Da mesi seguo per l’edizione on line di Famiglia Cristiana l’evolversi della aggressione della coalizione filo saudita allo Yemen. Non possiamo essere complici. Denunciare non basta più. È necessario pretendere il rispetto dello spirito dell’Articolo 11 della nostra Costituzione. Ecco perché.
“21 gennaio 2016. Hashim al-Homran, 17 anni sta documentando con la sua videocamera gli effetti di un bombardamento, l’ennesimo in un anno di guerra, dell’aviazione dell’Arabia Saudita sulla popolazione civile dello Yemen.
Arrivano i soccorsi, la gente corre ad aiutare i feriti. Si scava per liberare i corpi dalle macerie.
Ma i sauditi non ci stanno e mettono in atto un “Dual Tap”. Una pratica orrenda che consiste nel bombardare, attendere che arrivino i soccorsi, e ribombardare la stessa area per colpire i soccorritori. Un crimine di guerra, un crimine contro l’umanità, che nessuna missione militare può giustificare.
Hashim lo sa. Un anno di guerra gli ha insegnato come vanno queste cose. Intorno a lui c’è un inferno ma Hashim non scappa, non cerca di mettersi al sicuro. Non cerca un cannone per sparare a sua volta. Continua a usare la sua piccola telecamera e filma tutto quel che avviene. Viene ferito gravemente, ma non molla e continua a documentare l’incredibile: un terzo attacco.
Il ragazzo yemenita filma tutto, anche il bombardamento dell’ambulanza di Medici Senza Frontiere dell’ospedale Al Gomhoury che, dopo il secondo bombardamento, è riuscita a raggiungere la zona. L’autista dell’ambulanza muore.
Anche Hashim muore, il giorno dopo, a causa delle terribili ferite riportate. Sopra potete vedere il video che ha girato prima di morire.
Il Relatore speciale delle Nazioni Unite sulle esecuzioni extragiudiziali Christof Heyns nel 2012 ha qualificato gli «attacchi secondari sui soccorritori che stanno aiutando i feriti dopo un attacco iniziale, un crimine di guerra». L’ennesimo commesso dai sauditi e dai loro alleati nello Yemen.
Il governo italiano, anche sulla base di questo ennesimo atto di ferocia dovrebbe imporre l’interruzione dei regolari rifornimenti di bombe per l’areonautica militare saudita prodotte nel nostro Paese dalla Rwm di Domusnovas.
L’ultimo carico è partito da Cagliari non più tardi dello scorso 16 gennaio, diretto alla base aerea di Taif, da cui il 22 gennaio sono decollati gli aerei che a Dhayan hanno ucciso Hashim e colpito i soccorritori, assieme a decine di altri civili inermi.
Chiediamo al Governo e al Parlamento di non far partecipare l’Italia a questo crimine contro l’umanità, fermando i rifornimenti di bombe all’Arabia Saudita e ai suoi alleati che da più di 300 giorni continuano ad aggredire lo Yemen martellato con bombardamenti indiscriminati sulla popolazione civile senza alcun mandato da parte dell’ONU. Organizzazioni come l’ONU stessa, Amnesty International, Human Rights Watch e Medici Senza Frontiere hanno denunciato questi bombardamenti come “crimini di guerra in violazione del diritto internazionale e del diritto umanitario“.
Non voglio che il mio Paese sia complice di questo mercato di morte nello spirito della nostra Costituzione. Organizzazioni come Rete Disarmo e OPAL hanno dimostrato che regolarmente dalla Sardegna consistenti carichi di bombe vengono consegnati all’aeronautica militare saudita. Che quello del 16 gennaio da Cagliari sia stato l’ultimo rifornimento.”