B coi malati? «Assurdo». L’assistenza «sia qualificata». L’indignazione della presidente dell’Onlus Salvini Porro.
di Davide Gangale
Gabriella Salvini Porro è indignata. Dal 1993, un anno prima della discesa in campo di Silvio Berlusconi, è presidente della Federazione Alzheimer Italia, la più importante associazione nazionale senza fini di lucro dedicata alla promozione della ricerca medica e scientifica sulle cause, la cura e l’assistenza per i malati di Alzheimer. E al supporto e al sostegno dei familiari, costretti a vivere un quotidiano calvario per la sofferenza dei loro cari. «Voi giornalisti fareste un grosso lavoro smettendola di continuare a parlare di Berlusconi. È vergognoso», dice a Lettera43.it commentando il nuovo impegno che vedrà l’ex Cav impegnato alla Sacra Famiglia di Cesano Boscone per quattro ore la settimana al fianco proprio dei malati di Alzheimer.
DOMANDA. Quante sono le famiglie che hanno un parente malato di Alzheimer?
RISPOSTA. Un milione in Italia, 44 milioni in tutto il mondo.
D. Cosa la indigna di più nella vicenda che coinvolge Silvio Berlusconi?
R. L’Alzheimer è una malattia complessa, poco capita e con pochi servizi. Non si può raccontarla come una burletta.
D. L’ex Cavaliere non ha competenze specifiche in materia. Come farà a occuparsi di pazienti affetti da una patologia così complessa?
R. È assurdo. Uno dei principali problemi dei malati di Alzheimer è la difficoltà a riconoscere le persone. Hanno bisogno di tranquillità, di tempo per abituarsi ai volti di chi si prende cura di loro. Certamente non di vedere ogni giorno una persona diversa. O di vederne una per quattro ore alla settimana. Che significato ha una cosa del genere? Nessuno.
D. A Cesano Boscone ci sono pazienti molto anziani, che hanno superato gli 80 anni. Una complicazione in più?
R. Vista l’età, credo siano pazienti in fase avanzata, terminale. Probabilmente sono allettati, e quindi, paradossalmente, non avranno quei problemi di vagabondaggio, disorientamento e amnesia che rendono davvero necessaria un’assistenza particolare.
D. Cosa potrà fare quindi Berlusconi?
R. Se sono pazienti di questo tipo, nient’altro che stare lì e guardarli. E allora va bene chiunque.
D. Normalmente sono necessari dei corsi di formazione specifici?
R. La nostra Federazione li organizza, l’ultimo è partito lunedì 28 aprile.
D. In cosa consistono?
R. Si tratta di sette incontri di due ore ciascuno. Con medici, infermieri, terapisti e psicologi che illustrano come si deve affrontare il malato. Le strategie e le terapie necessarie, a partire da quella occupazionale, che è fondamentale.
D. Perché?
R. Perché si pone l’obiettivo di mantenere un grado di autonomia del paziente il più possibile elevato nelle attività di vita quotidiana, cercando di ripristinare quando possibile le funzioni perdute e soprattutto di preservare quelle ancora presenti.
D. Per i familiari e per chi assiste i malati, quali sono le difficoltà principali?
R. L’Alzheimer è una malattia intollerabile, difficilissima da accettare per i familiari perché non è comprensibile. Nel cancro, che pure è una malattia terribile, la persona c’è ancora. Sa come gli americani chiamano l’Alzheimer? Il funerale senza fine. Per chi assiste questi malati, per chi li cura davvero momento per momento, è una cosa devastante.
D. Per Berlusconi invece non sarà così, vero?
R. Ho sentito il direttore della Sacra Famiglia dire: «Non permetteremo che si faccia campagna elettorale». Ma la campagna, ormai, l’ex premier l’ha già fatta. E la stampa che si occupa solo di questi aspetti, dovrebbe rendersi conto che sta banalizzando un problema enorme.
Giovedì, 01 Maggio 2014