Con lo sbarco, dopo la rotta epica del Granma, i ribelli della spedizione furono i primi combattenti dell’ultima tappa delle gesta libertarie, e la data il giorno della creazione delle Forze Armate Rivoluzionarie.
La libertà è un diritto degli uomini, ma per quest’Isola è la condizione naturale. Chi la abita e la onora come Patria vede il suo destino infinito e indomabile come il mare.
Per questo si solleva se la feriscono, la umiliano o la pretendono con bramosie d’impero e tornano sulle onde i nostri eroi per vincere l’affronto e situare nella poltrona del popolo la volontà sovrana.
Ci sono la tormenta e l’acqua inferocita, ma è peggiore il tormento della terra sequestrata, maggiore la fierezza della rabbia.
Incise sulla prua Granma cominciava a segnare nuove date, nella storia del paese moribondo, d’impegni permanenti, di sfide della fede che è la forza motrice dell’utopia contro la sfortuna, il clima, le ristrettezze, le nausee i ritardi rispetto al sollevamento di Santiago e l’arrivo in un bosco di mangrovie della costa a ironica distanza dalla spiaggia ideale.
Non c’è sfortuna nelle prove dei sacrifici, quando si sottopongono a esame la fermezza del carattere, la resistenza, la solidità dell’idea, l’eroico disinteresse del rischio della propria vita, perchè «morire per la Patria è vivere».
Giunsero il giorno 2 e sino a quel giorno erano molti i meriti per quell’epopea.
Ma nemmeno la sicurezza della terra ferma offerse concessioni.
Un battesimo di fuoco a loro svantaggio fratturò la colonna e nel sangue che scorse per le cane da zucchero di Alegría de Pío si cominciò a pagare il prezzo dell’epica.
Tre persero la vita all’istante e gli altri perseguitati, alcuni catturati e assassinati, vari però sfuggirono al massacro e protetti dal manto dei contadini fedeli camminarono in salvo sino al nuovo incontro: «Adesso sì che vinciamo la guerra».
Cinco Palmas rese il senso alla spedizione diminuita. Non c’erano tutti, ma bastavano. Anche se molto breve Fede è una parola profonda e con radici.
In ogni uomo del Granma sbarcò una semente, restò nella terra fertile e quando lui mancò, la vita spezzata dal piombo, germinò nelle idee della vittoria che trionfò sulla disperazione.
Raúl Castro e Díaz-Canel hanno inviato fiori in onore dei martiri del 30 novembre
Corone di fiori del Generale d’Esercito Raúl Castro, del presidente Miguel Díaz-Canel, di familiari e del popolo di Cuba sono state poste davanti alla targa che ricorda i martiri del 63º anniversario del sollevamento armato del 30 novembre 1956 a Santiago di Cuba.
Pepito Tey, Tony Alomá e Otto Parellada morirono ell’attacco alla caserma della polizia di Batista a la Loma del Intendente, in una delle pericolose azioni previste nell’oriente de paese per appoggiare lo sbarco dello yacht Granma.
I tre combattenti sono stati ricordati nella manifestazione politico-culturale realizzata sabato 30 novembre davanti a quello che era il recinto militare, oggi trasformato nel Museo della Lotta Clandestina, Monumento Nazionale.
Il Generale di Brigata José Solar Hernández, (r), combattente dell’Esercito Rebelde e la clandestinità, ha ricordato l’audace sollevamento organizzato da Frank País García ed ha segnalato che fu una prova del fuoco per i giovani rivoluzionari, che dimostrarono un atteggiamento conseguente con la parola impegnata.
«63 anni fa, ha detto, per la prima volta si vestì l’uniforme verde ulivo, con il bracciale rosso e nero del Movimento 26 di Luglio, simboli delle lotte nelle città e sulle montagne. Oggi, quando il governo nordamericano non nasconde le sue intenzioni di distruggere la Rivoluzione, cercando di asfissiare l’economia e con campagne di diffamazione, sono uno stimolo lo spirito e la fermezza dei combattenti del 30 novembre», ha precisato Solar Hernández.
Yoendris Oconor Reyes, segretario generale del Partito Comunista di Cuba (PCC) nel Distretto 26 di Luglio, che ha riassunto il ricordo di quegli avvenimenti, si è riferito alla valorosa azione realizzata dai partecipanti e dal popolo che li protesse dalla repressione della polizia scatenata dopo l’assalto.
Il progetto “Principe Enano” ha interpretato i momenti culturali, con un trio che ha recitato poesia dedicate alla data e con il gruppo vocale che ha interpretato la canzone David.
Gli alunni di balletto della Scuola delle Vocazioni Artistiche hanno danzato il brano “Crescerà”.
Prima della cerimonia gli alunni delle elementari e delle medie hanno ricordato simbolicamente l’assalto a quella che era un commissariato.
Al termine la Banda di Musica dell’Esercito Orientale ha interpretato la Marcia del 26 di Luglio.
Erano presentí i membri del Comitato Centrale del PCC, Lázaro Expósito Canto, primo segretario nella provincia, e Beatriz Johnson Urrutia, membro del Consiglio di Stato e presidente dell’Assemblea Provinciale del Potere Popolare.
Hanno partecipato a questo appuntamento con la storia combattenti della Rivoluzione con i petti carichi di medaglie e una rappresentazione del popolo di Santiago di Cuba.
Dicembre 2, 2019