Sulla strada provinciale 74 che porta a Palagonia sono tutti alberi di arance, decine di migliaia, a perdita d’occhio. Di piccoli imprenditori, di grandi multinazionali e di mafiosi. I primi giorni di novembre del 2010 in contrada Alcovia sono arrivati i carabinieri ed hanno notificato il decreto di confisca. Ma da allora nessuno è andato via. Hanno continuato a raccogliere le arance e a godersi le ville. Nonostante quei beni fossero stati definitivamente confiscati alla mafia.
Più di cinque ettari di agrumeto, un grande casolare trasformato in villa di lusso, palme alte dieci metri, una mega piscina. Tutto questo c’è dentro i lotti di beni confiscati alla mafia, sul territorio di Palagonia, che l’Agenzia Nazionale ha messo a bando per assegnarli alle associazioni. Terreni intestati ai coniugi Piticchio-Sangiorgi, ma di cui, secondo i giudici, il “vero” proprietario era Antonino Sangiorgi, condannato per associazione mafiosa nell’ambito del processo Iblis contro il clan Santapaola.
A Palagonia lo sanno tutti, quella è la villa di Sangiorgi. È stata acquistata nel 2001, assieme ai terreni, dall’ISMEA (Istituto per gli studi, ricerche ed informazioni sul mercato agricolo), con patto di riservato dominio a favore di quest’ultima, per il prezzo di euro 211mila 812 da corrispondersi in trent’anni. La giornalista Rai Eleonora Mastromarino, che è andata su quei terreni, vi ha trovato ancora il proprietario a lavorare.
Magistratura, Prefettura, Carabinieri, amministratori giudiziari e Agenzia Nazionale per i beni confiscati dovranno spiegare come sia possibile che per dieci anni dopo la notifica del sequestro, le arance di contrada Alcovia siano state vendute da chi aveva subìto il provvedimento di confisca, come mai quei beni sono rimasti in mano a chi doveva esserne privato per sentenza del Tribunale.
Da parte nostra, noi in contrada Alcovia vogliamo coltivare rispettando i diritti dei braccianti, con la giusta paga e i giusti contratti. Fare tutto biologico e biodinamico, rispettando l’ambiente e il territorio. Vogliamo aprire la piscina a tutto il paese e la villa alle feste dei bambini di Palagonia. Vogliamo far tornare dolci le arance.