Dalla scoperta del Piano di rinascita democratica della loggia massonica P2 si è evidenziato che in Italia era, ed è, in corso un progetto eversivo di trasformazione della Repubblica democratica e parlamentare, nata dalla Resistenza, in una Repubblica di stampo autoritario ed elitario.
Punto centrale del progetto è stato quello di spostare la sovranità dal popolo, espressa tramite il voto proporzionale puro, messo a cardine di tutta l’attività politica e della macchina istituzionale (Parlamento, Camera e Senato, Regioni, Province, Comuni, ecc.), verso organismi esecutivi come il governo, il presidente del Consiglio e, in una probabile fase successiva, verso il presidente della Repubblica. La forma di governo parlamentare introdotto nella Carta del 1948, è l’unica che da centralità al Parlamento, come proiezione della dialettica tra le forze sociali e le forze politiche portatrici della sovranità popolare. Nell’attuale revisione costituzionale, nel rigo 27 dell’art. 12, è stato introdotto di soppiatto il dominio del governo sul Parlamento, chiedendo che “un disegno di legge indicato come essenziale per l’attuazione del programma di governo, sia iscritto con priorità all’O.d.G. e sottoposto a votazione finale entro 60 giorni dalla richiesta”. Addirittura rievocando il potere, introdotto dal fascismo nel 1925 in nome del primato del capo del governo, detto appunto regime del governo del capo, del Dux di determinare la formazione dell’O.d.G. della Camera.
Questo progetto, che per chi siede al governo e lo sta perseguendo, è un tradimento del giuramento fatto alla Costituzione e alla Repubblica democratica, mina gli interessi del popolo italiano, ed è funzionale al blocco egemone del capitalismo internazionale, come dimostrato nel report del 28 maggio 2013 della banca statunitense J.P.Morgan, in cui afferma che le cause della crisi economica in Europa sono da ricercare non nei limiti strutturali del sistema capitalistico, ma nei sistemi politici dei paesi europei del Sud e soprattutto nelle loro Costituzioni, che risentono troppo delle idee socialiste e antifasciste del dopoguerra: “Quando la crisi è iniziata era diffusa l’idea che questi limiti intrinseci avessero natura prettamente economica (…). Ma col tempo è divenuto chiaro che esistono anche limiti di natura politica. I sistemi politici dei paesi del sud, e in particolare le loro costituzioni, adottate in seguito alla caduta del fascismo, presentano una serie di caratteristiche che appaiono inadatte a favorire la maggiore integrazione dell’area europea”.
E’ certo che le proposte delle formazioni politiche che siedono oggi in Parlamento e che dirigono il governo, non sono espressione di una libera valutazione, ma sono il frutto del condizionamento prodotto dalla distorsione introdotta dall’incostituzionale sistema elettorale maggioritario, che ha permesso la selezione di politici asserviti alle logiche minoritarie d’impresa, come quelle della banca J.P.Morgan, che vogliono far prevalere interessi di parte contro gli interessi maggioritari delle masse popolari, stravolgendo ben 49 articoli della nostra Costituzione, considerata tra le più avanzate e democratiche al mondo, perché non vieta l’ipotesi di una società socialista ma, anzi essendo programmatica, indirizza proprio verso una società di quel tipo.
Nella nostra Carta sono sanciti principi universali, come il diritto al lavoro, la pace, l’eguaglianza dei cittadini davanti alla legge, l’economia al servizio dei cittadini, la parità tra i sessi, il diritto d’asilo, la giustizia sociale, l’istruzione e la sanità uguale per tutti, il diritto alla casa, la protezione dell’ambiente ecc., diritti sociali che sono stati attaccati dalle forze che fanno riferimento al capitalismo, fin dal giorno dopo la promulgazione della Carta. Principi per i quali il nostro popolo è stato oggetto di strategie terroristiche e criminali per impedirne l’attuazione.
Da Portella della Ginestra a Piazza Fontana e Piazza della Loggia, alla strage alla Stazione di Bologna al caso Moro, fino alle bombe di Capaci e via D’Amelio, la Repubblica democratica nata dalla Resistenza ha dovuto difendersi da questa strategia eversiva, promossa e guidata da falsi alleati, come gli Usa e i paesi della Nato. È solo grazie ai movimenti di massa degli anni Sessanta e Settanta, con alla testa il Partito comunista italiano, che si è potuto resistere e mantenere in piedi l’impianto democratico costituzionale.
È sotto gli occhi di tutti che le controriforme costituzionali che hanno modificato la Repubblica democratica fondata sul lavoro in una Repubblica basata sugli interessi dell’impresa, facendo saltare l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, hanno approfondito la diseguaglianza sociale e quella giuridica, creando di fatto cittadini di serie A e di serie B.
Si è persa la sovranità nazionale con il tradimento dell’articolo 11 della Costituzione, partecipando ai progetti di guerra offensiva Usa-Nato siamo diventati uno Stato fantoccio al servizio del comparto industriale-militare Usa e delle conseguenti mire dell’imperialismo americano in Medio Oriente, Africa, Est Europa e Asia.
Tutto questo è avvenuto e avviene solo in ragione del fatto che i capitalisti e i loro alleati si muovono nella società attraverso formazioni elitarie ed autoritarie come la massoneria e suoi derivati – il Bilderberg, la Trilateral, l’Aspen, ecc. – che fanno del trasversalismo occulto la prassi sociale che consente loro di occupare, tutti i partiti, i media pubblici e privati, le istituzioni, gli apparati militari e civili dello Stato, in dispregio dell’articolo 18 della Costituzione sulle società segrete. Creando in questo modo le condizioni politiche per l’avvento di quello che Karl Marx chiama dittatura della borghesia.
I compagni delle Sezioni comuniste Gramsci-Berlinguer, raccogliendo le preoccupazioni e le indicazioni di lotta del compagno Salvatore d’Albergo, che ha dedicato tutta la sua vita a insegnare i profondi e inscindibili nessi esistenti tra la struttura economica e la sovrastruttura politica della nostra società e che aveva ben individuati i pericoli sociali derivanti dalle autoritarie e incostituzionali leggi che hanno investito il nostro Paese negli ultimi trent’anni (che hanno avuto un’impressionante accelerazione con i governi Berlusconi, Prodi, D’Alema, Monti, Letta, Renzi) come l’introduzione del pareggio di bilancio in Costituzione, chiamano il democratico popolo italiano e tutti gli antifascisti alla mobilitazione e alla realizzazione di una poderosa manifestazione, davanti al Parlamento, in difesa e rilancio della Costituzione sociale e antifascista con lo scopo di impedirne lo stravolgimento e con la richiesta esplicita del ritorno alle regole della Costituzione del 1948, con partiti di massa radicati nel territorio, al ripristino di elezioni politiche con suffragio proporzionale puro e l’eliminazione di tutte le leggi incostituzionali e antipopolari riguardanti la sovranità nazionale e gli accordi internazionali, ricorrendo anche all’uso degli strumenti di legge previsti in difesa del popolo sovrano.
Ora e sempre Resistenza.
Sezioni comuniste Gramsci-Berlinguer di Pisa e Milano