di Enrico Vigna
La vicenda riguardante il blogger oppositore del governo bielorusso era stato uno degli argomenti più trattati al momento del suo arresto, insieme alla sua fidanzata di allora Sofia Sapieha, conseguente alla vicenda dell’aereo RyanAir fatto atterrare a Minsk il 23 maggio 2021.
Su tutti i media occidentali si scatenò una campagna internazionale per la sua liberazione dove si scriveva che era a rischio della stessa vita. Vediamo un anno dopo qual è la situazione.
Protasevič è stato un attivo militante dell’opposizione bielorussa sin dai primi anni 2010, quando era uno studente liceale.
Dall’autunno 2011 è stato membro del Malady Front (Fronte Giovanile), la principale organizzazione studentesca bielorussa, di ispirazione occidentale e anticomunista.
Fino al 2012 ha co-diretto un gruppo in opposizione al presidente Lukashenko sulle reti social bielorusse.
Nel 2013 è andato in Ucraina per partecipare alle rivolte dell’Euromaidan dove venne immortalato a Kiev insieme ai manifestanti anti-governativi che stavano abbattendo a colpi di martello una statua di Lenin. Nel 2014 si unì al battaglione Azov, formazione militare neonazista ucraina, durante la guerra del Donbass, dove rimase leggermente ferito. E questa è l’accusa più grave, per cui le istituzioni giudiziarie delle Repubbliche del Donbass hanno chiesto alla Bielorussia l’estradizione per terrorismo, finora negata dal governo di Minsk.
Nel 2017 è stato accusato di aver partecipato a un evento non autorizzato, ma venne poi assolto. Nonostante non abbia una professione ufficiale da giornalista, ha lavorato come tale in molti media di opposizione bielorussi.
Nel marzo 2019 ha lavorato come fotografo per Euroradio.fm (radio finanziata da USA e paesi occidentali) e ha partecipato alla riunione dei primi ministri di Austria e Bielorussia a Minsk.
Ha anche lavorato per l’edizione bielorussa di Radio Free Europe (media storicamente finanziato dalla CIA).
Nel 2019, Protasevič si è trasferito in Polonia[ e il 22 gennaio 2020 ha annunciato di aver chiesto asilo politico nel Paese.
A partire dal 2020, Protasevič gestiva il canale Telegram “Nexta“ insieme al suo co-fondatore Sciapan Pucila (Stepan Putilo), con cui poi litigò.
Nell’agosto 2020, durante le elezioni presidenziali del 2020, Nexta fu forse la principale fonte informativa e organizzativa delle proteste di piazza che lo stesso canale coordinava.
Nel settembre 2020, Protasevič ha lasciato Nexta scambiando pesanti accuse con il suo ex sodale Pucila.
Il 5 novembre 2020, Protasevič e Pucila sono stati accusati di aver organizzato proteste di massa illegali (articolo 293 del codice penale bielorusso), con azioni che hanno violato gravemente l’ordine pubblico (articolo 342), con istigazione all’odio sociale basata sull’affiliazione professionale (articolo 130, parte 3).
Il 19 novembre 2020 il KGB bielorusso li ha inseriti nella lista degli estremisti, per “disordini di massa”.
Il 2 marzo 2021, Protasevič ha annunciato di aver iniziato a lavorare per il canale Telegram “@belamova”.
Il 23 maggio 2021, il volo Ryanair 4978 (Atene – Vilnius) con Protasevič a bordo, fu intercettato nello spazio aereo bielorusso da un caccia e scortato all’Aeroporto di Minsk.
La motivazione fu che ciò era causato da una notizia di una bomba a bordo.
Fatto tuttora ancora non chiarito.
A Minsk, Protasevič venne prelevato dall’aereo, in quanto ricercato, e arrestato.
Poco dopo lo sbarco a Minsk, Protasevič e la sua ragazza Sofia Sapieha furono portati via dalla polizia bielorussa. Da quel momento si scatenò una campagna mediatica per la liberazione del blogger, dove si ipotizzava addirittura la possibilità di una condanna alla pena di morte.
Le autorità giudiziarie bielorusse sottolinearono che Protasevic era ricercato come combattente del battaglione neonazista Azov, e non come blogger o oppositore.
