DANILO TOSARELLI MILANO
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Sabato 21 marzo, poco prima di mezzanotte, Conte ha annunciato le nuove misure per il contenimento del Coronavirus.
Un orario insolito, simbolico, per sottolineare la gravità del momento.
Sarà in vigore sino al 3 aprile 2020.
FINALMENTE LE DECISIONI CHE TUTTI ASPETTAVAMO.
Chiuderanno tutte le attività produttive non strettamente necessarie.
Sarà la stessa cosa per i cantieri, tranne quelli che stanno provvedendo a lavori non rinviabili.
Finalmente si elimineranno i rischi generati dalle tante persone che finora hanno proseguito il lavoro.
Lavoro non indispensabile, che però creava maggior mobilità e naturali assembramenti tra i lavoratori.
Non sono stati pochi i casi di contagio, segnalati per questi motivi.
Dove possibile si potrà lavorare da casa, altrimenti attività ferme e lavoratori in Cassa integrazione.
UN GRANDE SALTO IN AVANTI E’ STATO FATTO.
IL PASSO SUCCESSIVO POTREBBE ESSERE IL COPRIFUOCO.
Continueranno quelle attività utili a produrre e distribuire i beni necessari al nostro sostentamento.
Sono il minimo comune denominatore per garantire una vita ancora minimamente normale.
Adesso però, bisogna vigilare affinchè vengano rispettate le norme previste nei luoghi di lavoro aperti.
Non si possono vedere supermercati anche di grandi catene, ancora privi di barriere protettive in plexiglas.
Il banco assistenza clienti e le casse non protette, espongono gli addetti a possibili contagi.
E’ di qualche giorno fa la notizia che in un supermercato di Mestre, una cliente ha tossito in faccia ad una cassiera.
Era positiva al coronavirus ed ora la cassiera è in isolamento.
Non si possono vedere operatori, ognuno con una mascherina diversa dall’altra.
Segno tangibile, che il datore di lavoro non fornisce loro i previsti DPI, dispositivi di protezione individuale.
Sottovalutazioni colpevoli che non possono essere giustificati.
Sono molte le grida d’allarme che arrivano dai luoghi di lavoro, dove i lavoratori si sentono a rischio contagio.
E’ indispensabile intervenire, moltiplicando i controlli e denunciando i datori di lavoro.
La Lombardia rimane la regione italiana più colpita dal coronavirus.
Adesso tutte le misure più stringenti sono state messe in campo.
Ognuno ha fatto la sua parte, Governo, Regione, Comuni.
Non servono ora, polemiche politiche sterili dei ritardi accumulati.
Adesso, occorre l’impegno ed il sacrificio di ogni cittadino nel rispettare i divieti imposti.
Purtroppo l’italiano medio è un indomito paraculo, capacissimo di insinuarsi in ogni piega del sistema.
Sono ad oggi, decine di migliaia le denunce perpetrate nei confronti di furbi ed opportunisti.
Ecco perchè andranno rinforzati i controlli sul territorio.
I sanitari stanno facendo uno sforzo straordinario per curare i nostri malati.
I cittadini dovranno fare il sacrificio di restare in casa.
Le Forze dell’Ordine dovranno controllare che la mobilità sia ridotta al minimo e sempre giustificata.
Naturalmente, per svolgere questi delicati compiti è indispensabile un elemento essenziale.
Camici e divise devono poter lavorare in sicurezza.
FINO AD OGGI NON E’ STATO COSI’.
Lo straziante numero di malati e vittime tra sanitari e medici, si sta sommando agli operatori in divisa.
Anche tra le Forze dell’Ordine aumentano i contagiati e qualcuno inizia a lasciarci le penne.
SI LAVORA TROPPO SPESSO SENZA DPI ADEGUATI. Un vero e proprio crimine.
E’ una situazione che grida vendetta ed è umiliante per l’intero Paese.
Anche io indosso un divisa, quella della Polizia Locale di Milano.
Voglio rivolgermi ai miei colleghi ed a tutti coloro che indossano con orgoglio una divisa o un camice.
NON BASTA LA GRANDE GENEROSITA’ E LO SPIRITO DI SACRIFICIO A SCONFIGGERE IL CORONAVIRUS.
Occorre affrontarlo con le armi giuste, tutelando chi lo sta affrontando in prima linea.
Il rispetto della nostra salute non può essere messo all’ultimo posto.
Una grande questione che sta emergendo con forza e che fino ad oggi è rimasta sottotraccia.
Per evitare che possa crescere fra la cittadinanza, un senso di smarrimento e di paura.
Il medico, l’infermiere, l’operatore delle Forze dell’Ordine, devono trasmettere sicurezza al cittadino.
Non può essere che il tuo salvatore, il tuo angelo custode, possa essere più fragile di te.
Non può essere che possa ammalarsi e persino morire mentre ti cura e ti sta vicino.
Nell’immaginario collettivo, tutto ciò può risultare dirompente.
Ecco perchè i media hanno evitato il più possibile di parlarne.
Questa contro il coronavirus è ormai una guerra.
Chi sta al fronte va protetto.
Governo, Protezione Civile, organismi e direzioni preposte, devono attivarsi e rimediare a questo grave ritardo.
Qualcosa finalmente si sta muovendo, spero si muova nel verso giusto.
Il senso del dovere di chi indossa un camice o una divisa, può solo suscitare ammirazione e riconoscenza.
Lo dico da cittadino.
Credo però, che nessuno di noi possa chiedere di barattarlo con il sacrosanto diritto alla salute.
Torno ad indossare la mia divisa.
Credo che nessuno di noi ambisca ad essere un super eroe, perchè vi è in noi consapevolezza dei propri limiti.
Proprio per questo….nessuno di noi vuole diventare un martire.
NON CE LO MERITIAMO.