Norbert Hofer, l’ingegnere con la pistola, il candidato dell’estrema destra anti-migranti, vince col 35% nel primo turno delle elezioni presidenziali austriache. Il verde Alexander van der Bellen è secondo al 20%. Eliminati i candidati dei due grandi partiti tradizionali, popolari e socialisti, dal ballottaggio. Vince la paura sul fenomeno migranti, esultano gli esponenti della destra fascio leghista. Le elezioni politiche in Serbia
Di Massimo Nava
Il successo dell’estrema destra alle presidenziali austriache era largamente previsto e prevedibile. Alla luce del risultato, la chiusura del Brennero e le barriere all’immigrazione non sono state soltanto il riflesso di un atteggiamento di chiusura xenofoba che alligna nell’opinione pubblica austriaca ma paradossalmente un estremo tentativo del governo in carica di dare una risposta a queste pulsioni irrazionali e di tenerne sotto controllo le conseguenze politiche.
Il risultato é come si é visto fallimentare, essendo nella logica del cane che si morde la coda. L’Austria, dopo la Francia di Marine Le Pen, dopo la Brexit sempre piú probabile, dopo le derive populiste nel Nord Europa é solo l’ultimo esempio della drammatica dimensione europea del problema. Da un lato l’immigrazione incontrollata e gigantesca alimenta i movimenti xenofobi e anti europei, le domande di Muri e di revisione di Schengen, quindi delle stesse basi ideali dell’Europa.
Dall’altro, l’incapacitá o la debolezza dei governi europei nel dare risposte forti coraggiose al problema fanno si che l’immigrazione incomba come una minaccia sempre piú grande e pericolosa e quindi favorisca proprio quei partiti e movimenti che stanno distruggendo l’Europa. In questa fase, soltanto pochi Paesi stanno cercando di spezzare il circolo che potrebbe trascinare tutti gli europei – nativi e immigrati – in una tragedia piú grande e purtroppo giá vista.
La Germania con una coraggiosa e pragmatica politica di integrazione e accoglienza, che ha contemplato anche un molto pragmatico per quanto controverso accordo con la Turchia, prima che la Turchia decida di rovesciare sull’Europa i suoi due milioni e mezzo di profughi. La Grecia, assediata e strozzata dai debiti (anche dalla Germania) eppure in prima linea in un commuovente slancio di solidarietá spontanea.
E’ l’Italia che soccorre e aiuta sul fronte dei mare e che si muove con determinazione in Europa per fare passare proposte che smuovano la situazione, come quella di non contabilizzare nel patto di stabilità l’emergenza immigrazione. Non basta ?
Forse, ma è la strada giusta. Il resto é soltanto un calcolo cinico e ipocrita sull’ignoranza e sulla paura. Impedire agli esseri umani di fuggire da guerre e carestie é come chiedere loro di non respirare e quindi di morire. Tanto piú che non possiamo mettere da parte le nostre responsabilità in guerre e carestie. Un ambito in cui siamo stati molto efficaci e tecnicamente all’avanguardia.
LA CRONACA
Vince Norbert Hofer, il candidato della formazione di estrema destra anti-migranti, nel primo turno delle elezioni presidenziali austriache. Secondo il verde Alexander van der Bellen col 20% che sarà il suo avversario al ballottaggio. Eliminati dal ballottaggio e dalla corsa presidenziale -secondo segnale decisivo che giunge da Vienna- i candidati dei due grandi partiti tradizionali, popolari e socialisti. Il socialista Rudolf Hundstorfer ed il popolare Andreas Khol sono rimasti inchiodati all’11%: uno shock per la coalizione al potere, che ha guidato il Paese dal 1945. Problemi in vista.
Per il Fpoe -il partito che fu in passato dal controverso Jorg Haider, morto nel 2008- è il miglior risultato di sempre. Esulta il leader dell’estrema destra Heinz-Christian Strach: «Abbiamo scritto la storia -azzarda il malinconico dell’Austria nazista- oggi inizia una nuova era politica», e. Valutazione di tutti gli osservatori, il suo successo riflette le preoccupazioni dell’elettorato per la crisi dei migranti, vedi il minacciato blocco del Brennero. Hofer, ingegnere che gira armato, ha minacciato, da presidente, di sfiduciare il governo se non adotterà misure più restrittive sui migranti.
Entusiasti i commenti di diversi dei leader politicamente vicini alle idee di Hofer, destra estrema, i para nazisti olandesi, il fronte nazionale francese e il fascioleghismo di casa nostra. Il voto austriaco -salutato con gioia dall’estrema destra di tutta Europa, da Salvini a Le Pen, a Wilders, avrà riflessi nella Ue, dove l’impalcatura della libera circolazione rischia di crollare sotto il peso dell’ondata migratoria proveniente dall’Africa e dal Medio Oriente. L’Italia, più di altri, guarda con attenzione a ciò che avviene olòtre confine, dopo le minacce di Vienna di chiudere il Brennero.
L’attuale governo austriaco, guidato dal socialista Werner Faymann, ha già indurito molto i toni nei confronti dell’immigrazione, opponendosi al paradigma dell’accoglienza illimitata. La priorità, ha spiegato il ministro degli Esteri Sebastian Kurz, è di proteggere i confini esterni dell’Ue. Se invece non si riuscirà a ridurre il numero degli irregolari dalla rotta mediterranea, allora Vienna – ha avvertito – «sarà costretta a introdurre i controlli al Brennero». Sia l’Italia sia da Bruxelles, messa in guardia a Vienna sui gravi effetti economici e simbolici per l’Europa con un muro al Brennero.
Serbia. Il premier Aleksandar Vucic con il suo Partito del progresso serbo (conservatore moderato) trionfa nelle elezioni politiche anticipate di oggi in Serbia con percentuali stellari, oscillanti fra il 52% e il 56%. L’estrema destra antieuropeista e filorussa dell’ultranazionalista Vojislav Seselj, recentemente assolto dal tribunale dell’Aja per crimini di guerra, torna in parlamento dopo otto anni di esilio, senza tuttavia l’exploit temuto: il Partito socialista del ministro degli esteri Ivica Dacic si conferma seconda forza nel Paese. Gli altri partiti lottano per superare lo sbarramento del 5%.
25 aprile 2016