Michele Crudelini
Il pericolo circa l’utilizzo dei dati personali da parte di Facebook sembra ormai rientrato. Una due giorni di pentimento davanti al Senato degli Stati Uniti insieme alla nuova esplosiva situazione mediorientale, hanno distolto l’attenzione mediatica e dell’opinione pubblica dallo scandalo che ha coinvolto Facebook e il suo fondatore Marck Zuckerberg.
Le scuse di Facebook e il ritorno apparente alla normalità
“È stato un mio errore, ho sbagliato e mi dispiace. Ci hanno detto che avevano cancellato e smesso di usare i nostri dati. Credergli è stato chiaramente un errore, avremmo dovuto controllare”. È bastato questo mea culpa, pronunciato da un giovane ragazzo ben vestito per l’occasione, per far tornare tutto alla normalità. Anche le azioni del colosso americano hanno ripreso tranquillamente a salire e viaggiano oggi sul + 0.4%. Segno che anche i mercati credono nella scarsa influenza del recente scandalo sul ruolo di Facebook nel futuro.
Il social network rimarrà il protagonista delle vite virtuali di 2 miliardi di persone nel mondo ancora per moltissimo tempo. Una posizione da protagonista che il social network intende consolidare con gli strumenti tecnologici più all’avanguardia. Strumenti che, però, rischiano di distruggere la privacy e il libero arbitrio delle persone in maniera molto più diffusa rispetto al recente scandalo di Cambridge Analytica.
Un documento riservato che rivela i futuri piani di Zuckerberg
Il giornale investigativo americano The Intercept sarebbe infatti venuto in possesso di un documento di Facebook classificato come “riservato”. “Il recente documento delinea un nuovo servizio pubblicitario che espande il modo in cui il social network vende l’accesso delle aziende ai propri utenti e alle loro vite: invece di offrire agli inserzionisti la possibilità di indirizzare le persone in base ai dati demografici e alle preferenze dei consumatori, Facebook offre invece la possibilità di indirizzarli in base a come si comporteranno, a cosa acquisteranno e a cosa penseranno”. Bisogna fare attenzione in questo caso al tempo futuro che non è utilizzato a caso. Questo nuovo servizio permetterebbe infatti a Facebook di prevedere i gusti e le preferenze degli utenti nel futuro.
Fantascienza? Complottismo? Non proprio. Questo “servizio” innovativo si baserebbe infatti sull’utilizzo dell’intelligenza artificiale, sviluppata all’interno del programma “FBlearner Flow”. Nato nel 2016 questo programma permette di “utilizzare il potere delle machine learning (intelligenza artificiale che auto-apprende) per concedere all’utente un’esperienza unica e personalizzata”, spiega lo stesso Facebook in una nota. In pratica si tratta del solito meccanismo di combinazione di dati ed elaborazione algoritmica che permette di risalire al gusto dello specifico utente e adattare così l’interfaccia del social network alle preferenze personali.
Facebook potrà interferire sul libero arbitrio delle persone
Il problema è che queste machine learning, che in pratica si auto sviluppano, avrebbero raggiunto ormai un livello evolutivo talmente elevato da riuscire a prevedere quali saranno i pensieri e le esigenze di un singolo utente. Questa nuova “conquista” tecnologica, come spiega The Intercept, “permetterebbe alle compagnie di individuare potenziali consumatori sulla base di decisioni che loro non hanno ancora preso. Questo potrebbe potenzialmente dare a parti terze l’opportunità di cambiare con anticipo il percorso futuro del consumatore”.
Quindi non solo questo nuovo “servizio” permetterebbe alle aziende private di fare previsioni più dettagliate sulle future vendite, ma consentirebbe di alterare i futuri gusti dei consumatori. Per fare un esempio, se la machine learning scopre che l’utente Giulio di Padova avrà bisogno di uno smartphone Samsung tra qualche mese, ecco che gli inserzionisti Iphone potrebbero bombardare l’utente al fine di dissuaderlo dall’acquisto del prodotto di concorrenza.
Un esempio che può essere pericolosamente allargato a scelte molto più personali, come quelle elettorali. Mentre Cambridge Analytica però adattava il messaggio in base alla preferenza politica dell’utente nel presente, con il nuovo metodo si possono avere previsioni attendibili sulle scelte elettorali nel futuro e orientarle di conseguenza. Questa scoperta mette davvero in pericolo il libero arbitrio delle persone. Un principio che nemmeno le religioni più intransigenti si erano mai sognate di intaccare. Le scuse di Zuckerberg al Senato non sono dunque nient’altro che un modo per calmare le acque in vista della nuova tempesta.
Apr 17, 2018