di Alessandro Avvisato
Beccato in castagna! Il noto “nuovo filosofo” francese Bernard Henry Levy, l’uomo che ha sostenuto tutte le guerre e gli interventi militari “umanitari” in Medio Oriente, Jugoslavia, Afghanistan ed ora in Ucraina, è stato sputtanato clamorosamente. Nei suoi articoli nei quali lancia appelli alla Nato e all’occidente ad attaccare la Russia accusandoli sistematicamente di codardia e tradimento perché ancora non hanno fatto volare missili o inviati soldati, BHL ha fatto credere di essere “sul campo”, in Ucraina, in mezzo al dolore e alla sofferenza di un popolo. Il Corriere della Sera di ieri lo ospita a pag.5 (e relega l’assai più lucido Massimo Nava a pag. 30 [1]). Ma l’errore o la malizia di un fotografo demolisce l’ultimo imbroglio di un filosofo delle cui qualità è molto lecito dubitare. La foto che vedete in prima pagina lo mostra in mezzo ad uno scenario che indicherebbe il dramma dell’Ucraina, uno scenario di desolazione e distruzione. Il problema è che la foto non è stata fatta in Ucraina ma in uno studio fotografico appositamente costruito (vedi la seconda foto). Un esempio di manipolazione e una conferma sulla caratura di un personaggio che vorrebbe essere la legittimità morale e pulita di ogni guerra sporca.
Dopo le foto false di Timisoara, delle incubatrici e del cormorano in Kuwait, delle fosse comuni in Kosovo o Libia, ecco una nuova dimostrazione di come le campagne che invitano all’interventismo militare siano solo e sistematicamente un prodotto della “fabbrica del falso”.
18 Marzo 2014
Nota:
[1] il Paragone ingannevole con il Kosovo e la Bosnia