Bologna, 17 dic. – “In poche parole, il lavoro è cambiato. Tutto quello che hanno raggiunto i sindacati come garanzie e diritti negli anni passati sta scomparendo rapidamente. Molti lavoratori non vengono pagati quando si ammalano, o quando vanno in vacanza, non hanno diritto ad una giornata di otto ore e a una settimana di 35, non sono assicurati sul lavoro e quindi se si fanno male pagano di tasca propria”. Lo dice Ken Loach ospite oggi della Cineteca di Bologna, dove incontra giovani rider e gli operai dell’azienda Samp in crisi, oltre al gruppo Insieme per il lavoro.
Accolto in piazzetta Pasolini dal direttore della Cineteca Gian Luca Farinelli e dagli assessori Matteo Lepore e Marco Lombardo, il regista inglese interviene al dibattito che in sala segue la proiezione del suo ultimo film, “Sorry we missed you“, anticipato a Cannes lo scorso maggio e sceneggiato da Paul Laverty. Si tratta di una storia senza sconti sui nuovi lavoratori sfruttati in Gran Bretagna, quelli che consegnano i pacchi coi loro furgoni bianchi, lavorando fino a 14 ore di fila senza tutele, e che soprattutto sono stati costretti a diventare schiavi dei device tipici dei franchising. Loach fa risalire l’inizio di tutto questo ai tempi di Margaret Thatcher, in realtà: “Per noi- spiega il regista partendo dal caso anglosassone- tutto questo è avvenuto da 40 anni a questa parte, e bisogna condannare apertamente il movimento di lavoratori e sindacati per aver permesso che questo accadesse”.
Prima di firmare le magliette che gli consegnano i ragazzi di Riders Union Bologna, e posare con la felpa della Fiom-Cgil che gli consegnano le Rsu della Samp, insiste Loach sul fronte diritti perduti: “Dobbiamo chiederci perché è successo che abbiamo perso per strada i diritti basilari dei lavoratori. Le grandi multinazionali competono sulla qualità e sui prezzi, se trovano il modo per pagare meno i lavoratori non ci pensano due volte. Dobbiamo capire che sotto c’è solo il capitalismo neo liberista. Il capitalismo è neoliberista e sarà solo così in futuro, non può essere benevolo. Basterà che un’azienda assuma lavoratori che costano meno e tutte le altre saranno costrette a farlo”. Secondo il regista e attivista inglese, quindi, in tutto questo non basterà mettere una pezza a “un sistema che non va” ma serviranno svolte più incisive. Quindi “non piangetevi addosso, organizzatevi“, sprona Loach rivolto a rider e operai di Bologna.
17/12/2019