Promessi mezzo miliardo di dollari in munizioni, sistemi anti-corazza e radar. Il Generale Mark Milley: “Non ci può essere soluzione militare al conflitto”
La visita di Biden a Kiev sembra propensa a rinsaldare il patto di guerra con Volodymyr Zelensky e dare ulteriore slancio alla continuazione delle ostilità.
“Benvenuto a Kiev, la sua visita è un segnale estremamente importante per tutti gli ucraini”, scrive Zelensky su Telegram, pubblicando una foto con Biden. “Mentre si avvicina l’anniversario della brutale invasione dell’Ucraina da parte della Russia, sono oggi a Kiev per incontrare il presidente Zelensky e riaffermare il nostro fermo impegno per la democrazia, la sovranità e l’integrità territoriale ucraina”, replica il presidente americano su Twitter.
Una cordiale formalità a cui è subito seguito l’ennesimo accordo su nuove forniture di armamenti a favore degli ucraini, in particolare armi a lungo raggio ed eventualmente caccia. A questo proposito Biden ha annunciato mezzo miliardo di dollari di assistenza aggiuntiva all’Ucraina in un pacchetto che includerà munizioni di artiglieria, javelin e obici.
Il viaggio del presidente statunitense segna di fatto una linea rossa in territorio ucraino che Putin non può permettersi di superare. L’ultimo bastione invalicabile dell’occidente per far vincere la guerra all’Ucraina.
“Questa è la settimana dell’anniversario della lotta contro l’aggressore russo ed è ancora più importante che questa visita arrivi proprio ora. I risultati della mia missione di dicembre a Washington e di oggi si rifletteranno sul campo di battaglia”, afferma Zelensky, che ha ribadito come la Russia non abbia “alcuna chance di vincere la guerra”.
“La Russia voleva cancellare l’Ucraina dalle mappe ma sta fallendo, l’esercito russo sta perdendo i territori una volta occupati, i soldati stanno scappando non solo dall’esercito ma dalla Russia stessa… Noi siamo rimasti uniti, la Nato è rimasta insieme, Putin non ci ha diviso, pensava di sconfiggerci ma credo che ora non lo pensi più… solo Dio sa cosa sta pensando”, conclude Zelensky.
A queste solenni esternazioni trionfalistiche si frappongono sempre più frequentemente i commenti del presidente del Joint Chiefs of Staff, Mark Milley, che ha recentemente ribadito come a un anno dall’invasione russa, non ci può essere una soluzione militare al conflitto in Ucraina.
Lo ha affermato durante un’intervista al Financial Times: “Né l’Ucraina né la Russia sono in grado di vincere la guerra che, invece, può solo concludersi ad un tavolo negoziale”, poiché “se è praticamente impossibile» che la Russia conquisti l’Ucraina, cosa che “non succederà”, resta “pure estremamente difficile che le forze di Kiev riescano a cacciare quelle di Mosca dalle loro terre”, e il crollo dell’esercito russo è improbabile, viste le massicce, nuove forze impegnate dal Cremlino per l’attesa offensiva.
Milley ha affermato che il conflitto ha fatto eco a una lezione della seconda guerra mondiale secondo cui l’aggressione deve essere fermata “con fermezza, deterrenza, potenza militare“, anche se ha notato che, con l’arsenale nucleare della Russia, la posta in gioco era più alta.
“In questo caso particolare, è contro un paese che è grande ed è dotato di armi nucleari“, ha affermato. “Quindi devi essere molto, molto consapevole della gestione dell’escalation. Allo stesso tempo, dovete sostenere i principi per i quali sono state fondate le Nazioni Unite e su cui si basa l’ordine internazionale”.
A questo proposito, il consigliere per la sicurezza nazionale Jake Sullivan, ha rivelato che gli Stati Uniti, poco prima della visita del presidente Biden, hanno contattato la Russia per scongiurare pericolosi incidenti.
“Abbiamo informato la Russia che il presidente Biden sarebbe partito per Kiev poche ore prima della partenza per evitare una situazione di conflitto“, ha affermato.
Secondo Sullivan, il capo dello Stato era accompagnato da un piccolo gruppo dei suoi più stretti consiglieri, un numero limitato di personale medico, un fotografo e alcune guardie di sicurezza.
21 Febbraio 2023