di Domenico Marino
Oggi siamo invasi da professionisti, cari e amari, sempre meno professionali. Tutti vogliono fare i medici, i farmacisti e via discorrendo perché sono lavori molto remunerativi. Ma questo punto di vista porta molta gente a riversarsi all’università per prendersi la laurea in tali discipline pur non avendo né capacità né, soprattutto, vocazione. E a fare i medici, ad esempio, ci vuole tanta vocazione.
Quindi alla fine ti trovi un paese pieno di medici approssimativi per non dire pericolosi per la salute altrui.
La colpa naturalmente è del sistema capitalistico che da come superiore stimolo solo il profitto.
In un paese socialista come Cuba invece avendo tutti i lavori pari dignità ognuno sceglie il suo mestiere in base alla voglia, alle capacità, all’attitudine; e la sua scelta non ha a che fare né con la fama, né coi soldi. Per inciso a Cuba non esiste il numero chiuso all’università tutti possono iscriversi senza limiti di numero chiuso e senza spese. Eppure Cuba ha un ottimo sistema sanitario; anche se i medici non guadagnano più di un operaio. Va da sé che in un sistema che funzioni la scelta del lavoro non è strettamente legata al guadagno. Perché come diceva Marx: “attraverso il lavoro l’uomo deve estrinsecare il meglio di sé”, mentre da noi si lavora molto e male solo per campare se non per sopravvivere…
Alterano test gestante per finire turno, gravi danni neonato
Nell’ospedale Santo Bambino di Catania, sospese tre dottoresse
“Per evitare di rimanere a lavorare oltre l’orario previsto, avrebbero omesso di eseguire un parto cesareo nonostante i molteplici episodi di sofferenza fetale emersi dal tracciato e avrebbero somministrato alla gestante dell’atropina per simulare una inesistente regolarità nell’esame medico”. La procedura, e “il non avere informato della situazione i colleghi del turno successivo, avrebbe causato la nascita con lesioni gravissime al neonato”. E’ l’accusa contestata dalla Procura di Catania a due dottoresse dell’ospedale Santo Bambino, Amalia Daniela Palano e Gina Corrao, che sono state sospese dal servizio, rispettivamente per 12 e 6 mesi. Un analogo provvedimento, per 4 mesi, è stato notificato alla dottoressa Paola Cairone che, “pur non essendo a conoscenza degli avvenimenti precedenti, praticava alla paziente per due volte le manovre di Kristeller, pratica bandita dalle linee guida, nonostante un tracciato non rassicurante e non contattava in tempo il neonatologo”.
Le tre dottoresse sono accusate anche di falso nella cartella clinica.
L’episodio risale al 2 luglio del 2015 e le indagini sono state avviate dopo la denuncia dei familiari. Il neonato, venuto al mondo con un giro di cordone ombelicale attorno al collo, ha riportato lesioni gravissime: “encefalopatia ipossico-ischemica, tetra paresi spastica, grave ritardo neuro psicomotorio, indebolimento del tronco neuroencefalico”.
La Procura di Catania rileva come, durante le indagini, “è stato accertato” che “all’ospeda1e Santo Bambino le cartelle cliniche sovente vengono redatte successivamente all’insorgere dell’avvenimento clinicamente rilevante”. Secondo i magistrati, ciò è avvenuto per “una prassi instaurata dai sanitari, e talvolta anche imposta alle ostetriche, e finalizzata ad occultare le prove di eventuali responsabilità mediche”.
Abbiamo sospeso immediatamente i tre medici, e stiamo cercando di sostituirli per continuare a dare un servizio pubblico in una struttura, come l’ospedale Santo Bambino, alla quale si rivolge ogni anno un imponente numero di donne e gestanti”. Lo afferma il manager dell’azienda ospedaliere, Paolo Cantaro, annunciando “l’avvio di una indagine interna”. Sulla nota della Procura di Catania che parla anche di “redigere cartelle cliniche dopo l’evento clinicamente rilevante” come “prassi instaurata dai sanitari” per “occultare prove di responsabilità mediche”, Cantaro sottolinea che “c’è in corso un’inchiesta della magistratura, e una nostra interna, aspettiamo che si concludano entrambe prima di esprime giudizi”.