Il 27 maggio 2021 l’Ufficio del procuratore generale della Repubblica Popolare di Lugansk aprì un procedimento penale contro Protasevič, accusandolo di aver preso parte al conflitto nella guerra del Donbass tra le file del Battaglione Azov e ne ha chiesto l’estradizione alla Bielorussia.
Il presidente bielorusso Lukashenko dichiarò di non essere contrario al fatto che Protasevič potesse essere interrogato dagli investigatori delle Repubbliche del Donbass, a patto che ciò avvenisse in Bielorussia.
Secondo la BBC, in un video diffuso dalle autorità bielorusse, Sofia Sapieha avrebbe affermato di essere una dei gestori di Black Book of Belarus, un canale Telegram in cui venivano pubblicate le informazioni personali e gli indirizzi di casa dei funzionari della sicurezza, e che in Bielorussia era fuorilegge.
Dopo che il 16 giugno 2021 Protasevic è stato interrogato dalle autorità della RPL, Il 25 giugno 2021, Protasevič e la Sapieha sono stati trasferiti agli arresti domiciliari.
Il 7 luglio 2021, Protasevič è stato autorizzato ad avere una connessione Internet e ha creato un suo account Twitter, dove ha dichiarato di vivere agli arresti domiciliari insieme a Sofia Sapieha in una casa privata fuori città. Rispondendo alle domande degli utenti, ha negato di essere stato precedentemente maltrattato o addirittura torturato dalle autorità.
Questo “regime” bielorusso, non ricorda molto l’Italia, dove ci sono ragazzi, anche giovanissimi, appartenenti a semplici movimenti di protesta popolare sulla scuola o NO TAV per esempio, che hanno fatto o stanno facendo anni di carcere, pur non essendo mai stati assoldati o diretti da servizi segreti stranieri!
Da settembre 2021 Protasevic, è uscito dagli arresti domiciliari e ha ottenuto un lavoro presso un centro bielorusso statale per i diritti umani.
In alcune interviste televisive a RT e ad altre TV, ha raccontato molte cose relative alle sue precedenti attività e scelte, parlando anche dei suoi progetti futuri.
Sulle attività sovversive e sull’opposizione radicale, ha svelato molti lati oscuri:
«…La mia funzione era di collegamento tra i sovvertitori e il quartier generale della Tikhanovskaya. Sapevo che erano stati stanziati 11 milioni di dollari per l’operazione per eliminare Alexander Lukashenko. Sia per la distruzione della residenza di campagna del capo dello Stato e uno per il suo l’assassino…Ho criticato molto Alexander Grigorievich (ndt. Lukashenko), o pensato che ci fossero ragioni per questo. Ma io mi sono e mi sento prima di tutto un giornalista, è stato così per tutta la mia vita. E quando ho capito che mi stavo impegnando sempre di più non nel lavoro giornalistico, ma in quello politico, più cresceva la voglia di scappare da lì. Poi ho cominciato a capire che in realtà molte delle cose per le quali Lukashenko era attaccato, erano solo un tentativo di pressione, e che in molti momenti ha agito, mi scuso per l’espressione, come un uomo con le palle d’acciaio… L’opposizione era molto divisa al suo interno, con invidie, ambizioni personali, incapacità soggettive, diffidenze reciproche. Per esempio del tentativo di assassinare il Presidente, Franak Vecherko non era stato informato dei dettagli dell’imminente operazione, perché gli altri ritenevano che non ci si poteva fidare, in quanto era noto per avere “la lingua troppo lunga”… Tutto il lavoro sul coordinamento delle proteste di piazza era stato costruito su Internet. In particolare sono stati utilizzati i canali di Telegram, attraverso i quali le persone erano spinte a uscire e chiedere il cambio di potere. Gli stessi organizzatori avevano una loro chat room e lì affrontavano t i problemi “organizzativi”. È stata la principale chat di coordinamento delle proteste di piazza, dell’intera guerra dell’informazione. Tra i partecipanti vi erano Stepan Putilo, Rudik, Tadeusz Dichan, Franak Vecherko, che ha distribuito i compiti, Motolko, Artem Shraibman, Palchis, Dyushkevich, Bogdanovich, Anastasia Rogatko, Victoria Palchis, Evgeniy Malakhovsky, che era responsabile delle chat. Lì abbiamo preso le decisioni principali: dove si sarebbe svolta la prossima azione, che tipo di parole d’ordine e slogan dovevamo utilizzare…»
A PROPOSITO DEI FINANZIAMENTI E DEI SOLDI ALLE OPPOSIZIONI.
