Cari compagni
sabato alle ore 11,15 presso la Sezione comunista Gramsci-Berlinguer in via Santi Efisio e Potito 13 a Pisa riunione per discutere la proposta di mobilitazione e sciopero generale contenuta nell’Appello al democratico popolo italiano e a tutti gli antifascisti contro il colpo di stato promosso dal reazionario governo Renzi.
Tutti i compagni e i sinceri democratici sono invitati alla discussione, come sta avvenendo a Milano, e a decidere democraticamente del contenuto del testo e delle iniziative di lotta.
Ora e sempre Resistenza.
I compagni delle Sezioni comuniste Gramsci-Berlinguer di Pisa e Milano
Associazione Salvatore d’Albergo Centro il Lavoratore
La redazione di iskrae.eu
Appello al democratico popolo italiano e a tutti gli antifascisti
L’attuale stravolgimento della nostra Costituzione, che ne riscrive ben 49 articoli, comporta una profonda trasformazione della democrazia nata dalla Resistenza, è frutto di un lungo attacco compiuto dalle classi capitalistiche dei Paesi del blocco occidentale, con alla testa quelli anglosassoni.
Era teorizzato nel rapporto della Trilateral Commission La crisi della democrazia, uscito nel 1975, in cui si affermava che «Un eccesso di democrazia significa un deficit di governabilità» e che «l’indebolimento del potere dell’influenza americana negli affari mondiali è direttamente legata alla crisi della governabilità» e che quindi è necessario aumentare il potere dei governi e creare una disaffezione nei cittadini alla partecipazione democratica, per non «sovraccaricare il sistema politico con richieste che ne allargano le funzioni e ne scalzano l’autorità». Questo progetto fatto da una élite autoproclamatasi governo mondiale, ma non eletta da nessuno, ha trovato la sua applicazione nel nostro paese nel Piano di rinascita democratica della loggia massonica P2 e con la sua scoperta si è evidenziato che in Italia era in corso un progetto eversivo di trasformazione in una Repubblica di stampo autoritario ed elitario, della nostra società incardinata su una Costituzione fondata sulla pace, il lavoro e l’eguaglianza sociale. Questo piano eversivo ha il suo terminale nel governo Renzi, che sta attuando il ribaltamento totale di questi tre principi fondamentali della nostra Costituzione.
Punto centrale del progetto è stato spostare la sovranità dal popolo, espressa tramite il voto proporzionale puro, verso organismi esecutivi come il governo, il presidente del Consiglio e, in una probabile fase successiva, verso il presidente della Repubblica, operazione passata attraverso l’introduzione dell’incostituzionale sistema maggioritario a premi, avviata dalle pressioni sul Parlamento del presidente Francesco Cossiga che, nel 1991, ha “ordinato” una profonda revisione della Costituzione per modificare la forma di governo, di Stato e l’indipendenza della magistratura, a cui tutti si sono accodati. Da quel momento in poi le segreterie dei partiti, ma in particolare il segretario, hanno acquisito il potere di decidere chi si deve candidare alle elezioni, svuotando di potere decisionale nella scelta dei candidati le strutture territoriali dei partiti; facendogli perdere la funzione selezionatrice dal basso verso l’alto e di raccordo democratico tra eletti, Parlamento e territorio. Un colpo mortale alla democrazia.
La forma di governo parlamentare introdotto dalla Carta del 1948, è l’unica in tutto l’Occidente che dà centralità al Parlamento come proiezione della dialettica tra le forze sociali e le forze politiche portatrici della sovranità popolare. Nell’art.12 del disegno di legge Boschi viene trasformato l’art. 72 della Costituzione, introducendo di soppiatto il dominio del governo sul Parlamento, affermando che «il Governo può chiedere alla Camera dei deputati di deliberare, entro cinque giorni dalla richiesta, che un disegno di legge indicato come essenziale per l’attuazione del programma di governo sia iscritto con priorità all’ordine del giorno e sottoposto alla pronuncia in via definitiva della Camera dei deputati entro il termine di 70 giorni dalla deliberazione». Ricalcando il potere, introdotto dal fascismo nel 1925, di determinare la formazione dell’ordine del giorno della Camera in nome del primato del capo del governo sull’assemblea parlamentare; passaggio legislativo che ha determinato la nascita della dittatura fascista, dove tutto il potere era in mano al capo del governo, cioè del Dux.
Questo progetto, che per chi siede al governo e lo sta perseguendo, è un tradimento del giuramento fatto alla Costituzione e alla Repubblica democratica, mina gli interessi del popolo italiano, ed è funzionale al blocco egemone del capitalismo internazionale, che persevera nella sua azione devastatrice della nostra democrazia, come dimostrato nel report del 28 maggio 2013 della banca statunitense J.P.Morgan, in cui afferma che le cause della crisi economica in Europa sono da ricercare, non nei limiti strutturali del sistema capitalistico, come le crisi di sovrapproduzione, ma nei sistemi politici dei paesi europei del Sud e soprattutto nelle loro Costituzioni, che risentono troppo delle idee socialiste e antifasciste del dopoguerra: «Quando la crisi è iniziata era diffusa l’idea che questi limiti intrinseci avessero natura prettamente economica (…). Ma col tempo è divenuto chiaro che esistono anche limiti di natura politica. I sistemi politici dei paesi del sud, e in particolare le loro costituzioni, adottate in seguito alla caduta del fascismo, presentano una serie di caratteristiche che appaiono inadatte a favorire la maggiore integrazione dell’area europea».
