, che hanno ucciso un Guardiano e ne hanno ferito gravemente un altro.
Paulo Paulino Guajajara, conosciuto anche come Kwahu Tenetehar, è stato raggiunto da un proiettile al collo, ed è morto nella foresta. Il suo amico e collega, Tainaky Tenetehar, è stato ferito alla schiena e a un braccio, ma è riuscito a fuggire.
I Guardiani dell’Amazzonia pattugliano da diversi anni il loro territorio, nell’Amazzonia orientale, che è invaso in modo massiccio dai taglialegna illegali. Nella stessa area vivono anche i membri incontattati della tribù degli Awá.
Sono almeno 3 i Guardiani uccisi prima di quest’ultimo attacco, e da quando il loro territorio è stato preso di mira da taglialegna e accaparratori di terra, sono stati assassinati anche molti loro parenti. Arariboia, la loro terra, è oggi l’ultimo lembo di foresta rimasto nella regione.
“Mi fa impazzire vedere tutto questo!” aveva detto pochi mesi fa Paulo Paulino a Survival. “Questa gente pensa di poter venire qui, nella nostra casa, e servirsi liberamente della nostra foresta? No. Non glielo permetteremo. Noi non facciamo irruzione nelle loro case e non le derubiamo, no? Mi ribolle il sangue. Sono tanto arrabbiato.”
In questo video registrato per il progetto Tribal Voice di Survival, Paulo Paulino (dietro a sinistra) e Tainaky Tenetehar (dietro a destra) appaiono insieme al coordinatore dei Guardiani, Olimpio Guajajara, per denunciare che lo loro vite erano a rischio.
Sonia Guajajara, leader della APIB, l’associazione dei popoli indigeni del Brasile, ha dichiarato oggi: “È ora di fermare questo genocidio istituzionalizzato! Basta autorizzare lo spargimento di sangue del nostro popolo!”
Una delegazioni di indigeni dell’APIB sta viaggiando in Europa per denunciare il razzismo e gli attacchi genocidi scatenati dal presidente Bolsonaro.
Survival International sostiene i Guardiani Guajajara da molti anni.
Pochi mesi fa, Sarah Shenker, ricercatrice di Survival per il Brasile, aveva accompagnato i Guardiani in una delle loro operazioni di pattugliamento, e con lei c’era anche Paulino. “Kwahu si dedicava anima e corpo a difendere la sua foresta e i suoi parenti incontattati, nonostante i tanti rischi. Era anche una delle persone più modeste che io abbia mai conosciuto.”
“Sapeva che avrebbe potuto pagare il suo impegno con la vita, ma non vedeva alternative perchè le autorità non facevano niente per proteggere la foresta e far rispettare la legge.”
“Questa è la realtà della vita per molti popoli indigeni del Brasile e la situazione è molto peggiorata sotto il governo del presidente Bolsonaro. Lui incoraggia taglialegna e accaparratori di terra, e priva i difensori della foresta di protezione, lasciandoli in balìa delle mafie dei disboscatori, armati pesantemente e assolutamente spietati.
“Ma i Guardiani non si arrenderanno, nè lo faranno i loro alleati. Se Bolsonaro pensa che questo tipo di brutalità avrà la meglio, si sbaglia di grosso.”
3/11/2019