Mentre dalla Bolivia l’autoproclamata presidentessa Jeanine Áñez lo minaccia con un ordine di detenzione, l’ex mandatario Evo Morales, vittima di un colpe di Stato, tesse oggi dall’ Argentina la campagna del suo partito per le elezioni.
Mentre dalla Bolivia l’autoproclamata presidentessa Jeanine Áñez lo minaccia con un ordine di detenzione, l’ex mandatario Evo Morales, vittima di un colpe di Stato, tesse oggi dall’ Argentina la campagna del suo partito per le elezioni.
Evo Morales è giunto giovedì 11 a Buenos Aires, e sta aspettando che le autorità argentine gli trasmettano la condizione di rifugiato, per lui e altri quattro ex funzionari del suo deposto governo.
Lui si trova in Argentina, per continuare da lì a lottare per i più umili e per unire la Patria Grande.
L’ex presidente, che si è fatto vedere nel fine settimana nella località di Liniers, aveva segnalato d’aver avuto la prima riunione a Buenos Aires con alcuni dirigenti dipartimentali e nazionali di movimenti sociali, con sindaci del MAS (Movimiento al Socialismo), che lo hanno eletto per organizzare la campagna verso le votazioni del ‘anno entrante.
Con vari rappresentanti dell’assemblea ha fatto una valutazione politica per pianificare la campagna, si legge nel suo account ufficiale nella rete sociale twitter.
Inoltre ha ricordato che a un mese dal massacro di Sacaba (capoluogo della provincia di Chapare), non ci sono detenuti o processi.
Ma la gente umile, i dirigenti sociali e politici che lottano per la democrazia, sono perseguitati e reclusi dal governo di fatto Non liberare i prigionieri politici è ugualmente dittatura, ha sottolineato.
Evo ha segnalato che la Áñez «come nelle dittature, comanda e annuncia ordini di detenzione contro la mia persona per terrorismo e sedizione, quando chi commette sedizione, terrorismo e genocidio sono stati lei, (Luis Fernando) Camacho e (Carlos) Mesa, massacrando, assassinando e sequestrando i mie fratelli e le mie sorelle».( GM – Granma Int.)
19 dicembre 2019