di Elisa Fontana
Era una luminosa giornata d’agosto e i benemeriti carabinieri del NAS (Nucleo Anti Sofisticazioni) decidono di fare onore alla loro ragione sociale e mettere sotto ispezione stabilimenti balneari e villaggi turistici di tutta Italia.
Vanno alacremente, si fanno aprire cucine e dispense, controllano frigoriferi e attrezzature, sbirciano scadenze dei cibi e modi di conservazione, ficcano il naso dappertutto, come è giusto e sacrosanto che sia. Gli uomini del Nas sono adusi ai peggiori spettacoli, ce ne vuole per sorprenderli o disturbarli, ma credo che anche loro si siano ritratti schifati e inorriditi da ciò che hanno visto.
Hanno visto strutture abusive, carenze igieniche, blatte morte in cucina, cibi scaduti o privi di tracciabilità. Nello specifico hanno trovato carenze igieniche negli spogliatoi, nei bagni e nei locali dove si preparano i pasti, nessuna osservanza della sicurezza dei luoghi di lavoro, mancanza delle periodiche pulizie, sanificazioni e derattizzazioni.
Finito? Ma nemmeno per sogno, siamo solo all’inizio. Sono state sequestrate oltre 2 tonnellate di alimenti “scaduti di validità, privi di tracciabilità e tenuti in cattivo stato di conservazione”. Sono stati chiusi tre ristoranti annessi agli stabilimenti balneari per “la presenza di sporco pregresso, tracce di unto in tutti gli ambienti, sugli impianti e le attrezzature di lavorazione e insetti e blatte morte sulla pavimentazione dei locali della cucina e del deposito alimenti”. Sequestrati 90 litri di olio d’oliva conservato in recipienti senza alcuna etichetta e irrancidito e carne in cattivo stato di conservazione.
E ancora: uno stabilimento balneare di sera diventava discoteca all’aperto con 500 avventori, ma senza nessuna autorizzazione di pubblica sicurezza. Uno stabilimento balneare è stato chiuso perché risultato totalmente abusivo.
Mi fermo qui, aggiungo solo che i controlli sono stati fatti su tutto il territorio nazionale e su 883 locali controllati 257, cioè il 31%, sono risultati irregolari. Ecco qui i favolosi prenditori delle nostre spiagge, quelli che con due lire pagano affitti irrisori e non hanno poi la decenza di mettere su qualcosa di civile.
Certo, non saranno tutti così, ci saranno anche gli onesti che stanno attenti alle normative e cercano di non avvelenare i clienti, ma all’interno di questa casta nessuno può dirsi innocente o perché implicato in prima persona, o perché ci si gira comodamente dall’altra parte, purché non si tocchi il profitto.
Ma qui non è più una questione di normale profitto a fronte di investimenti e spese sostenute, qui siamo di fronte a dei predatori senza vergogna, tutelati e protetti da tutti i governi che per ringraziamento del trattamento di favore ricevuto mettono anche a repentaglio la salute e la sicurezza pubblica.
Pensateci, la prossima volta che andrete a gustare la fritturina di paranza al ristorante del lido. E’ possibile che l’abbiano fritta con l’olio Fiat e pescata allo sbocco delle fogne.
12 agosto 2023