di Enrico Vigna *
Il 23 maggio l’atterraggio forzato a Minsk dell’aereo con a bordo il giovane oppositore bielorusso, che si trova ora in un centro di detenzione preventiva e che ha persino già potuto rilasciare una dichiarazione televisiva, ha provocato uno scandalo internazionale nel mondo occidentale. Qui le note biografiche documentate del personaggio in questione.
Roman Protasevich è nato a Minsk il 5 maggio 1995. Ci sono molte lacune nella sua biografia, che spesso ha cambiato sui suoi siti pubblici. Il padre era tenente colonnello delle Forze armate bielorusse in pensione, che ha poi dovuto andare in Polonia a causa delle attività estremistiche del figlio. Roman Protasevich ha ricevuto la sua formazione presso la Facoltà di giornalismo dell’Università statale bielorussa, da cui fu poi espulso per attività antinazionali. Lui si è sempre definito giornalista, fotoreporter, blogger, attivista.
Dal 2010 è diventato un precoce oppositore professionista, è sempre rimasto oscuro come si è mantenuto finanziariamente negli anni, viste le sue numerose attività e i continui viaggi.
Nel maggio 2011 è entrato a far parte del gruppo giovanile nazionalista di estrema destra Young Front (MF), i cui membri sono anche andati a combattere in Donbass per l’Ucraina. Era impegnato nello sviluppo delle strategie e delle tattiche della struttura giovanile, nell’organizzazione di eventi di protesta, nella diffusione di materiali di agitazione e propaganda, trascinando minorenni in violenze e disordini di piazza.
Si candidò anche al Consiglio comunale giovanile con il Movimento “Dire la verità”, di cui fu anche amministratore finanziario.
Nel 2011 fu fermato per la prima volta. Ha dapprima diretto i gruppi di protesta sul social network VKontakte, poi ha lavorato nei media occidentali sul territorio della Bielorussia: Euroradio, Radio Liberty, Radio Svoboda, tutti finanziati dalle Agenzie statunitensi come USAID, NED, ecc., che sono uno strumento di intervento distruttivo appositamente pianificato per “occuparsi” dello spazio ex sovietico.
Nell’agosto 2012, il Centro bielorusso per i diritti umani Viasna menzionava già il giovane Roman tra i responsabili” dei gruppi di opposizione nei social network locali.
Nell’estate del 2014 è partito per l’Ucraina per partecipare alle ostilità nel Donbass a fianco dei Battaglioni neonazisti ATO, qui si è unito al battaglione “Azov“, dove ha seguito un addestramento speciale nel combattimento corpo a corpo, tiro con armi da fuoco, azioni di aggressione, sabotaggio e operazioni di sovversione.
In queste immagini è celebrato in copertina dalla rivista ucraina neonazista Sole Nero.
Nell’inverno del 2015 il giornalista Grigory Azarenok sul canale televisivo STV ha riferito che il ragazzo era salito al grado di vice comandante delle comunicazioni della 2a compagnia di assalto del Battaglione. Secondo STV Protasevich è stato smobilitato con il grado di tenente o luogotenente anziano dal Ministero degli affari interni dell’Ucraina. Dentro Azov il suo nome in codice era Kim. Il comandante Kim, oltre alle questioni di comunicazione e informazione, era anche responsabile di far ottenere (COME?) finanziamenti ad Azov dalla Polonia, dagli Stati baltici e dagli Stati Uniti, è stato riportato nella trasmissione.
Sergei Prostakov, esperto della People’s Diplomacy Foundation, ha osservato che:
“… Protasevich è stato un rilevante militante della guerra che l’Occidente sta conducendo vicino ai confini della Russia. E, come è chiaro, non è stata solo una guerra dell’informazione, ma anche vera, contro i residenti civili russi e antifascisti del Donbass e di altre regioni dell’Ucraina. Le formazioni in cui ha agito Protasevich sono ben note anche in Occidente, come apertamente neonaziste e si distinguono per la loro crudeltà. Tuttavia, questo non è stato un ostacolo nell’interagire con funzionari, fondazioni e politici occidentali ragguardevoli.Questo mostra ancora una volta come Washington, Bruxelles, Berlino, Varsavia e molti altri paesi, tralasciano la reputazione dei loro assistenti, quando si tratta della necessità di lavorare contro la Russia…In Ucraina Protasevich ha sostenuto una sorta di scuola di odio, che si è poi concretizzata in una guerra dell’informazione. Non è un segreto che il canale Nexta Telegram da lui fondato, abbia funzionato non solo per le proteste in Bielorussia, ma anche per screditare la Russia agli occhi dei bielorussi… Con un suo accurato lavoro contro l’integrazione di Bielorussia e Russia. A questo proposito, non si può escludere che la testimonianza di Protasevich sui suoi contatti sarà di sicuro interesse anche per i servizi speciali russi. Ciò vale anche per quei crimini che le formazioni ucraine potrebbero aver commesso contro cittadini della Federazione Russa e del nostro paese nel suo insieme. Protasevich era a malapena a conoscenza dei piani strategici, ma è perfettamente in grado di rivelare alcuni dettagli del funzionamento della rete anti-russa, che comprende sia militanti ucraini che oppositori bielorussi, a livello operativo ”, ha concluso Sergei Prostakov.
