La partecipazione di Susanna Camusso all’assemblea nazionale dei delegati fiom, dopo 4 anni assenza sistematica, suggella il definitivo riallineamento di Landini alla confederazione e celebra il patto congressuale tra Fiom e Cgil. Dopo mesi di progressiva limatura delle differenze, dopo l’abbandono e l’abiura della scorsa battaglia congressuale sul documento alternativo e l’adesione totale all’accordo del 28 giugno 2011 sulle deroghe al contratto nazionale e al liberticida accordo del 31 maggio 13 che accoglie integralmente il modello Marchionne sulla rappresentanza, la relazione introduttiva di Landini sancisce la mesta conclusione della lunga stagione dell’antagonismo Fiom avviata da Sabattini nel 2001 con la resistenza all’accordo separato di Fim e Uilm sul biennio economico del ccnl federmeccanica e il primo sciopero generale della sola Fiom dopo 35 anni di unita’ sindacale. Se un sindacato fonda la sua ragion d’essere nelle pratiche contrattuali e nelle grandi scelte di fondo, si puo’ dire che non vi e’ più alcuna differenza tra Landini e Susanna Camusso visto il comune abbraccio dell’accordo del 28 giugno e del 31 maggio 2013. Ironia della storia,landini segna il rientro proprio con la proposta di uno sciopero unitario a Fim e Uilm sulla crisi. Susanna Camusso ha più volte sottolineato la convergenza con Landini e attaccato l’intervento di Bellavita proprio a dimostrazione che non esiste più alcuna alterità tra Fiom e Cgil. L’abbraccio dei due gruppi dirigenti e’ molto più di un disgelo. C’e’ uno smottamento profondo dell’apparato Fiom verso l’adeguamento alle pratiche comuni a tutte le altre categorie di Cgil Cisl e Uil.
La sostanza e’ che questa tre giorni di assemblea nazionale e’ servita solo all’abbraccio con la Cgil in funzione congressuale ed a significare, con la proposta di uno sciopero unitario a carattere esclusivamente politicista. Nessuna discussione rigorosa e’ più possibile in Fiom tutto e’ travolto dalla retorica, sempre più vuota e fumosa, a copertura di una pratica concreta quotidiana che fa tutt’altro. La conclusione dell’assemblea ha fotografato esattamente il quadro descritto. Il risultato finale del voto sui documenti ha evidenziato quello che tutti sapevamo sin dall’inizio. La platea era completamente predeterminata sia attraverso l’esclusione di tanti compagni e compagne della rete in aperta violazione del principio del pluralismo convenuto dentro la mozione 2 rinaldini cremaschi allo scorso congresso, sia lasciando a casa i delegati meno controllabili della maggioranza, ma sopratutto riempendo le fila della sala, all’ultimo minuto, di stuoli di funzionari giunti a rimini per rimpinguare i numeri della maggioranza landini camusso.
Una tre giorni che ha ulteriormente disarmato i metalmeccanici
Lunedì 30 Settembre 2013