Presentazione del libro di Zhang Boying Il socialismo con caratteristiche cinesi. Perché funziona?, edito da MarxVentuno, Bari, 2019.
di Enrico Maria Massucci
Situandosi all’altezza del profilo globale della Cina dei nostri giorni, il denso volume coordinato dallo studioso cinese Zhang Boying sviluppa un’ampia riflessione e produce una sintesi ambiziosa sul ruolo e gli orizzonti di “pertinenza strategica” della Repubblica popolare negli ultimi decenni, da quando, cioè, essa ascende di fatto al rango di potenza comprimaria nella competizione mondiale per l’egemonia.
Il paese che ha spezzato in un breve arco di tempo l’univocità ed esclusività dell’egemonia mondiale statunitense dopo la caduta del Muro di Berlino, conseguendo risultati economici e sociali inediti, rappresentando di fatto un polo di riferimento alternativo a quello americano, si trova nel saggio di Zhang Boying e dei suoi collaboratori descritto e “spiegato” nella condensazione delle ragioni che hanno consentito quel gigantesco balzo in avanti, che ha permesso al Paese non solo di sottrarsi in origine alla dipendenza coloniale, ma di diventare la seconda potenza mondiale di fatto.
Si tratta di un saggio a più voci, descrittivo e analitico, che illustra tempi, modi e caratteri di questo cammino, il cui duttile pragmatismo si sposa con il costante richiamo all’ideologia marxista, fissata come irrinunciabile perimetro culturale dell’azione politica, ma tutt’altro che sorda alle sempre nuove sollecitazioni e alle turbolenze di una realtà mondiale in perenne fibrillazione. Né chiusa alle preziose suggestioni sincretiche di lungo periodo, anche filosofiche ed “esistenziali” di una cultura cinese, che viene rivendicata e fatta creativamente interagire con gli scopi ultimi di una società socialista.
Il legittimo orgoglio, che si coglie nell’elencazione argomentata dei successi della realtà cinese, esplicitamente e dialetticamente non oscura il riconoscimento di quanto va ancora fatto per sormontare le innumerevoli difficoltà, ad esempio, sul piano della salute ambientale e dell’allargamento/compimento della democrazia socialista. Non ignora problemi, difficoltà, limiti soggettivi e intime contraddizioni di questo percorso – non ignora dunque di non muoversi nel vuoto pneumatico, ma di dover fare i conti con la “polvere delle cose”, con le persistenti inadeguatezze e i nodi non risolti.
Preziose e particolarmente interessanti le indicazioni di principio e programmatiche sulla “civiltà ecologica” che, andando oltre la denuncia della dimensione catastrofica del problema ambientale, sul piano generale e “locale”, invocano e individuano vigorose correzioni delle scelte politiche, volte alla salvaguardia dell’ambiente, non senza significativi elementi di autocritica sulle “inerzie del tradizionale modello industriale”, così disegnando scenari generali di superamento di una persistente contraddizione tra esigenze produttive e di sviluppo e tutela dei destini della società umana.
Note
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L’autore della recensione ha collaborato alle pagine culturali dei quotidiani “il manifesto”, “Liberazione”, “l’Unità”, “l’Adige”, “l’Alto Adige”, con le riviste “l’Astronomia” (Margherita Hack), “Belfagor” (C.F. Russo), “Le Scienze (edizione italiana), “Teoria politica”.Membro del Comitato Direttivo di “Giano. Pace ambiente problemi globali”, diretta da Luigi Cortesi. 1993: “Sulla guerra. Guida a una bibliografia ragionata” (Trento).2013: traduzione, note critiche e Postfazione di “Guerrieri. Considerazioni sull’uomo in battaglia” (Trento, 2013), del filosofo americano Jesse Glenn Gray, traduttore di Heidegger negli Stati Uniti. 2015: due volumi di “Attraversare la Grande Guerra. Percorsi a soggetto 1914-2014”. 2017, “(A)Cento anni dal 1917” e rassegna bibliografica “Leggere la Rivoluzione russa” (Trento). 2019: “Caporetto 1917. Bibliografia critica” e “Caporetto. Il nome, la cosa”.
15/12/2019 | Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte.