di Laura Naka Antonelli
ROMA (WSI) – Sarà un fondo pensione a decidere le sorti dei mercati e delle politiche monetarie globali. Precisamente, il fondo pensione più grande al mondo, ovvero il Global Pension Investment Fund del Giappone, che gestisce asset per $1.200 miliardi. Il fondo potrebbe perfino convincere la Fed ad alzare i tassi, portando invece la Bank of Japan ad arrendersi all’opzione dell’helicopter money.
Il suo nuovo numero uno Norihiro Takahashi, insediato al vertice dallo scorso 1° aprile, potrebbe provocare un vero e proprio terremoto sui mercati finanziari di tutto il mondo, modificando gli equilibri del forex, dell’azionario e dei mercati dei Bond.
Nell’anno in cui il Giappone, in vista delle elezioni, è alle prese con l’elevata volatilità dell’azionario e con la novità assoluta dei tassi negativi inaugurata all’inizio dell’anno dalla Bank of Japan, Takahashi fa fronte alle polemiche dei politici dell’opposizione al governo, che criticano il fondo per aver investito troppo sulla borsa di Tokyo, dopo la decisione del 2014 di raddoppiare l’ esposizione sui titoli azionari.
Con il Nikkei 225 che ha segnato il peggiore inizio anno di sempre, Takahashi dovrà prendere una decisione immediata. Il suo predecessore, Takahiro Mitani, che ha presieduto il fondo pensione dal 2010 fino a quest’anno, ha cambiato l’allocazione di portafoglio già in modo significativo, aumentando l’esposizione del fondo verso l’azionario internazionale e domestico al 25%, e riducendo contestualmente l’esposizione sui bond domestici dal 60% al 35%.
Guardando ai grafici che mostrano l’attuale composizione degli investimenti del fondo, e considerando la caduta a doppia cifra del Nikkei, è possibile secondo alcuni esperti che Takahashi decida di puntare sia sul mercato dei Treasuries Usa che su Wall Street.
D’altronde, l’introduzione di un’era di tassi negativi anche in Giappone ha trasformato la curva dei rendimenti dei titoli di stato giapponesi, al punto che ora si ravvisa la presenza di rendimenti negativi per tutta la parte front end, mentre nella parte long end, nel migliore dei casi, l’investitore può ricevere un rendimento pari a -0,50%, sempre che la Bank of Japan non voglia rendere ancora più negativi i tassi.
Al momento, il fondo ha una esposizione verso gli asset finanziari domestici superiore al 60%, distribuita tra azioni e reddito fisso. Ma il mix tassi negativi e calo della borsa di Tokyo renderà inevitabile un cambiamento, per non rischiare di far rimanere a secco i pensionati del Giappone.
Tuttavia, l’esposizione sui mercati finanziari internazionali è un’arma a doppio taglio.
Riguardo all’esposizione sui bond e sulle azioni internazionali, il GPIF ha una esposizione del 36%. Tuttavia, tali investimenti non si stanno rivelando opportuni, dal momento che lo yen ha guadagnato oltre +8% nei confronti del dollaro dal’inizio dell’anno, il che significa che gli investimenti esteri, quando vengono rimpatriati, valgono di meno.
Per il fondo pensione giapponese, come ha ricordato l’FT in un recente articolo, la scelta non è affatto semplice: aumentare l’esposizione all’estero e far fronte a un tasso di cambio decisamente rischioso, oppure continuare a puntare sugli asset domestici, a fronte di un contesto macroeconomico a dir poco deludente.
Sicuramente, la scelta avrà un impatto su base globale.
Se il fondo pensione numero uno al mondo dovesse di fatto scegliere la strada degli investimenti internazionali, gli acquisti su Wall Street potrebbero segnare una forte accelerazione. E tutto ciò avrebbe ripercussioni ovunque, distribuendo la propensione al rischio degli investitori tra asset diversi.
4 maggio 2016