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“L’uomo della buca” è morto. Era l’ultimo membro della sua tribù e l’unico abitante del territorio indigeno di Tanaru nello stato di Rondonia, nell’Amazzonia brasiliana occidentale.
Nel darne notizia, Survival International ricorda che il resto del suo popolo era stato massacrato in una serie di attacchi dagli anni ‘70 in poi. Poco si sapeva della sua gente perché ha sempre resistito a ogni tentativo di contatto. Conosciuto dagli esterni come “L’uomo della buca” per la sua abitudine di costruire buche profonde per catturare animali o nascondersi, è stato filmato da una squadra del Funai (Fondazione governativa Nazionale dell’Indio) nel 2018 durante un incontro casuale.
Il territorio di Tanaru si erge come una piccola isola di foresta in un mare di vasti allevamenti di bestiame, in una delle regioni più violente del Brasile. Survival International, insieme ad alcune organizzazioni brasiliane, ha condotto per molti anni una campagna per la protezione della sua terra.
«Nessun esterno ha mai saputo il suo nome, e della sua tribù non si sa quasi nulla» ha dichiarato (29 agosto) Fiona Watson, direttrice del Dipartimento ricerca e advocacy di Survival International, il movimento mondiale per i popoli indigeni, ha visitato il territorio nel 2004 con un team di monitoraggio del governo (a questo link il resoconto della sua visita). «Con la sua morte, il genocidio del suo popolo è ora stato completato. Perché di un vero e proprio genocidio si tratta: l’eliminazione deliberata di un intero popolo da parte di allevatori di bestiame affamati di terra e ricchezza»
«L’uomo della buca è il simbolo sia delle crudeltà e delle violenze inflitte ai popoli indigeni di tutto il mondo nel nome della colonizzazione e del profitto, sia della loro resistenza. Possiamo solo cercare di immaginare gli orrori a cui ha assistito nella sua vita e la solitudine della sua esistenza dopo che il resto della sua tribù morì, ma ha resistito con determinazione a tutti i tentativi di contatto e ha chiarito bene che voleva solo essere lasciato solo».
«Se il presidente Bolsonaro e i suoi alleati dell’agroalimentare l’avranno vinta (le elezioni presidenziali alle quali si è candidato anche Bolsonaro si svolgono il prossimo 2 ottobre, ndr), questa storia si ripeterà più e più volte fino a quando tutti i popoli indigeni del Paese non saranno stati spazzati via. Il movimento indigeno in Brasile e Survival International faranno tutto il possibile per garantire che ciò non accada». Il territorio indigeno di Tanaru, di 8.000 ettari, è uno dei sette territori del Brasile protetti da Ordinanze di protezione territoriale. Il presidente Bolsonaro e i suoi alleati infatti stanno da tempo cercando di far abolire queste protezioni.
OPI, l’Osservatorio per i diritti umani dei popoli incontattati e di recente contatto, ha chiesto che la riserva di Tanaru sia protetta in modo permanente a memoria del genocidio indigeno, e Survival sostiene la richiesta.
31/08/2022