E’ certo che le formazioni politiche che siedono oggi in Parlamento e che dirigono il governo, non sono portatrici degli interessi generali della nazione: lo manifestano nell’aver trasformato il Senato in un organismo lobbistico che non rappresenta tutto il popolo italiano, ma fa da tramite fra interessi particolari locali e le lobbies europee. Tanto da aver eliminato dall’articolo 67 della Costituzione che «Ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione» preferendo, per ovvii motivi, «I membri del Parlamento esercitano le loro funzioni senza vincolo di mandato». Affermando contemporaneamente nel modificato articolo 55 che solo i deputati hanno il compito di rappresentare la Nazione. Creando di fatto una situazione conflittuale di dualismo di potere.
Nella nostra Carta sono sanciti principi universali, come il diritto al lavoro, la pace, l’eguaglianza dei cittadini davanti alla legge, l’economia al servizio dei cittadini, la parità tra i sessi, il diritto d’asilo, la giustizia sociale, l’istruzione e la sanità uguale per tutti, il diritto alla casa, la protezione dell’ambiente ecc., diritti sociali che sono stati attaccati dalle forze che fanno riferimento al capitalismo, fin dal giorno dopo la promulgazione della Carta, considerata tra le più avanzate e democratiche al mondo, perché non vieta l’ipotesi di una società socialista ma, anzi essendo programmatica, indirizza proprio verso una società di quel tipo, per far evitare al nostro popolo gli effetti devastanti delle crisi capitalistiche.
Principi per i quali il nostro popolo è stato oggetto di strategie terroristiche e criminali per impedirne l’attuazione. Da Portella della Ginestra a Piazza Fontana e Piazza della Loggia, alla strage alla Stazione di Bologna al caso Moro, fino alle bombe di Capaci e via D’Amelio, la Repubblica democratica nata dalla Resistenza ha dovuto difendersi da questa strategia eversiva, promossa e guidata da falsi alleati, come gli Usa e i paesi della Nato. È solo grazie ai movimenti di massa degli anni Sessanta e Settanta, con alla testa il Partito comunista italiano, che si è potuto resistere e mantenere in piedi l’impianto democratico costituzionale.
È sotto gli occhi di tutti che le controriforme costituzionali che hanno modificato la Repubblica democratica fondata sul lavoro in una Repubblica basata sugli interessi dell’impresa, facendo saltare l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, hanno approfondito la diseguaglianza sociale e quella giuridica, creando di fatto cittadini di serie A e di serie B.
Si è persa la sovranità nazionale con il tradimento dell’articolo 11 della Costituzione, partecipando ai progetti di guerra offensiva Usa-Nato siamo diventati uno Stato fantoccio al servizio del comparto industriale-militare Usa e delle conseguenti mire dell’imperialismo americano in Medio Oriente, Africa, Est Europa e Asia.
Tutto questo è avvenuto e avviene solo in ragione del fatto che i capitalisti e i loro alleati si muovono nella società attraverso formazioni elitarie ed autoritarie come la massoneria e suoi derivati – il Bilderberg, la Trilateral, l’Aspen, ecc. – che fanno del trasversalismo occulto la prassi sociale che consente loro di occupare tutti i partiti, i media pubblici e privati, le istituzioni, gli apparati militari e civili dello Stato, in dispregio dell’articolo 18 della Costituzione sulle società segrete. Creando in questo modo le condizioni politiche per l’avvento di quello che Karl Marx chiama dittatura della borghesia.
I compagni delle Sezioni comuniste Gramsci-Berlinguer, raccogliendo le preoccupazioni e le indicazioni di lotta del compagno Salvatore d’Albergo, che ha dedicato tutta la sua vita a insegnare i profondi e inscindibili nessi esistenti tra la struttura economica e la sovrastruttura politica della nostra società e che aveva ben individuati i pericoli sociali derivanti dalle autoritarie e incostituzionali leggi che hanno investito il nostro Paese negli ultimi trent’anni (che hanno avuto un’impressionante accelerazione con i governi Berlusconi, Prodi, D’Alema, Monti, Letta, Renzi) come l’introduzione del pareggio di bilancio in Costituzione, chiamano, per il 15 di ottobre, il democratico popolo italiano e tutti gli antifascisti alla mobilitazione e alla realizzazione di una poderosa manifestazione, davanti al Parlamento, in difesa e rilancio della Costituzione sociale e antifascista con lo scopo di impedirne lo stravolgimento e con la richiesta esplicita del ritorno alle regole della Costituzione del 1948, con partiti di massa radicati nel territorio, al ripristino di elezioni politiche con suffragio proporzionale puro e l’eliminazione di tutte le leggi incostituzionali e antipopolari riguardanti la sovranità nazionale e gli accordi internazionali, ricorrendo anche all’uso degli strumenti di legge previsti in difesa della sovranità popolare e della democrazia denunciando tutti coloro che a livello internazionale e nazionale
hanno: Attentato contro la Costituzione dello Stato, articolo 283 del c.p.;
prodotto una: Usurpazione di potere politico art. 287 c.p.;
attuato: Attentati contro i diritti politici del cittadino art. 294 del c.p.;
alimentato una: Cospirazione politica mediante associazione art.305 c.p.
Contro questo ennesimo attacco alla nostra Costituzione chiediamo al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, di farsi garante della sua difesa.
Ora e sempre Resistenza.
Sezioni comuniste Gramsci-Berlinguer di Pisa e Milano
Associazione Salvatore d’Albergo Centro il Lavoratore