I crimini violenti radicali di Hong Kong stanno continuando a intensificarsi, ed hanno causato finora oltre 100 feriti, e persino portato alla morte di un cittadino innocente. Tuttavia, dall’altra parte dell’oceano il Segretario di Stato statunitense Mike Pompeo ha chiuso un occhio su queste atrocità che hanno calpestato gravemente lo stato di diritto, dichiarando ancora una volta in modo non appropriato di sperare che la Cina risolva il problema di Hong Kong in modo “non violento”, e discutendo vanamente di “Un Paese, due sistemi”. Questi paradossi dimostrano doppi standard, confondono il giusto con l’errato, ignorano lo stato di diritto, toccano il fondo della coscienza umana, e interferiscono apertamente negli affari interni della Cina, esponendo perciò ulteriormente il complotto di esercitare pressione sugli affari di Hong Kong e provocare caos in Cina.
L’evolversi della turbolenza ad Hong Kong e la grande quantità di eventi che finora hanno avuto luogo ci mostrano chiaramente che i manifestanti radicali di Hong Kong, distruggendo, saccheggiando e bruciando la città, attaccando la polizia e i civili, contenendo gli organismi del governo centrale ad Hong Kong, disonorando l’emblema e la bandiera nazionale, uccidendo le persone, sono già da tempo andati oltre le “manifestazioni pacifiche” e la “libertà di parola” di cui parla Pompeo. Anzi, questi atti sono puramente crimini violenti e radicali, che calpestano gravemente lo stato di diritto e l’ordine sociale, gettando nel caos la prosperità e la stabilità di Hong Kong e sfidando seriamente la linea fondamentale del principio “Un paese, due sistemi”. Nessun Paese dal sistema legale può tollerare questi atti! Punire i criminali violenti costituisce precisamente la difesa dello stato di diritto, dei diritti umani e delle libertà dei cittadini di Hong Kong attuata dalla Regione Amministrativa Speciale di Hong Kong.
Pompeo ha evitato di parlare delle attività criminali violente svoltesi per le strade di Hong Kong, ma ha criticato le azioni di repressione del governo della RAS di Hong Kong, e detto di sperare che la Cina risolva il problema in modo “non violento”. A proposito di questioni simili, dal movimento “Occupy Wall Street” negli USA al movimento del “giubbotto giallo” in Francia, fino alla turbolenza a Londra, i Paesi occidentali hanno costantemente rafforzato il margine della forza esecutiva della polizia, ma perché nessun politico ha richiesto soluzioni “non violente”? Questo doppio standard risulta davvero troppo inappropriato.
“Un Paese, due sistemi” costituisce il migliore programma istituzionale per il mantenimento della prosperità e stabilità a lungo termine sin dalla riunificazione di Hong Kong, e proprio come quanto commentato dai media di Hong Kong, il principio “Un paese, due sistemi” è il principale vantaggio dello sviluppo della regione, visto che la aiuta a usufruire del dividendo dello sviluppo nazionale. Pompeo, accusando l’amministrazione del governo cinese di Hong Kong in conformità alla legge, è intervenuto gravemente negli affari interni della Cina, ha diffamato pubblicamente il Paese, ed ha violato le norme fondamentali del Diritto internazionale e delle relazioni internazionali, e non potrà che rimanerne umiliato.
2019-11-17