Foto: da sinistra Benedetta Tobagi, Sergio Flamigni e Ilaria Moroni – M©WA
Vogliamo ringraziare pubblicamente Sergio Flamigni per il notevole contributo dato nel far emergere dal “guano” dei depistaggi quelle verità che il potere ha tentato di nascondere in ogni modo e con ogni mezzo sia sul caso Moro che sulla P2 e che, invece, grazie alla sua capacità di analisi sono finalmente chiare.
Tanto sono concrete le ricostruzioni da lui fatte nel periodo d’appartenenza alle Commissioni Moro e P2 che i risultati sono diventati materia di studio anche universitario.
I suoi studi hanno indotto gli interlocutori/oppositori (sia all’interno delle commissioni che nei partiti politici) a riflettere ulteriormente sulla ricostruzione di quanto realmente accaduto schiacciandoli alle loro responsabilità pubbliche affinché la verità non venisse manipolata ma corrispondesse all’oggettività degli eventi.
Per la sua biografia (incredibile) vi rimandiamo all’archivio del Centro documentazione Sergio Flamigni che si è faticosamente costituito nel 2003 (non certo per volontà delle istituzioni tradizionali) grazie ad alcuni fondi di privati (“in particolare da Emilia Lotti, dirigente nazionale dell’Udi, da Piera Amendola, assistente di Tina Anselmi durante l’VIII Legislatura e incaricata dell’archivio della Commissione d’inchiesta sulla Loggia P2, dall’avvocato Giuseppe Zupo, dall’ex partigiano e militante comunista Angelo La Bella -in copia- e dalla famiglia di Aldo Moro, e dichiarato di notevole interesse storico dalla Soprintendenza archivistica per il Lazio nel 2012”) ma solo nel 2007, e “grazie al finanziamento della Soprintendenza archivistica per il Lazio, è stato possibile effettuare un primo intervento di ricognizione e di descrizione delle serie dell’archivio di Sergio Flamigni”. Con questa ricognizione si è potuta rilevare la portata storica e documentale di questo materiale come spiegato molto bene nella premessa redatta da Ilaria Moroni:
“A partire dalla sua fondazione l’associazione si è fatta promotrice e lavora alla creazione della “Rete degli Archivi per non dimenticare”, che riunisce associazioni, centri di documentazione, fondazioni e istituti che conservino documentazione di interesse contemporaneo relativa al terrorismo, all’eversione politica e alla criminalità organizzata in tutti i loro aspetti sociali, civili e politici. L’obiettivo principale della rete è sostenere e potenziare gli studi sulle dinamiche di democrazia partecipata, di responsabilità civile dei singoli e dei gruppi, di convivenza civile e sviluppo democratico, attraverso la diffusione di una solida cultura della memoria, collegata alla promozione di una cultura della documentazione, nella consapevolezza che la conoscenza della consistenza dell’apparato documentale sul tema della salvaguardia istituzionale e la condivisione dei criteri di archiviazione possono esaltare la capacità degli archivi della storia recente di essere canale efficace di tutela della memoria collettiva e di consegna di eredità storica alle nuove generazioni.”
Flamigni, nato il 22 ottobre 1925, è un forlivese (con una tempra da far invidia a molti) che non ha mai smesso di chiamarsi comunista sia nella vita quotidiana che nel suo progetto di realizzazione di una società più giusta e egualitaria.
Parlando del suo impegno politico lo definisce così:
“«È bene che i giovani possano costruire il futuro dell’Italia valendosi della memoria e della conoscenza del passato onde evitare le tragedie causate dal fascismo, dalla guerra e dal terrorismo. La memoria storica può costituire un patrimonio di sapienza e di forza per i giovani che intendono operare e lottare per un futuro in cui sia possibile conquistare pace e lavoro nello sviluppo della democrazia». Sergio Flamigni”
Chi ha avuto modo di incontrarlo personalmente partecipando alle sue iniziative pubbliche si aspettava (come nel caso di Gramsci viste le cose importanti che documentava, anche, attraverso i suoi libri) un omone, invece ha dovuto ricredersi perché si è trovato davanti una persona minuta che con il suo modo gentile entrava in scena spiegando agli interlocutori le sue inconfutabili scoperte e, soprattutto, utilizzando parole semplici, dava modo a tutti di capire… scopo e insegnamento della sua cultura comunista.
Noi di iskrae vogliamo fargli sapere, anche in questo modo insolito, che qualcuno vuole raccogliere il suo testimone e proseguire il suo umile, rispettoso e corretto insegnamento, la sua lotta contro gli insabbiatori, i detrattori e i revisionisti (che sono ancor oggi in agguato) per dare modo alle future generazioni di avere un’onesta ricostruzione di quanto avvenuto.
Un sincero e affettuoso augurio di buon compleanno Sergio per i tuoi 90anni.