Una cinquantina di persone si sono ritrovate davanti alla sede centrale della banca per protestare: rivogliamo indietro i soldi che ci avete rubato
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Monta la protesta ad Arezzo, dove circa 50 persone si sono radunate davanti alla sede centrale di Banca Etruria. Come annunciato dal comitato ‘Vittime del salva-banche’, gli ex obbligazionisti sono arrivati in treno e in auto, sfidando freddo e forze dell’ordine per protestare contro quella che loro definiscono una truffa in piena regola. Hanno issato striscioni e cartelli con scritto “Qui giace la fiducia nel sistema bancario” e “Rivogliamo tutti i soldi che ci avete rubato”. Momenti di tensione. I risparmiatori che si ritengono danneggiati da Banca Etruria e che stamani protestano ad Arezzo hanno cercato di entrare dentro la sede centrale dopo aver colpito con pugni più volte la porta a vetri d’ingresso. Al grido di “ladri”, “ladri”, un gruppo ha quindi provato a forzare anche il secondo accesso dopo aver guadagnato l’atrio, ma non è riuscito ad entrare fino nella sede della banca. I contestatori sono circondati dalle forze dell’ordine. La strada dove si trova la banca è bloccata dai vigili urbani.
Codacons: si preparano cause. Il Codacons ha espresso pieno appoggio ai risparmiatori che oggi sono scesi in piazza ad Arezzo per protestare contro il decreto salva-banche e ha annunciato che a inizio 2016 partiranno le prime cause risarcitorie. L’associazione, riferisce una nota, ha programmato per i prossimi giorni nuove iniziative e altre mobilitazioni dei risparmiatori in varie città italiane, contro il salvataggio di Banca Marche, Banca Etruria, Carife e Carichieti. “Le nostre iniziative a tutela dei risparmiatori non si fermano però alle proteste di piazza – spiega il presidente Carlo Rienzi -. Stiamo infatti definendo le prime cause risarcitorie che partiranno a inizio 2016, attraverso le quali gli investitori che hanno visto azzerati i propri risparmi chiedono il rimborso integrale delle obbligazioni subordinate, vendute in modo truffaldino senza adeguate informazioni sui rischi e in mancanza di avvisi alla clientela circa lo stato di dissesto degli istituti emittenti”.
28 dicembre 2015