Nel 2018 l’Università, la Scuola Normale Superiore, la Scuola Sant’Anna di Pisa e la Scuola IMT di Lucca ricordarono in modo finalmente adeguato le tragiche conseguenze della legislazione antiebraica fascista, siglata proprio a San Rossore nel settembre 1938 da Vittorio Emanuele III.
Il 20 settembre 2018 la Conferenza di studi internazionale fu preceduta da una cerimoni nella quale i rettori di tutte le Università italiane hanno voluto assumere le responsabilità degli atenei nella attuazione della legislazione antiebraica fascista, che comportò l’espulsione e la persecuzione di 440 docenti, un migliaio di studenti, 727 membri di accademie scientifiche, 279 insegnati di scuole, 6000 scolari e di un numero purtroppo imprecisato di funzionari amministrativi.
Dopo quel giorno sono seguiti incontri negli istituti superiori e nelle città e la pubblicazione di numerosi volumi. A Pisa furono cacciati e “sostituiti” ben 20 docenti su 400, di cui – dopo il 1945 – solamente 5 sarebbero tornati; degli altri una, Enrica Calabresi, si suicidò per sfuggire alla deportazione e due, Ciro Ravenna e Raffaello Menasci, vennero inghiottiti dall’abisso della Shoah. Il numero degli studenti ebrei italiani rimane ancora oggi ignoto, mentre sappiamo che tutti i 290 studenti ebrei stranieri vennero espulsi.
Alle responsabilità generali del regime si aggiunsero quelle locali: i consigli di facoltà, i presidi, il senato accademico, i docenti che profittarono dell’occasione di “posti liberi” e sostennero le deliberazioni come spettatori e, talvolta, come delatori. Ben pochi si dimostrarono solidali con le vittime. Ci furono infine le responsabilità, primarie, del Rettore. Nel 1938, il Rettore era il professor Giovanni D’Achiardi.
Oltre che docente di mineralogia fu anche una figura pubblica del Regime sebben avesse iniziato le sue relazioni con il fascismo in modo conflittuale. Fu eletto rettore una prima volta nel 1923. Negli anni successivi ebbe ancora occasioni di contrasto con il fascismo locale, che però vennero superate negli anni Trenta
Nel 1934 venne nominato Senatore; nel 1935 divenne di nuovo Rettore dell’ateneo; nel 1936 addirittura Podestà della città e, infine, dal 1936 al 1937, assunse anche la carica di Direttore della Normale. La concentrazione dei poteri a sua disposizione fu formidabile.
Il Rettore D’Achiardi fu quindi il primo responsabile dell’epurazione dei docenti ebrei, a partire dalla compilazione della lista, sul censimento dell’estate 1938, e della selezione razziale degli studenti. Si preoccupò solo per le ripercussioni economiche per l’Università.
Noi non vogliamo giudicare il suo lungo tragitto pubblico: Primo Levi ha scritto che “la zona dell’ambiguo non la si può tagliare in due con una linea retta”. La condotta del Rettore Giovanni D’Achiardi nel 1938 ci pare tuttavia inequivocabile sul piano del giudizio storico, ed è la memoria di quei venti docenti, degli studenti italiani, dei 290 studenti polacchi lituani ungheresi boemi ricacciati verso i propri paesi intolleranti – e la Shoah in agguato – che ci spinge a considerare inammissibile che una via della città di Pisa gli sia ancora intitolata.
“San Rossore 1938”. Comitato scientifico: Michele Battini (coordinatore), Michele Emdin, Fabrizio Franceschini, Barbara Henry, Alessandra Lischi, Ilaria Pavan, Guri Schwarz, Alessandra Veronese. Comitato organizzatore: Davide Guadagni (coordinatore).
Hanno aderito: Comunità Ebraica di Pisa; Associazione Nazionale Partigiani d’Italia, Pisa; Associazione nazionale ex deportati nei campi nazisti, Pisa.