di: Cristiano Mais
Anni di appalti facili e milionari per i servizi di pulizia, fuorilegge e senza controllo. Succede negli ospedali del popoloso hinterland a nord di Napoli, dove adesso si accendono i riflettori dell’Autorità Anticorruzione guidata da Raffaele Cantone.
L’Anac, infatti, ha appena inviato alla procura e alla Corte dei Conti atti e documenti che riguardano quanto approvato dall’Asl Napoli 2 sui servizi di pulizia e di sanificazione. Incredibile l’arco temporale lungo il quale la reginetta del settore, EPM, ha controllato in maniera diretta o indiretta le pingui commesse: circa un quindicennio.
La bagarre per l’affidamento delle gare, infatti, comincia a fine 2004, quando l’Asl revoca il contratto alla Epm perchè appena colpita da interdittiva antimafia, provvedimento spesso e volentieri adottato dalla Prefettura nei confronti di imprese che operano nel settore, per lo più popolato da sigle in forte odore di camorra.
Interdittiva poi revocata. Nell’anno successivo, il 2005, l’appalto passa ad un’altra sigla, Multiservizi srl, comodo paravento per la stessa Epm. Così oggi quella Multiservizi viene definita nel rapporto elaborato dall’Anac: “un’azienda derivata dal cambio di denominazione della Epm”.
Poi, comunque, tornerà a chiamarsi Epm e diventerà “affidataria, sulla base della semplice aggiudicazione provvisoria, dal novembre 2005 al febbraio 2008” degli stessi servizi di pulizia e sanificazione, per un importo non da poco, 11 milioni di euro. Il tutto – precisa l’Autorità anticorruzione – “in violazione delle norme vigenti all’epoca e nonostante il procedimento di informativa antimafia pendente”.
Ma gli iter amministrativi di affidamento proseguono come se nulla fosse. Ed è così che viene stipulato un contratto quinquennale, dal 2008 fino al 2013, pur “se il servizio era già gestito da Multiservizi poi Epm sulla base della sola aggiudicazione provvisoria”. Quando il provvisorio, per incanto, si trasforma in un quasi contratto a vita.
Non è certo finita. Perchè nel 2013 la solerte Asl Napoli 2 provvede a rinnovare il contratto stesso, sempre a favore dell’impresa double face, l’acrobatica Epm-Multiservizi.
Così adesso commenta l’Anac di Cantone. “Nella sostanza la stazione appaltante, in considerazione del giudizio pendente sull’interdittiva antimafia, ha proceduto a un affidamento sulla base della sola aggiudicazione provvisoria e senza effettuare alcun controllo per tre anni, per poi procedere alla stipula del contratto per cinque anni”. Ai confini della realtà. Con una prefettura di Napoli rimasta a guardare.
La sceneggiata continua. Ed eccoci all’ennesima proroga, dalla primavera 2015 a quella 2016: oggi ritenuta dall’Anac “priva dei requisiti stabiliti dalla legge”.
Non è l’ultimo atto. Perchè a maggio 2016 la sempre disinvolta Asl Napoli 2 provvede a deliberare la prosecuzione del contratto con la Epm (stavolta non travestita da Multiservizi), almeno fino a quando non verrà effettuata una nuova aggiudicazione via Consip, la stazione appaltante pubblica entrata nel ciclone giudiziario targato Alfredo Romeo & C.
Solo adesso è entrata in campo l’Autorità anticorruzione. Megli tardi, tardissimo che mai.
17 maggio 2018