di Gianni Barbacetto
Indagato anche il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, per turbativa d’asta, nella vicenda dei camici e altre protezioni sanitarie chieste con affidamento diretto, senza gara, dalla Regione alla società Dama spa, controllata dal cognato di Fontana, Andrea Dini, e (al 10 per cento) da Roberta Dini, moglie di Fontana.
Il presidente ha sostenuto che la fornitura da oltre mezzo milione di euro fosse una donazione gratuita dell’azienda del cognato. Ma i pm Paolo Filippini, Luigi Furno e Carlo Scalas, coordinati dal procuratore aggiunto Maurizio Romanelli, hanno appurato che la fornitura in conflitto d’interessi era stata avviata il 16 aprile 2020 e consolidata con regolari fatture emesse dalla Dama spa a partire dal 30 aprile.
La situazione ha avuto una svolta soltanto nel mese successivo, dopo che un giornalista della trasmissione televisiva Report aveva cominciato a fare domande sull’operazione: il 20 maggio la fornitura da 513 mila euro viene trasformata in donazione, e le fatture sono di fatto cancellate da note di storno.
Ieri è stato interrogato Filippo Bongiovanni, il direttore generale (dimissionario) di Aria, la centrale acquisti della Regione Lombardia. È indagato, insieme ad Andrea Dini, per turbata libertà nel procedimento di scelta del contraente. Ieri Bongiovanni, ex ufficiale della Guardia di finanza (“Sono stato in divisa per 26 anni e 22 giorni”) è arrivato a palazzo di Giustizia accompagnato dall’avvocato Domenico Aiello (lo stesso che difende l’ex presidente di Regione Lombardia Roberto Maroni in tutte le sue vicende giudiziarie).
È stato interrogato per tre ore dai pm che indagano sulla vicenda camici. L’interrogatorio è avvenuto al quarto piano del palazzo di giustizia, in una stanza vicina a quella del procuratore della Repubblica Francesco Greco, il quale ha disposto che i cronisti non potessero accedere al corridoio dov’era incorso l’atto d’indagine.
Ha spiegato, Bongiovanni. Ha raccontato meticolosamente tutti i passaggi della fornitura trasformata in donazione, ha ricostruito con atti e documenti i passaggi della procedura. Ha voluto spiegare lo stato d’emergenza in cui Aria e Regione Lombardia si sono trovate a operare nelle settimane più drammatiche della pandemia. Ci ha tenuto a sottolineare l’impegno con cui le strutture regionali hanno cercato di far fronte all’emergenza.
Oggi Bongiovanni è dimissionario, ha lasciato il suo posto dentro Aria ed è convinto di riuscire a spiegare ai magistrati e agli ex colleghi della Guardia di finanza il suo ruolo nella vicenda degli 82 mila camici e altro materiale di protezione cercati affannosamente nei giorni in cui la Lombardia era bloccata dal lockdown, le terapie intensive erano sovraffollate e il virus diffondeva il contagio e mieteva morti. Ora toccherà a Fontana chiarire il suo ruolo nella vicenda.
25 luglio 2020