Ci stiamo chiedendo se, per caso, non ci sia incompatibilità tra il Governo e la Commissione d’inchiesta per quanto riguarda le future scelte di salvataggio (o meno) delle 4 banche fallite.
Questo quesito scaturisce dal fatto che la Ministro Boschi ha il padre che è stato, nientemeno, vice-direttore di una delle banche coinvolte (Banca Etruria).
E’, anche, pur vero che le disgrazie dei padri non debbano ricadere sui figli ma si possono evitare brutte dicerie sul fatto che le scelte siano state condizionate dalla scomoda presenza di un famigliare così vicino ai protagonisti del fallimento… forse è meglio che la Ministro si dimetta per incompatibilità ambientale e lasci che siano gli altri a decidere.
Ci piacerebbe, anche, sapere qualcosina di più dalla Ministro Boschi per quanto accaduto alle 4 banche… Così, giusto per orientarsi, perché il dubbio scaturisce dalle brevissime dichiarazioni rilasciate ai media “Non provo nessun disagio, siamo intervenuti per evitare che queste banche fallissero” e “Stiamo studiando un intervento ulteriore che dovrebbe essere presentato nelle prossime ore, per cercare di andare incontro a chi non è stato tutelato, gli obbligazionisti, anche perché sono soggetti che anche in altre esperienze straniere non hanno avuto tutele. Stiamo cercando il modo per ridurre il peso, perché capiamo benissimo il peso“.
Visto che la Ministro, giustamente, sottolinea i parametri di onestà familiare, come mai i clienti di quelle banche non sapevano, praticamente, nulla di quanto stava loro succedendo?
Le istituzioni, con quelle persone colpite dalla sfrontatezza della dirigenza di quelle banche, non penseranno, forse, di attingere dalle tasche della collettività e lasciar continuare imperterriti che i manager (di quelle banche) percepiscano centinaia di migliaia di euro come se nulla fosse successo?
Questo Governo (come i precedenti) ci ha frastornato le orecchie con il loro mantra su “chi sbaglia paghi” e “posto ai meritevoli“. Provino ad essere coerenti con loro stessi… Almeno per una volta!
MOWA
Il suicidio del pensionato di Arezzo a cui il fallimento della banca aveva sottratto tutti i risparmi
Renzi: “Favorevoli a commissione inchiesta. “Pensionato suicida, la moglie: “Se ce la farò andrò avanti”. L’Ue attacca banche. L’associazione consumatori: “La Procura indaghi sul salvabanche”. Le 4 banche salvate: CariChieti, CariFerrara, Cassa Marche e Banca Etruria
di Ennio Remondino
La procura di Civitavecchia ha aperto un fascicolo sul suicidio di Luigino D’Angelo, il 68enne che si è tolto la vita dopo aver perso i suoi risparmi nel fallimento della banca dell’Etruria. Il pubblico ministeri procede contro ignoti per istigazione al suicidio.
Il governo
Una commissione di inchiesta sulla vicenda. Renzi: “C’è pieno interesse del governo a che tutte le autorità preposte facciano tutti gli sforzi per chiarire le responsabilità del passato. Vediamo di buon occhio che il Parlamento apra commissioni di indagine su ciò che è avvenuto nel sistema bancario italiano ed europeo negli ultimi anni”, ha detto il presidente del Consiglio.
L’Unione europea
La Ue attacca le banche italiane “Vendevano alla gente prodotti inadatti” e questo ha avuto “conseguenze pesanti per alcune persone in Italia”. Così il commissario Ue ai servizi finanziari Jonathan Hill.
“E’ il governo italiano a essere alla guida” del processo di salvataggio “ed ha la responsabilità per questo”, ha aggiunto Hill, sottolineando che il governo “ha discusso a lungo con la Commissione, in particolare con la Direzione generale concorrenza” che ha “ritenuto che le misure prese erano compatibili con la legislazione Ue” sui salvataggi bancari.
Di chi è la colpa
Il governo opera “con un principio chiaro: le regole sulle banche le ha fatte l’Europa, purtroppo non le scriviamo noi. E dentro quelle regole l’Italia ha fatto di tutto” per salvare “i soldi delle famiglie”, dice Matteo Renzi: “Per gli obbligazionisti cerchiamo una soluzione nei limiti delle regole. Vedremo le modalità, vedremo se possibile”.
Consumatori
Il Codacons ha deciso di presentare un esposto in Procura per il reato di istigazione al suicidio. “Chiediamo alla Procura di Civitavecchia di accertare eventuali responsabilità di terzi nel suicidio del pensionato.
