Lev Leonov
Nella fine della scorsa settimana, il governo della Moldavia e i suoi massimi rappresentanti sono stati toccati da seri problemi politici.
Continuando la mobilitazione permanente degli ultimi mesi, come mezzo di pressione sul governo, il Partito dei Comunisti della Repubblica della Moldavia (PCRM), ha organizzato per questo sabato una “marcia su Chisinau” riuscendo a riunire nel centro della capitale un presidio significativo, non solo per numero di partecipanti ma per la tensione e la passione delle rivendicazioni.
I comunisti avevano pensato di riunire nella piazza del parlamento almeno il 4% dell’elettorato del PCRM, vale a dire 40mila persone. Invece, sono stati circa 60mila i cittadini provenienti da tutta la Moldavia con autobus e mezzi propri, ciascuno come poteva. In molti hanno dovuto eludere gli intralci posti dal governo sulle strade, che questo sabato erano piene di manifestanti in viaggio.
La “marcia su Chisinau” e il successivo presidio si sono trasformati in una tappa importante dopo la rivolta pacifica contro il “presidente illegittimo” e il “governo di tradimento nazionale”, come lo chiamano qui, e devono acquisire nuove forme e nuovo impulso.
Lo scorso 21 novembre, è scaduto il termine posto dal PCRM al governo perché si dimetta volontariamente e indica elezioni libere e democratiche. In quella giornata il partito ha organizzato una conferenza stampa per renderlo noto ai cittadini del paese e alla comunità internazionale. Il governo ha ignorato la richiesta del maggiore partito della Moldavia senza nemmeno degnarsi di avviare negoziati per trovare un compromesso accettabile.
Nella situazione attuale, il PCRM dichiara che il Partito Comunista continuerà a fare tutti gli sforzi necessari per l’allontanamento immediato dell’attuale governo, lo scioglimento del parlamento e l’organizzazione di elezioni anticipate, libere e democratiche.
“Con i metodi della democrazia diretta, della resistenza civile e pacifica, con cortei e proteste di piazza, attraverso il consolidamento di tutte le forze politiche responsabili della Repubblica di Moldavia, siamo intenzionati a portare il paese sul cammino di un processo democratico e di diritto” è affermato nella dichiarazione del PCRM.
Il giorno seguente, oltre 1.200 rappresentanti di tutti i livelli, di tutta la repubblica, hanno chiesto di essere ricevuti dal presidente Nicolae Timofti. Negli uffici della presidenza pero, non sapevano dove rintracciare Timofti, almeno questo è quanto il segretario Ion Paduraru ha dichiarato a coloro che erano venuti per chiedere le dimissioni del presidente. In risposta, questi ultimi affermavano di sapere dove si trovava Timofti, tanto che insieme alla richiesta scritta di dimissioni, veniva consegnato un rotolo di carta igienica. Anche al primo ministro Iurie Leanca è stata consegnata la richiesta di dimissioni.
Il giorno seguente, centinaia di deputati si sono diretti dal capo del governo, Leanca, per invitarlo al presidio ad ascoltare le richieste dei manifestanti. Ma anche il primo ministro in quel momento era irreperibile.
Il governo ha scelto la peggiore delle strade, quella dello scontro e di giocare a nascondino con i cittadini della repubblica, invece di quella del dialogo. Per questo motivo l’appello al popolo della Moldavia lanciato dal presidio, a seguito delle numerose accuse contro l’attuale governo, contiene in sé il verdetto dei lavoratori: “Abbasso questo governo antipopolare e criminale! Esigiamo la convocazione immediata di elezioni anticipate! Esigiamo la dimissione di un presidente eletto attraverso la violazione della Costituzione!”
Non sono mancati i riferimenti alla scottante attualità come il vertice di Vilnius, nel quadro del “Partenariato orientale” (o come lo chiamano qui, la “confabulazione di Vilnius” per analogia con gli “Accordi di Monaco”), in cui la Moldavia è determinata a ratificare il trattato con l’UE.
Una Moldavia europea è possibile solo attraverso la sua adesione all’Unione doganale (con Russia, Bielorussia, Kazakistan), ha dichiarato il leader dei comunisti, Vladimir Voronin, mentre si congratulava col popolo ed il governo dell’Ucraina per aver mostrato la volontà politica di non cedere alle pressioni di Bruxelles.
I comunisti della Moldavia considerano “la marcia su Chisinau” ed il presidio, come l’inizio di una sollevazione pacifica delle masse che andrà a crescere.
Fonte: http://gazeta-pravda.ru/content/view/16412/34/
Traduzione per Resistenze.org
27/11/ 2013