“Sunt à buléta sparada e adess che le verd ciapi tuscos!” Che vuol dire: sono in bolletta sparata e adesso che è verde prendo tutto!
Queste dovevano essere state le parole d’ordine, il motto di molti verdi leghisti che dei soldi pubblici hanno fatto man bassa.
Questo deve essere stato per molti padani il senso del colore verde della Lega. Come il semaforo quando dice puoi andare… la strada è libera.
Non abbiamo notato e constatato alcuna differenza con i predecessori in Lombardia.
Altro che Roma ladrona!
Nel milanese esiste, anche, un altro detto popolare: “A furia de tirala, porca Peppa, anca ona bona corda la se sceppa” Che vuol dire: non abusare della pazienza degli altri perchè come una buona corda, se la tiri troppo si rompe.
MOWA
Scandalo sanità, spunta la clinica di fiducia di Bossi jr
Gli indagati Rizzi e Longo erano dirigenti del Gruppo Iseni di Lonate Pozzolo. Quello del ”badante” di Renzo. A processo per corruzione internazionale.
di Alessandro Da Rold e Luca Rinaldi
Spunta il Gruppo Iseni di Lonate Pozzolo, la clinica della famiglia Bossi, nello scandalo Sanità in Lombardia.
Lo si legge nell’informativa dei carabinieri che hanno lavorato all’ inchiesta “Smile” della procura di Monza che ha portato in carcere Fabio Rizzi, braccio destro del governatore Roberto Maroni, e il sodale Mario Valentino Longo, responsabile odontoiatria della Lega Nord con una consulenza nella partecipata regionale Eupolis.
RIZZI E LONGO RESPONSABILI. Nell’informativa si parla di questo istituto clinico a pochi chilometri da Malpensa, dove Longo, tramite la Lorimed, svolge attività di chirurgia odontoiatrica: è il direttore scientifico.
Non solo. Sempre in questa clinica amministrata da Fabrizio Iseni, detto anche «il badante del Trota Renzo Bossi», come conferma il curriculum sul sito di Regione Lombardia, lo stesso Rizzi è responsabile dell’Unità operativa di anestesia e rianimazione dal 2008.
CONTATTO CON I BOSSIANI. L’incrocio è interessante. Anche perché mette in contatto il vecchio gruppo dirigente dei bossiani fatto fuori dalla segreteria di Maroni nel 2012 dopo lo scandalo sui fondi e il tesoriere Francesco Belsito.
Emblematica una foto del gennaio 2011, quando proprio il patron Iseni annunciava l’avvio di un’iniziativa di «odontoiatria sociale» per garantire le cure dentistiche alle persone bisognose lombarde.
«Un progetto», spiegava, «portato avanti con Renzo (all’epoca consigliere regionale lombardo, ndr) e i senatori Rizzi e Rosi Mauro, ora è sul tavolo del presidente Boni ed è in dirittura d’arrivo per arrivare in Consiglio regionale».
Diverse inchieste sul gruppo Iseni: anche quella dello scandalo Belsito
Del resto sul Gruppo Iseni ci hanno lavorato negli ultimi anni diverse procure in Italia.
Dapprima quella di Napoli, quando esplose lo scandalo del tesoriere della Lega Francesco Belsito.
Nella cartellina The Family sequestrata dalla Guardia di finanza che svelò come venivano usati i fondi elettorali del Carroccio, compaiono diverse fatture per la clinica Iseni, nello specifico quelle a carico del terzo figlio di Bossi, Sirio: il totale è di 9.200 euro.
Il processo a Bossi e famiglia è in corso a Genova e Milano.
CORRUZIONE E FRODE FISCALE. Non finisce qui.
Il Gruppo Iseni ritorna a fare rumore nel 2015, quando il direttore amministrativo Fabrizio Iseni viene rinviato a giudizio per corruzione internazionale e frode fiscale dalla procura di Busto Arsizio per consulenze fittizie da 2 milioni di euro.
Poi è arrivata Monza che sta indagando per riciclaggio internazionale, anche perché Longo era vice presidente della More Than Lux, società con sede a Miami intestata a Stefano Lorusso, il presunto riciclatore della cricca di Maria Paola Canegrati, o anche Lady Dentiera, che voleva costruire ospedali in Brasile.
SPUNTANO NUOVE INTERCETTAZIONI. E tra le carte dell’informativa, nel giro di fatturazioni false dietro le tangenti, spuntano intercettazioni che riguardano la clinica di Lonate Pozzolo.
Il trambusto giudiziario non ha impedito però alla clinica di Iseni di confermare un’ultima convenzione a fine 2015 con l’Azienda ospedaliera dell’ospedale civile di Legnano per eventuali trasferimenti di pazienti nel 2016.
