di Pino Cabras
Chi compra il petrolio rubato dall’ISIS, e come fa ad arrivare da noi? Qualcuno vuol far domande a Erdogan e McCain? Gli USA combattono il Califfo o Assad?
Dopo un lungo sonno dalle parti del Palazzo di vetro, la Risoluzione n. 2170 del Consiglio di sicurezza dell’ONU finalmente condanna chiunque aiuti e fornisca armi all’ISIL [Stato (Emirato) Islamico dell’Iraq e del Levante] e ad altre entità jihadiste. Benissimo. Dunque la domanda da fare adesso all’ONU è molto semplice, ed è la stessa che fanno anche i politici iracheni: «Chi è che sta comprando il petrolio siriano all’Emirato Islamico del Califfo, e come fa questo petrolio ad arrivare sui mercati europei?».
E perché Abu Bakr al-Baghdadi e i suoi apostoli non figurano nella lista nera dei banditi per terrorismo internazionale? Perché i loro patrimoni non sono stati congelati? Perché non sono stati denunciati presso la Corte penale internazionale? Forse perché un processo risulterebbe compromettente per gli eminenti oligarchi statunitensi fotografati in compagnia di al-Baghdadi? Il sospetto viene quando la risoluzione specifica che Abu Bakr al-Baghdadi non viene messo in lista perché è già sulla lista dei terroristi sin dal 2011. Uau. Eppure ha incontrato allegramente McCain nel maggio 2013. Qualche giornalone ha voglia di rivolgere qualche domandina al senatore americano?
A questo serviva lo spettacolo hollywoodiano e grandguignolesco imbastito intorno alla testa del giornalista americano in tuta arancione.
Assad, giustamente, non si fida dei bombardamenti USA sul suo suolo. In ogni caso, si apre per lui una nuova fase, ad altissimo rischio.
Tratto da: megachip.globalist.it
– 26 agosto 2014