Protasevich ha ammesso in un’intervista con Yuri Dudyu nel 2020, di essere stato nel Donbass in guerra, ma solo come giornalista freelance. Ha anche detto che era sul Maidan durante la Rivoluzione del 2014 in Ucraina.
Eccolo mentre festeggia a Kiev sulla testa mozzata del monumento a Lenin distrutto dai neonazisti
Protasevich durante l’Euromaidan Protasevich durante l’Euromaidan ucraino sul luogo della demolizione del monumento a Lenin ucraino sul luogo della demolizione del monumento a Lenin
Nel 2017 viene assunto da Radio Liberty, facendo “formazione” a Praga e poi negli USA, dove viene accolto con fervore, trasformandolo in un adeguato “portavoce” di massa, da “semplice tirocinante dell’opposizione” come amava definirsi lui.
Alla fine del 2019 dopo lo stage negli USA, dove gli hanno insegnato i metodi della guerra dell’informazione, si trasferisce in Polonia, dove molto probabilmente finisce sotto la copertura dei servizi segreti polacchi, retrocamera di quelli statunitensi. E dove si stanno preparando gli avvenimenti dell’estate 2020 contro Lukaschenko e la Bielorussia.
Qui avvia il progetto NEXTA con Stepan Putilo, che è diventato il punto più alto della loro visibilità mediatica e politica. Infatti nel 2015 Nexta è passata a Telegram e poi si è diviso in Nexta e in Nexta Live. Questa parola bielorussa “nekhta”, cioè “qualcuno“, intende indicare simbolicamente l’anonimato, l’impersonalità, seppure i “padri” di NEXTA non si sono mai nascosti.
Il primo balzo mediatico e incremento della sua popolarità si verificò dopo l’omicidio di Yevgeny Potapovich, un ufficiale di 22 anni della polizia stradale di Mogilev. Protasevich e la sua redazione furono inspiegabilmente i primi a fornire informazioni esclusive: registrazioni di colloqui tra funzionari di sicurezza, fotografie della scena dell’omicidio, ecc., che rivelava contatti a livelli molto alti
C’è da sottolineare che, con un “curriculum” di oppositore di questo spessore, egli abbia potuto agire liberamente in Bielorussia per 8 anni, prima di essere bloccato.
Con l’inizio delle proteste dopo le elezioni presidenziali in Bielorussia del 2020 egli diventa il caporedattore di Nexta Telegram, che copre e coordina via web le manifestazioni e le proteste, indicando percorsi, canti, parole d’ordine di azioni per i manifestanti, toccando il punto più alto di spettatori, quasi due milioni.
Il 5 novembre 2020 Nexta viene incriminato dalle autorità bielorusse come canale estremista e antinazionale. Da quel momento contro Protasevich viene emesso un mandato di cattura internazionale come persona coinvolta in attività antinazionali e terroriste, di aver organizzato manifestazioni violente non autorizzate e di continuo incitamento all’odio sociale ed etnico, nei confronti di autorità statali e di polizia.
Essendo anche emerse le prove di una sua partecipazione al conflitto armato in Donbass contro le Repubbliche Popolari, al fianco dei battaglioni neonazisti di Azov e con il Distaccamento Pagonia, formato da volontari neonazisti bielorussi, anticomunisti e russofoni. Nella Costituzione bielorussa, questo è un reato penale, che prevede una pena fino a cinque anni di carcere.
Nel frattempo il 29 settembre 2020 Protasevich annuncia pubblicamente l’abbandono del Progetto Nexta per un nuovo programma. Secondo molte indiscrezioni, la partnership tra i due “oppositori” si è trasformata in un conflitto interno tra loro, per questione di soldi e di popolarità.
A quel punto Protasevich ha fondato un suo nuovo blog: “Brain Belarus“, ma non riesce a ripetere il successo di Nexta.
Nell’inverno del 2020, chiede asilo politico in Polonia, dove gli viene dato un passaporto polacco per potersi muovere in giro per l’Europa e dove mette la sua residenza, pagando 650 euro al mese di affitto.
Alla fine del 2020 le proteste in Bielorussia hanno iniziato ad affievolirsi e i vari social network di “opposizione” hanno cominciato a perdere abbonati e sostenitori, tra cui anche il suo.Senza proteste e violenze in Bielorussia, la continuazione delle attività lo hanno portato in un vicolo cieco, poiché i finanziamenti (DI CHI?) hanno cominciato a rallentare.
Alla fine del 2020 si è spostato a Vilnius, capitale della Lituania, dove ci sono molti oppositori bielorussi. Secondo Euroradio bielorussa, Protasevich era lì per coordinare le attività con la squadra di Svetlana Tikhanovskaya.
