L’8 dicembre 2013, l’intero mondo civilizzato ha assistito all’atto vandalico e sacrilego, perpetrato sotto il pretesto dei valori europei, quando una folla festante di brutale estremismo distruggeva il monumento di Lenin nel centro di Kiev.
I principali canali televisivi mondiali hanno diffuso i filmati scioccanti dei rappresentanti del partito fascista “Libertà” guidato da Oleg Tyagnibok mentre come invasati abbattevano il monumento, minacciando che il prossimo obiettivo sarebbe stato il Presidente dell’Ucraina Viktor Yanukovych.
La cosiddetta “Opposizione” in Ucraina esige apertamente la punizione dei funzionari governativi, mentre sovverte l’ordine pubblico, a partire dal pogrom di Kiev, dalle barricate, con il centro della capitale ucraina praticamente paralizzato.
Allo stesso tempo, i ministri degli esteri di Polonia, Lituania e Svezia, nonché alcuni leader politici dell’Unione europea, non hanno esitato a surriscaldare ulteriormente la situazione in Ucraina. Rappresentanti del Partito Popolare europeo hanno palesato approvazione per la situazione in Ucraina. Molti ambasciatori dell’Unione europea nei loro commenti hanno espresso anch’essi esplicita approvazione per il tentativo di rovesciamento del governo ucraino, infrangendo il saldo principio di non interferenza del mondo diplomatico.
Per converso è inimmaginabile una situazione in cui disordini in paesi come la Francia o la Svezia, ricevano il plauso dei politici di altri paesi per le azioni di una folla aggressiva, allo stesso modo è impossibile immaginare interferenze negli affari di un altro stato da parte del corpo diplomatico.
I tragici eventi in Ucraina vengono presentati sotto il pretesto di una lotta per i valori europei, ma di quali valori stiamo parlando, se al posto di un monumento demolito viene issata la bandiera dell’Unione europea, quando viene posta, in nome dei valori europei, la richiesta di distruzione fisica delle autorità?
I valori europei non possono essere chiamati a discolpa delle gravi percosse di una folla aggressiva ai danni di centinaia di funzionari di polizia disarmati dell’amministrazione del presidente dell’Ucraina, molti restati gravemente feriti.
Noi crediamo che le azioni della cosiddetta “opposizione” e del partito fascista “Libertà”, che distruggono monumenti, commettono enormi provocazioni contro i funzionari di polizia e i dipendenti pubblici, occupano numerose istituzioni statali in Kiev, in nessun modo siano da considerarsi valori europei.
Sfortunatamente, i media filo-occidentali mostrano solo una parte della verità. I fatti reali che dovrebbero essere descritti da un punto di vista neutrale, sono taciuti. Il pubblico europeo è indotto a credere che, apparentemente, “tutto il popolo ucraino difende la scelta europea”. In realtà c’è una traslazione di concetti: invece della retorica europea in Ucraina si inscena un colpo di stato.
Di ogni vostra iniziativa informate il Dipartimento Internazionale del CC del Partito Comunista di Ucraina, in modo che possiamo rendere nota la vostra posizione in merito alla società ucraina. Credo sinceramente nel vostro sostegno.
Cordiali saluti
Il Primo Segretario del Comitato Centrale del Partito Comunista di Ucraina, capogruppo dei comunisti nel Parlamento ucraino, membro della delegazione permanente ucraina nell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa, Petro Symonenko