Pratico nel nascondere la realtà, esperto nello sbianchettare auto e testimonianze, Bianconi Giovanni, inviato speciale del Corriere della Sera, ci ha già abituato da tempo ad articoli al di sotto di ogni decenza.
Con “16 marzo 1978”, appena uscito, [edizioni Laterza, 18 euro = 7 centesimi a pagina] questo pseudogiornalista del Corriere Piduista (realizzazione del “Piano Rinascita” di Licio Gelli che ha come mission la disinformazione), supera nel suo squallore perfino Satta Vladimiro e Persichetti Paolo, che almeno citano, per confutarli, gli autori “complottisti”. Lui no: per lui non esistono migliaia di articoli e centinaia di libri, miriadi di prove, milioni di pagine di verbali e dozzine di relazioni delle varie Commissioni parlamentari. Lui, omertoso come i mafiosi presenti sulla scena del blitz il 16 marzo, non vede, non sente, non parla. Invano i suoi poveri lettori cercheranno nelle sue pagine puzzolenti i nomi di Tullio Moscardi, Camillo Guglielmi, Patrizio Bonanni, Bruno Barbaro, Tullio Olivetti e il fratello Annibale, Enrico Marinelli, che hanno avuto un ruolo nella strage. Invano vorranno sapere qualcosa del gladiatore Ferdinando Pastore Stocchi, residente in loco, e dei capi dei Servizi Siro Rosseti, Piduista, Umberto Aliberti e Giuseppe Podda, residenti, come Armando D’Ambrosio, in via Stresa, dove l’assassino Morucci ferma la A112 targata Roma P55430. Invano cercheranno informazioni sull’auto di un fiduciario del Sisde (Roma T50354), che ostacola l’auto di Moro), sull’auto dell’Ucigos (Roma S88162), che parte alle 8,30 dalla questura per arrivare in orario alla strage, sull’auto, anche questa dell’Ucigos, targata Roma A40051 e parcheggiata contromano in via Fani. Invano un lettore paziente aspetterà la pagina in cui, in un impeto di onestà intellettuale, Bianconi Giovanni cita quei passi della CM che parlano di altri killer, oltre agli assassini brigatisti, presenti in via Fani. La sua attesa sarà delusa. In via Fani, come racconta l’assassino Persichetti, che la sa lunga, c’erano solo un contadino, un tecnico, un assistente di sostegno, un artigiano, uno studente, due disoccupati, un commerciante e due operai (mancava solo un idraulico, peccato).
Invano un lettore onesto cercherà notizia del verbale falso firmato dal commissario Carlo Di Stefano, palesemente contraddetto dalle foto dell’auto di Patrizio Bonanni; invano cercherà i nomi di Aurelio Languasco, Domenico Pone, Daniele Paldi. Certo che se avesse fatto un elenco dei nomi non presenti, le pagine del libro sarebbero raddoppiate, con una spesa troppo alta per l’editore, avvezzo a riscuotere soldi pubblici per la sua opera quotidiana di disinformazione.
Insomma il nostro Giovanni, con un libro fresco di stampa ma nato marcio, sembra a suo agio fra quelli che frequentano gli ascensori del Palazzo in cui aleggia sentore di scoregge stantìe, come il suo coetaneo Vladimiro, con cui condivide l’età anagrafica e l’appartenenza alla scuderia Rizzoli. Che Dio gli dia a lungo salute, per permettergli di nascondere ancora la cacca sotto i tappeti, al modico prezzo di 7 centesimi a pagina. Per diventare ricchi, bisogna nasconderne di cacca! Ma il nostro inviato speciale è senz’altro sulla buona strada.
Però non c’è tanto da ridere. Dopo aver fatto strage di persone agli ordini di Gelli con la strategia della tensione, adesso i Piduisti, fedeli alla mission della casa madre, fanno strage di verità.
Le fonti dello staff di iskrae.eu