Nel febbraio 2021, l’Ufficio del procuratore generale della Bielorussia ha chiesto alla Polonia di arrestare Protasevich e di estradarlo presso le autorità bielorusse, ma in quel momento il blogger era in Lituania da diversi mesi.
La vita di questo giovane in carriera, mediatica e a doppio file con varie “intelligence” straniere è emblematica di quali siano oggi i rapporti tra occidente e resto del mondo, in termini di assoluta mancanza di rispetto reciproco, non ingerenza, ostilità dispiegata persino sul terreno delle fedi religiose e culturali, oltreché del resto.
E’ una storia che sarà difficile chiarire bene fino in fondo, essendo i servizi di sicurezza di vari paesi sulla scena completamente coinvolti del prima: con il tentato, ma fallito rovesciamento della Bielorussia indipendente e sovrana (che va al di là di Lukaschenko si o no) con EuroMinsk.
Con il presente legato all’aereo della RyanAir e alla vicenda del giovanotto in questione, i suoi interrogatori, che, nel caso cedesse potrebbe rivelare come funzionano, non tanto le reti spionistiche operative, di cui egli è sempre stato solo un banale strumento collaterale, ma il sistema di aggressione, attraverso l’uso dei media e il loro utilizzo per la destabilizzazione di popoli e paesi invisi a NATO e occidente. Di cui già si sanno molti aspetti, ma se a svelarlo nel loro funzionamento e metodologia materiale, fosse un anello operativo del sistema, sarebbe una destabilizzazione più importante di qualsiasi spione vario, beccato con le mani nel sacco. Certo da quel momento la sua vita non varrebbe neanche più un euro e lui questo lo sa certamente…Ma Snowden insegna, una possibilità di vita ci sarebbe. E questo riguarderebbe il futuro.
La complessità di questa storia è talmente profonda e piena di trame e aspetti inimmaginabili, di cui solo nelle stanze delle varie “intelligence” possono avere elementi di lettura reali e sarebbe bene e serio, che si evitassero analisi, interpretazioni, disquisizioni intellettuali o internettistiche, il mondo e i poteri dei servizi di sicurezza e segreti in ciascun paese, è inavvicinabile dalle nostre percezioni o pensate varie. Lo dimostra per esempio un’intervista fatta da un deputato del Bundestag tedesco Waldemar Gerd, il quale dà un ulteriore indizio di ciò, che potrebbe esserci in questo scenario di Minsk.
Il 25 maggio in una intervista a RIANovosti Gerd fornisce una lettura, che potrebbe sembrare inverosimile ma se ci si ragiona sopra, non lo è. E’ chiaramente uno scenario ipotetico ma non strambo o irrazionale. Secondo lui:
“…la circostanza dell’atterraggio di emergenza dell’aereo Ryanair a Minsk, è stata provocata dai servizi speciali occidentali… questa “operazione multi-pass” ha permesso di trovare un motivo per vietare agli aerei bielorussi di sorvolare il territorio dell’Unione europea, assestandogli un ulteriore duro colpo economico e mediatico…Sono quasi certo che le informazioni sull’ex redattore capo del canale Nexta Telegram Roman Protasevich che era a bordo, siano state inviate ai servizi speciali bielorussi dall’Occidente…Come mai durante i tentativi illegali di catturare l’ex dipendente della US National Security Agency Edward Snowden, non c’è stata una tale indignazione generale in occidente? L’arresto di Protasevich non vale l’inasprimento della situazione mondiale…”, ha concluso il deputato. Forse perché anche questo potrebbe essere un anello della guerra mediatica e destabilizzatrice contro Bielorussia e Russia, visto il fallimento di EuroMinsk…Potrebbe, o forse no…
In ogni caso al blogger dissidente, combattente indomito per la democrazia e la libertà, oltre l’indignazione e solidarietà del mondo occidentale democratico e della NATO, si sono levati anche scudi al cielo da parte dei suoi sodali e…”amici degli amici” occidentali e italiani.
L’ex vice comandante del Battaglione Azov Igor Mosiychuk, sul suo canale YouTube,
in merito all’arresto di Protasevich a Minsk, ha invitato la popolazione bielorussa a organizzare un colpo di stato armato in Bielorussia, indipendentemente dalle possibili vittime. Secondo Mosiychuk, Protasevich è un “eroe e martire” di cui “siamo orgogliosi in Ucraina”, accusando Alexander Lukashenko di essere “l’ultimo dittatore comunista d’Europa e leader di un regime terroristico”.
Eccoli i combattenti per la democrazia di Azov, nostri alleati
Il capo della sezione di Kiev del “Corpo nazionale Ucraino“, il neonazista Sergei Tamarin, un uomo della cerchia ristretta del comandante di “Azov” Andrey Biletsky, ha definito Protasevich un “eroe” e un “martire” .
* “Per la Bielorussia”/CIVG – maggio 2021