Il recentissimo accordo EXPO’ sul lavoro tra “le parti” è l’ennesimo imbroglio a perdere per i lavoratori. Come sempre, del resto, negli ultimi anni.
I contenuti sono davvero devastanti. Per il sito produttivo dell’evento, che si terrà nel 2015, sono previste modalità di assunzione, in maniera debordante, a tempo determinato: Precariato puro a mani basse!
Stipendi a 516 Euro mensili e nessuna causalità che giustifichi l’assunzione a due, tre, quattro mesi, piuttosto che di tipo stabile.
Assunzioni a giornata anche con tipologia continuativa, cioè: ti assumo al mattino e alla sera ti licenzio, per riassumerti l’indomani mattina e così via…
Massima flessibilità su orari e turni di lavoro e sulle mansioni che possono, anzi, verranno richieste.
Salari (già precari) variabili rispetto ai picchi di produttività richiesta.
Orbene, con questo modello, poiché è proprio ciò di cui si parla, hanno demolito il già “debolissimo” Contratto Nazionale. Il tutto, risulterà esportabile anche e soprattutto, a livello nazionale. Non si spiegherebbe altrimenti una regia nazionale, tra le parti sociali, su di un accordo (oggi!) territoriale e di sito produttivo.
Come dire che d’ora in avanti, nei prossimi eventi simili ad EXPO’, o ad esso comparabili, ossia, tutti i poli fieristici nazionali, dove, complessivamente, lavorano centinaia di migliaia di persone, si applicherà questa “nuova” tipologia contrattuale che, di fatto, farà saltare il Contratto Nazionale, con lo strumento del contratto territoriale-locale tanto agognato dal padronato, visto che, realisticamente, rende i lavoratori, infinitamente, più deboli ed estremamente ricattabili.
Veniamo ora alle “parti sociali” che hanno siglato l’accordo.
Confindustria ovvio; CISL scontato. E poi… CGIL (in questo caso milanese), la stessa che, vent’anni fa, non firmò il Patto per Milano, precarizzante ante litteram e guida per l’attuale accordo EXPO’, della destrorsa giunta Albertini e che ora invece sottoscrive, anzi, di più, propugna, insieme alla fida giunta arancione di Giuliano Pisapia end company! Ed a seguire, si arriva all’ Alleanza delle Cooperative, cioè la LegaCoop, notoria per campagne a sostegno del lavoro etico e sostenibile nell’universo mondo, tranne che in Italia. E su questo argomento, per certificare, basterà fare una seria verifica su paghe orarie, contribuzione, sicurezza sul lavoro, su un qualsiasi appalto di LegaCoop e “ giunta arancione”, di cui prima.
L’unica risposta, dovrà essere, necessariamente, un intervento continuo tra e con i lavoratori di questo nuovo apartheid sociale. Per descrivergli nero su bianco e spiegargli come sono stati assunti e, conseguentemente, sfruttati per permettere ai soliti, al vorace capitale, di guadagnare moneta sonante e fare sempre più profitto, sulla pelle dei lavoratori con l’avvallo dei loro, ormai, oltre che inutili, anche dannosi “ rappresentanti”.
Tempo fa, lanciammo uno slogan, relativamente alla deregolamentazione imposta da Marchionne: OGGI A POMIGLIANO, DOMANI AD OGNI ITALIANO.
Quello che è accaduto, rientra, perfettamente, nella linea già segnata.
Lo denunciamo! E non rimarremo, inermi, a guardare.
CSP-Partito Comunista Lombardia
Dipartimento Lavoro
28 luglio 2013