da: cienfuegos1983
Dopo anni di fedele alleanza l’idillio tra Arabia Saudita e Stati Uniti sembra incrinarsi. Troppe le divisioni sulla politica da adottare in Medio Oriente, su cui hanno pesato i cambiamenti in Siria e Iran.
Un idillio durato decenni sembra essere arrivato al capolinea. Stiamo parlando dei controversi rapporti tra Washington e Riad, che a causa di diversi motivi negli ultimi mesi sono arrivati ai minimi termini. Il motivo sono le divisioni sul Medio Oriente, divisioni acuite da quanto successo negli ultimi tempi tra Siria e Iran, al punto che l’Arabia Saudita è arrivata al punto di esternare pubblicamente il proprio disappunto nei confronti dell’amministrazione Obama. Non solo, il principe Bandar Bin Sultan, uno dei più attivi nel foraggiare i ribelli siriani, ha fatto anche capire chiaramente che Riad potrebbe persino pensare di ridurre il suo sostegno al debito statunitense e cambiare le relazioni con gli Stati Uniti. Il motivo? Semplice, l’Arabia Saudita sulla caduta del governo di Assad ha investito risorse ingenti, e ora che la situazione sembra essersi impantanata, anzi sembra essere favorevole a Damasco, ecco arrivare la furia di Riad che aveva evidentemente accarezzato la possibilità dell’intervento militare americano all’indomani della controversa vicenda delle armi chimiche. Ora Riad accuserebbe di passività l’amministrazione Obama, che avrebbe frenato bruscamente sulla Siria proprio negli ultimi mesi. Anche per questo Bin Sultan ha annunciato la rinuncia al seggio al Consiglio di Sicurezza, un modo plateale per esternare il proprio fastidio. Del resto in contemporanea si è intromesso anche l’Iran, storico alleato della Siria, che ha fatto pressioni per evitare la guerra in Medio Oriente. L’Arabia Saudita si è quindi trovata da sola, e da qui la decisione della Casa Bianca di provare a salvare il salvabile per preservare l’alleanza con Riad. E’ in quest’ottica che Obama a ha deciso di inviare John Kerry in Arabia Saudita che è il primo produttore di petrolio al mondo, quindi un alleato troppo prezioso per Washington. Comunque non si parla appunto di vero strappo in quanto Washington e Riad sono oggettivamente due alleati naturali, al punto che hanno appena siglato un accordo per l’addestramento di 1500 ribelli siriani in Arabia Saudita. Ma se gli Stati Uniti si ritireranno sempre di più in un dolce isolamento, ecco che l’Arabia Saudita potrebbe decidere di far da sè, anche per evitare di farsi sopravanzare da Qatar, Turchia ed Egitto nella regione. Considerato che l’Arabia Saudita reinveste una mole enorme di denaro derivante dalla vendita del petrolio in titoli azionari americani, ecco che si capisce che Riad possiede eccome degli elementi di pressione nei confronti della Casa Bianca, vedi la minaccia di vendere petrolio in euro o Yuan e non più in dollari.
5 novembre 2013