“Perchè, in una vertenza così compromessa in partenza, Berlinguer andò ai cancelli per sostenere gli operai senza riserve? Perchè, dopo essere stato dubbioso e lontano da lotte vincenti, ora si comprometteva in uno scontro probabilmente perdente, raccogliendo un commovente entusiasmo operaio ma aprendo un fossato (come subito disse Romiti) con il padronato più moderno e potente? Basta leggere le cose che disse davanti a quei cancelli per capirlo senza alterarlo. E’ falso quello che pubblicò la stampa. Egli non incitò in alcun modo all’occupazione della Fiat. Disse agli operai: ‘Spetta a voi decidere sulla forma della vostra lotta, a voi e ai vostri sindacati giudicare gli accordi accettabili. Ma sappiate comunque che il Partito comunista sarà al vostro fianco, nei momenti buoni e in quelli non buoni’. Era un linguaggio che non si sentiva da anni. L’affermazione rinnovata del carattere del partito, nazionale e di classe. Non erano però parole di circostanza. Esprimevano una scelta meditata e convinta, implicitamente autocritica. Comunque evolvesse la situazione politica, o qualunque strada si aprisse per il Pci, la premessa necessaria era ricostruire un rapporto di fiducia reciproca con i lavoratori, contare sulla loro combattività, senza intaccare l’autonomia sindacale, ma senza rinunciare a una presenza in prima persona del partito nelle lotte di massa.
La scelta trovò conferma ancor più chiara negli anni seguenti, e questa volta con maggior successo: la battaglia sulla scala mobile, che tenne il centro dell’attenzione per tutti i primi anni ottanta”.
Lucio Magri “Il sarto di Ulm” , il Saggiatore 2009 (pagg.349,350)
Sotto si può vedere il fumetto di Staino “Bobo ai funerali di Berlinguer”