E non serviva una nuova agenzia contro la corruzione per scoprirlo.
Iseni, console onorario della Costa d’Avorio e badante del Trota
Il piccolo ospedale di Iseni, che negli ultimi anni, come risulta dalle visure camerali, ha aumentato la sua capacità di accoglienza, si trova a pochi chilometri di distanza da Malpensa.
Nella cittadina si mormora che la clinica sia frequentata da vip, persino monsignori e politici.
Arredamento rinascimentale, è molto conosciuta nel Varesotto.
Soprattutto dalla Lega Nord. Perché Iseni è un militante storico del Carroccio, frequentatore abituale di Gemonio, quartier generale e casa del vecchio leader Umberto Bossi.
SOLDI PER LA SCUOLA BOSINA. Personaggio «particolare» lo ricordano alcuni militanti. “Badante del Trota”, lo descrivevano all’epoca i giornali.
Finanziatore della scuola Bosina della moglie di Bossi Manuela Marrone, tra un impegno e l’altro Iseni è stato per anni console onorario per la Costa d’Avorio in Regione Lombardia.
In passato l’imprenditore è stato anche segretario del cardinale ivoriano in Vaticano Bernard Agré e nel 2008 lo stesso è stato trait d’union per una delle prime uscite della breve carriera politica del Trota Renzo Bossi.
La squadra di calcio della Padania tramite Iseni aveva infatti stretto un gemellaggio con il club della Costa d’Avorio Africa Sports.
Giornata suggellata dalla stretta di mano tra Bossi Jr e il capo di gabinetto della presidenza della Repubblica ivoriana. La Iseni ha finanziato negli anni anche il mitologico giro della Padania di Michelino Davico.
INTERESSI ANCHE IN EXPO. I buoni rapporti con gli ivoriani sono favoriti anche dalla fondazione Iseni y Nervi, anch’essa con base a Lonate Pozzolo, che tra le attività dona apparecchiature mediche proprio al Paese africano e in particolare alla fondazione del cardinale Agré.
È Iseni che da console onorario ha mostrato la città ed Expo in occasione dell’esposizione universale: nel maggio del 2015, al termine della cerimonia di inaugurazione, ha accompagnato il ministro della difesa Roberta Pinotti al padiglione della Costa D’Avorio.
Ad aspettarli c’erano il primo ministro ivoriano Daniel Kablan Duncan, il ministro degli Esteri Charles Koffi Diby e l’ambasciatrice ivoriana in Italia Janine Tagliante Saracino.
Nell’occasione Iseni, che da console onorario ha organizzato il cerimoniale, ne ha approfittato e nel pomeriggio ha portato la delegazione ivoriana a fare visita agli Istituti di ricovero e cura che portano il suo nome.
Il processo in corso a Busto e la decadenza da console
Sono stati anni densi quelli di Iseni al consolato onorario della Costa d’Avorio: a dicembre 2014 incontrò anche il calciatore ex Roma Gervinho prima della partenza per la Coppa d’Africa, dopo aver presenziato all’inaugurazione della Chiesa di Santa Maria della Sanità con tanto di messa officiata dal cardinale Boutros Rai alla presenza dell’arcivescovo di Milano Angelo Scola.
Sulla pagina Facebook ci sono pure le foto con Andrea Agnelli, presidente della Juventus.
Insomma, dal consolato ivoriano a Milano sono passati capi di governo e ministri e Iseni si è speso in prima persona per la realizzazione del padiglione Costa d’Avorio a Expo 2015 incontrando anche Giuseppe Sala nel dicembre del 2013.
VERSAMENTO DI 2 MILIONI. Poi sono arrivate le indagini della procura di Busto Arsizio che hanno contestato, dopo una verifica fiscale della Guardia di finanza nella clinica di Lonate Pozzolo, un versamento di due milioni di euro da parte di due realtà imprenditoriali ivoriane di cui però non vi sarebbero riscontri nella contabilità.
Il processo è partito il 28 ottobre 2015 e l’ultima udienza si è tenuta il 3 febbraio 2016.
Proprio dalla metà del 2015, confermano a Lettera43.it dall’ambasciata della Costa d’Avorio in Italia, il consolato onorario del Paese africano a Milano è stato chiuso.
Il CONSOLATO NON RISPONDE. Sulle motivazioni però da Roma rimangono abbottonati: «Non è materia su cui rilasciamo dichiarazioni al momento».
Il numero fisso della palazzina di via Pier Francesco Mola al numero 46, sede dell’ormai ex consolato generale a Milano, risulta inesistente, e al momento il nome di Iseni risulta solo sul Cerimoniale diplomatico degli Affari Esteri che, evidentemente, deve essere aggiornato.
26 Febbraio 2016