Uomo che di fronte al potere non si fa scrupoli a dichiarare tutto quello che gli può venire utile per far emergere gli interessi di casa propria. Memorabile la frase in televisione “tutti quelli della mia famiglia hanno avuto passione politica… ne di destra, ne di sinistra… quello che l’offerta politica e partitica, del tutto legittima, non soddisfi ne quelle che sono le mie aspettative, ne l’aspettativa di una quantità di persone importanti, c’è chi dice 20, chi dice 30, 40, chi 50 che, oggi, non trova un’offerta politica adeguata nella quale identificarsi…“. Infatti, in una mirabile serie di piroette lessicali si è, alla fine, schierato in un partito che lo innalza allo scranno della “coerenza“. (Sic!)
Se, all’epoca, si erano “serviti” della leggenda metropolitana che il nonno aveva regalato la sede romana di Botteghe Oscure al PCI quando, in realtà, avevano contribuito, solo, a ristrutturarla ora, anche, l’ultima verità sulla famiglia imprenditoriale è caduta con questa affermazione che denota le autentiche simpatie di casa e su cosa vorrebbero, probabilmente, fare una volta eletti: “cassa“… E, basta!
Non c’è che dire un grande ideale.
MOWA
-Redazione– “Era il 1968, mio nonno viene invitato alla facoltà di Architettura a Valle Giulia. Gli hanno chiesto, alla fine della lezione, chi è il più grande urbanista in questa città? Ha risposto che era Benito Mussolini”.
Alfio Marchini, dopo aver dichiarato che lui non celebrerà le unioni gay, torna a far parlare di sé con questa frase sul Duce.
Il candidato sindaco a Roma, appoggiato da Silvio Berlusconi, ha poi aggiunto: “A mio nonno dicevo puoi farmi leggere quanto ti pare Lenin, non voto comunista. Però mi ha insegnato molto, come l’onore della parola e di diffidare dai tiepidi, quelli che non sai se sono destra o sinistra”.
Un discorso fatto con al fianco il leader de La Destra, Francesco Storace e i candidati al Consiglio comunale e nei 14 Municipi, che hanno scelto di sostenerlo: “Noi possiamo sventolare la bandiera dell’unità del centrodestra già dall’inizio – ha sottolineato Storace – Marchini è stato l’unico più rispettoso nei confronti della proposta di unità che ho fatto ai candidati. Poi c’è stato questo lampo di genio di Berlusconi che ha preso atto che questa partita andava fatta nel nome dell’unità”.