«…i leader dell’opposizione bielorussa erano bramosi e avidi, spesso impegnati in discussioni sulla condivisione del denaro. Il governo polacco aveva stanziato direttamente circa 50 milioni di zloty al progetto “Belarusian House” a Varsavia per i rifugiati dalla Bielorussia. Venne personalmente il Primo Ministro della Polonia, ma una volta presi i soldi, il citofono è stato tappato 24 ore su 24, e i bielorussi che sono andati a chiedere aiuto, non trovavano nessuno ad aprirgli. ma non si sono aperti a nessuno. C’erano poi sponsor privati, uomini d’affari, rappresentanti delle élite. La domanda è quali erano i loro interessi. Io stesso sarei interessato a trovare la risposta a questa domanda. Per il sostegno finanziario alle diaspore, ci sono molte fonti di finanziamento…Le condizioni di vita degli oppositori erano di ottimo livello. Per esempio Latushko affittava un appartamento per tremila euro al mese. Scherzavano sul fatto che Latushko cercava nuovi finanziamenti per un nuovo trapianto di fegato a causa di problemi con l’alcol. Viveva in grande stile… I servizi segreti li proteggono e coprono in tutto. I Servizi speciali stranieri sono dietro il lavoro dell’opposizione. Spesso anch’io, uno dei principali attivisti e responsabili della guerra dell’informazione, non ho avuto accesso a riunioni importanti dove si prendevano alcune decisioni. Questo era chiaramente il lavoro di specialisti. E che tipo di esperti possono esserci nell’opposizione bielorussa? Questi sono specialisti solo nell’approvvigionamento e riciclaggio di denaro…»
SUL SUO COINVOLGIMENTO CON IL BATTAGLIONE AZOV.
Sulle gravi accuse di aver combattuto nel Donbass con Azov, il il blogger ha affermato di essere stato nella zona di guerra solo per un mese e mezzo ma di non aver partecipato alle ostilità:
«…a essere onesto, tutto il mio viaggio lì è stato l’errore più grande della mia vita e me ne pento. È difficile per me dire qualcosa di più di questo… Certo, ho paura dell’estradizione e l’unica cosa che spero è che Lukashenko avrà abbastanza volontà politica e una sorta di determinazione per non estradarmi nelle Repubbliche Popolari…»
Lukashenko ha dimostrato indulgenza per Protasevic, che era stato con il battaglione Azov.
Il 7 febbraio il presidente della Bielorussia Lukashenko ha parlato della partecipazione del fondatore del canale NEXTA Telegram agli eventi bellici in Donbass con i Battaglioni neonazisti Azov.
«Questo è un ragazzo di 18 anni, ne abbiamo avuti tanti che sono andati o sono stati portati in Ucraina per addestrarli e invasarli. E poi, per comprometterlo con il sangue, lo mandarono nel Donbass. Meno male che lì non ha sparato. Ho invitato qui le autorità giudiziarie di Donetsk, sono venuti a interrogarlo. (…) Ma sappiamo per certo che Dio ha avuto pietà di lui, non ha ucciso nel Donbass.» Ha detto Lukashenko.
L’ufficio del procuratore generale della RPL ha aperto un procedimento penale contro Protasevic per questo fatto.
Sul canale YouTube Soloviev LIVE è pubblicato il video dell’intervista del leader bielorusso.