In particolare vogliamo sapere se eventuali comportamenti di organi pubblici o soggetti privati abbiano potuto in quale modo contribuire al tragico gesto, spingendo l’uomo alla disperazione e quindi al suicidio”.
Conferenza episcopale
Sulla vicenda è intervenuta anche la Cei: “Speriamo che questo faccia riflettere un po’ tutti quanti noi a non misurare la vita e il progresso della civiltà soltanto col Pil”, commenta il segretario generale della conferenza episcopale italiana Nunzio Galantino.
DALLA CRISI DELLE 4 BANCHE AL CASO CIVITAVECCHIA
Le 8 date principali
Ispezioni e commissari, una vicenda che viene da lontano
Le quattro banche che da giorni sono al centro delle polemiche dopo il loro salvataggio, e uno dei cui piccoli obbligazionisti si è suicidato a Civitavecchia, iniziano a manifestare problemi di solvibilità già diversi anni fa. Oggetto di ispezioni da parte della Banca d’Italia negli ultimi tempi, gli istituti, particolarmente radicati sul territorio, quindi motore dell’economia locale, sono passati attraverso fasi di commissariamento fino all’attuale configurazione di good bank sotto la guida di Roberto Nicastro.
Ma la loro turbolenza nasce da lontano:
– il 30 maggio 2013 la Cassa di Risparmio di Ferrara viene commissariata. Ispettori di Bankitalia si presentano negli uffici e notificano il provvedimento ai vertici di Carife.
– Nel settembre 2014 è la volta del commissariamento di Carichieti.
– 24 marzo 2014. I vertici di allora di Banca Etruria, il presidente Giuseppe Fornasari, il direttore generale Luca Bronchi e il dirigente David Canestri, sono indagati nell’ambito di un’inchiesta aperta dalla procura di Arezzo. L’indagine è scattata dopo che gli ispettori della Banca d’Italia, a lavoro in Banca Etruria già da diversi mesi, avevano inviato le loro osservazioni.
– 11 febbraio 2015. La Popolare Etruria e Lazio viene commissariata dalla Banca d’Italia. “Gravi perdite del patrimonio” è la causa della proposta di amministrazione straordinaria di Bankitalia con la quale il Ministero dell’Economia dispone quindi lo scioglimento del Cda di Banca Etruria. Perdite che sono emerse dagli “accertamenti ispettivi, avviati dalla Banca d’Italia”.
– 30 agosto 2013. Bankitalia decide la gestione provvisoria per due mesi di Banca Marche. Via Nazionale dispone la sospensione, in via temporanea, degli organi con funzioni di amministrazione e controllo di Banca delle Marche”.
– il 7 novembre 2013 emergono rilievi definiti ”pesantissimi” dal verbale di ispezione di Bankitalia sulla gestione di Banca Marche, gran parte dei membri del Cda e del management in carica nel 2011 e 2012, sulla concessione di crediti a rischio e sul trattamento di fine rapporto milionario ottenuto nel 2011 dell’ex direttore generale Massimo Bianconi (7 milioni), e il bonus da 2,3 milioni incassato nel 2012, al momento dell’uscita definitiva da un istituto di credito che ormai aveva l’acqua alla gola. Il verbale di Palazzo Koch era stato consegnato il 28 ottobre scorso ai due commissari straordinari di BM Giuseppe Feliziani e Federico Terrinoni, insediatisi il 15 ottobre con il compito di traghettare la banca fuori dalla tempesta.
– 13 ottobre 2015. Banca d’Italia delibera la proroga di due mesi della procedura di amministrazione straordinaria per Banca Marche, nel giorno stesso della scadenza dei due anni di commissariamento.
– 22 novembre 2015. Il Governo, dopo aver tentato di salvare le 4 banche attraverso il Fondo interbancario di tutela dei depositi e nell’imminenza dell’entrata in vigore (dal primo gennaio 2016) del bail in (il salvataggio ‘interno’) per le banche, vara il decreto con cui nascono “Nuova Cariferrara“, “Nuova Banca Etruria“, “Nuova Banca Marche” e “Nuova Carichieti“. Sono i quattro istituti ripuliti dai crediti deterioriati. Il provvedimento prevede una vendita al più presto delle 4 banche ‘ripulite’ con l’obiettivo di massimizzare il profitto. Depositi, conti correnti e obbligazioni ordinarie sono tutelati dall’accordo deciso con l’Ue. Le perdite sono state assorbite in prima battuta dagli strumenti di investimento più rischiosi: le azioni e le “obbligazioni subordinate”.
11 Dicembre 2015