Locale frequentato dai nazionalisti. E andiamo dunque a vederli bene in faccia questi nazionalisti torinesi, che fanno tanto baccano a parole, ma che al momento dei fatti, quando si tratta di far conoscere il loro musetto di bestioline predaci, sanno fare, con tanta ammirevole solidarietà, i pesci. Qualcheduno lo si conosce, che diavolo, per i contatti che bisogna pure avere con la folla. E in qualche nostra incursione nei locali dell’associazione nazionalista, abbiamo anche avuto l’onore di conoscerli in gruppo, [di vederli] applaudire in coro quando non era ancora il momento, per un segnale sbagliato, e voltare verso il muro l’immagine dell’allora voltagabbana Bevione che non riusciva presso il suo direttore ad ottenere un po’ piú di reclamina per gli spassetti di lor signori. Ma ora si tratta di ben altro. Si tratta di vedere questi monopolizzatori del decoro nazionale nella vita d’ogni giorno, nella vita da ritrovo, in piena camaraderia. E andiamo dunque a vederli. L’insegna del ritrovo è veramente poco rassicurante, Muletto. Ma è dovuto come si capisce a gente d’altri tempi, quando il patriottismo non era ancora diventato partito, ed era uno stato d’animo puro e semplice. Nella botte vecchia i nuovi venuti avranno versato il loro vino generoso, e avranno cosí rinvigorito la tradizione.
Ma, ahimè! dove sono dunque andato a cadere? Tu l’hai voluto, George Dandin! Ma questa è in verità l’anticamera di una casa di tolleranza. Giovanotti indemoniati, vispe donnette che hanno saltato la sbarra, salottini riservati con relativi divani, e un afrore nell’aria, odore speciale di bestioline in fregola e non precisamente patriottica! Sí, si vede qualcuna di quelle facce toste che in altri tempi ci hanno accusato di essere accoltellatori perché uno dei loro aveva avuto i calzoni abbrindellati dal suo stesso bastone prima sacrosantamente spezzato su una durissima testa proletaria, qualcuno di quelli che, nella sesta giornata di un giugno ormai lontano, erano andati a offrire il proprio servizio gratuito alla benemerita istituzione dei questurini, ma in che veste da camera, signor Iddio! Eppure non ho sbagliato; l’annuncio diceva proprio: ritrovo preferito dai nazionalisti, e non sapevo che il nazionalismo includesse, nella novità della sua dottrina, anche questi allegri saturnali.
Ma non sarebbe meglio un piccolo cambiamento, nell’insegna? Cosí per esempio: Asineto, ritrovo preferito dai nazionalisti, quando, nei momenti che la vita pubblica concede loro per riposare, vogliono fare gli… asini? Cosí sarebbero contenti tutti, la morale e la dottrina.
Antonio Gramsci “Sotto la Mole” 24 gennaio 1916