Su se stesso e il suo futuro, così si è espresso:
«…se mi chiedete se mi sento un coautore del tentativo di colpo di stato, probabilmente è così… Ma io credevo veramente in quello che stavo facendo. E non l’ho fatto per gli obiettivi a cui l’opposizione svelerà dopo e tuttora. In effetti, in molti momenti probabilmente ero anche troppo ideologico e credevo troppo in alcuni ideali. Che, sfortunatamente, nella vita reale sono molto meno fondati di quanto pensassi… Una opposizione molto supponente e confusa, anche aggressiva. NEXTA si era trasformata da una risorsa mediatica di una opposizione legittima, in un progetto politico con un orientamento e finanziamenti stranieri anti-statali, in particolare dalla Polonia. Io ormai sono lontano da questa opposizione radicale, pur mantenendo critiche all’attuale governo. Perché penso che è questo ciò che la società e la popolazione sta chiedendo ora, perché c’è una stanchezza verso le rabbiose propagande di incitamento all’odio. La gente è stanca di incolparsi costantemente l’un l’altro. Quando si aprono i canali Telegram dell’opposizione o i canali Telegram filo-governativi, c’è un flusso continuo di insulti e di propaganda sordamente dichiarata. Per il futuro voglio fare qualcosa che vada incontro, in primo luogo, ai bisogni della società, della gente e, in secondo luogo, alle esigenze del tempo presente. Intendo fare qualcosa nella zona neutrale della società, qualcosa che tutti possono leggere tranquillamente. E inoltre, per trasmettere molte tesi da un lato fondamentalmente nuovo. Spero di aiutare anche i funzionari dello Stato a diventare più aperti al confronto e alle critiche. Ho molte idee, molti piani. La cosa principale è che riesca a farle funzionare. Sto pensando se sarà una sorta di mio progetto personale, o se sarà un progetto mediatico distaccato. Inoltre, attualmente in Bielorussia non ci sono praticamente media che stanno in una zona neutra… Mi chiedi come mi vedo tra cinque, dieci anni… Mi vedo come uomo, semplicemente uomo. Questa è la cosa più importante. Rimanere umano in ogni situazione. Non credo che lascerò la Bielorussia per andare da alcuna parte, la maggior parte della mia vita, ho vissuto qua e là. Sono stato così sbattuto dal Donbass a New York. Forse è arrivato il momento di smettere, iniziare a vivere e lavorare in pace.
Non correre da qualche parte, non essere in uno stato di guerra, questo è più importante per me di qualsiasi altra cosa. E così mi vedo, di gran lunga la cosa più importante, come un essere umano. Che ha qualche sua concezione e fondamento. Che ha le sue opinioni. E che, spero, continuerà a contribuire a migliorare la società… Ora io vorrei solo chiarire e sistemare tutto e iniziare a vivere in pace, avere una famiglia e dei figli.»
Nel frattempo è arrivata la notizia che Protasevic, dopo essersi lasciato con la Sapieha e trovato una nuova fidanzata, di cui non si sa nulla, si è sposato.
https://youtu.be/uZQ1DbyziB8 https://youtu.be/7cA2Su8q0hE https://youtu.be/bxe5ZvvPjgo
Il 6 maggio 2022, Sofia Sapieha, arrestata insieme a Protasevic all’aereoporto di Minsk, è stata condannata a sei anni di carcere. Lei era l’amministratore del canale estremista Telegram Black Book of Belarus. È stata giudicata colpevole di azioni deliberate volte a incitare all’odio sociale e alla discordia contro un altro gruppo sociale. Inoltre, è stata dichiarata colpevole di raccolta e diffusione illegale di informazioni sulla vita privata, costituendo il segreto personale e familiare di altre persone senza il loro consenso, così ha leso i diritti, le libertà e gli interessi legittimi delle vittime.
Il suo avvocato ha detto che si rivolgerà direttamente al presidente russo Vladimir Putin poiché Sapieha è cittadina russa.
Peskov portavoce del Cremlino ha dichiarato che la situazione della ragazza, cittadina russa, è sempre stata seguita e tutelata dalle istituzioni russe.
La Sapieha ha fatto anche richiesta di grazia al presidente Putin, mentre il Ministero della Giustizia di Mosca ha annunciato di sostenere la richiesta della ragazza di scontare la pena nella FR, aspettando le decisioni della Bielorussia.
La famiglia di Sofia dopo la condanna ha fatto appello al consolato russo, al Presidente Lukashenko e a quello russo Putin per avere supporto nell’estradizione e trasferimento in Russia della figlia.
Il 3 giugno il presidente bielorusso Lukashenko si è detto favorevole all’estradizione in Russia:
«Sono dispiaciuto per questa ragazza, dobbiamo risolvere insieme questo problema e data la sua cittadinanza russa è possibile trasferirla nella Federazione Russa. Ci stiamo lavorando, lei vuole andare lì a scontare la pena e poi lì possono fare quello che ritengono per la sua detenzione. Per lei può essere un’ottima possibilità.»
La famiglia di Sofia così ha reagito alle dichiarazioni del presidente bielorusso:
«È per noi una grande gioia e sollievo, che il capo di stato Lukashenko abbia prestato attenzione alle nostre istanze e si sia espresso pubblicamente in modo favorevole per venirci incontro.»
1 luglio 2022