CANDIDIAMO LA CITTA’ DI BESLAN A PREMIO NOBEL PER LA PACE 2025
BESLAN COSTRUTTRICE DI PACE
Beslan non deve essere dimenticata
Beslan è la Patria di tutte le lacrime delle Madri della Terra
Beslan è il cuore ferito dell’Umanità
Beslan deve continuare, per i Giusti del mondo, a rappresentare il dolore più profondo dell’umanità ferita, dolente, incapace a vivere in pace e a insegnare a non usare l’assassinio di un popolo e dei suoi bambini per finalità politiche
A vent’anni dalla strage del terrorismo internazionale dei bambini, vogliamo proporre la Città di Beslan, la sua popolazione martire, a candidata al Premio Nobel per la Pace
Per riaffermare il No del mondo al terrorismo, per sostenere l’opera di chi ancora aiuta Beslan a guarire dal male spietato dell’eccidio dei suoi bambini
INVITO fortemente a sottoscrivere e far circolare questo Appello, sostenere questa encomiabile iniziativa, come atto di pace, umanità e giustizia.
In questi tempi dove la Memoria è continuamente obliata, frustrata, e spesso mistificata e falsata, questo è un piccolo ma concreto atto di riaffermare il nostro essere tenacemente dalla parte giusta dell’umanità.
Enrico Vigna, portavoce del Forum Belgrado Italia, presidente di SOSYugoslavia/Kosovo Metohija, cofondatore del Centro Iniziative per Giustizia e Verità Italia, già membro del WPC.
L’APPELLO
CANDIDIAMO LA CITTÀ DI BESLAN AL PREMIO NOBEL PER LA PACE 2025
No, nessun dolore al mondo è più forte di questo
Beslan è la Patria di tutte le lacrime delle Madri della Terra
Dal 3 settembre 2004 Beslan è diventato sinonimo di eterno dolore placato dalla solidarietà e dalla condivisione. Una piccola cittadina che, suo malgrado, è divenuta simbolo di coraggio, tenacia, immenso dolore, sofferenza senza fine
La parola Beslan ha assunto il medesimo suono di Auschwitz, Buchenwald, My Lai, Marzabotto
L’immensità del dolore provocato e provato a Beslan non può essere riempito dal suono di nessuna parola. Non c’è in nessuna lingua del mondo un termine che possa tradurre in un suono questo immenso, cupo dolore. Dolore collettivo, dolore di un popolo intero, di una intera comunità. Un dolore che toglie il respiro ed annienta
Beslan è il cuore ferito dell’Umanità. E quelle ferite non sono ancora guarite – forse difficilmente guariranno – ma l’eco della tragedia dei bambini, simile forse solo a quella di Erode ancora risuona nel mondo
Dai tre giorni dell’Apocalisse della Scuola n. 1 BESLAN, con fatica, ha saputo diventare
CITTA’ COSTRUTTRICE DI PACE
I tre giorni rimangono scolpiti nei cuori e nelle menti di milioni di persone di tutte le religioni, di tutte le nazionalità del mondo
Una terribile tragedia si è trasformata in uno straordinario cammino per la Pace. Un movimento che, nascendo da un immenso dolore si è trasformato in un potente, inarrestabile movimento collettivo di Pace
I sopravvissuti, le loro Associazioni civili, i famigliari delle vittime, l’intera comunità di Beslan oggi assumono su di loro la testimonianza dell’energia della vita sulla morte, della Pace sulla violenza del terrorismo
Beslan è una lezione. Una lezione vivente. La lezione della fratellanza, della condivisione, della solidarietà concreta, attiva, praticata nei fatti
I bambini di Beslan hanno insegnato molto al mondo. Hanno insegnato ad essere coraggiosi, ad affermare la vittoria del Bene sul Male, della Vita sulla morte.
A gridare la Pace.Oggi Beslan è sinonimo di Pace e convivenza, tolleranza ed accoglienza
Una città che contribuisce straordinariamente alla affermazione di un mondo basato sui valori di Pace, fratellanza e condivisione
Per questi motivi NOI cittadini dei più diversi Paesi del mondo, firmatari del presente appello, chiediamo di conferire alla Città di Beslan il Premio Nobel per la Pace
Sul sito internet http://beslannobelperlapace.org dove è possibile sottoscrivere l’Appello
«CANDIDIAMO LA CITTÀ DI BESLAN AL PREMIO NOBEL PER LA PACE 2025»
NORWEGIAN NOBEL COMMITTEE
BESLAN I DATI DELL’IMMANE TRAGEDIA
Secondo i dati ufficiali le persone prese in ostaggio al momento dell’assalto del gruppo terroristico alla scuola erano 1.116. Di queste, 17 adulti di sesso maschile vengono uccise dai terroristi nella scuola il primo giorno della cattura come vendetta per l’abbandono delle trattative da parte del Governo, mentre altre 3 verranno uccise lo stesso giorno nelle adiacenze dell’edificio scolastico. Degli ostaggi rimanenti 284 rimarranno uccisi a causa dell’esplosione delle bombe piazzate dai terroristi nei locali della scuola e del successivo intervento volto alla loro liberazione. 13 persone moriranno nei giorni immediatamente seguenti la liberazione della scuola a causa delle ferite riportate.
Il 3 settembre 2 soccorritori vengono uccisi durante il tentativo di recuperare i corpi delle vittime del 1 settembre. Lo stesso giorno sono 10 le persone appartenenti ai Corpi delle Forze speciali russe che perdono la vita nell’assalto per la liberazione degli ostaggi, 3 civili vengono uccisi in quei frangenti ed 1 muore nei giorni seguenti a causa delle ferite riportate.
Numero complessivo delle vittime: 334 delle quali 186 bambini di cui 9 in età prescolare.
Scolari della prima classe 18; della seconda classe 15; della terza classe 21; della quarta classe 21; della quinta classe 16; della sesta classe 28; della settima classe 13; dell’ottava classe 13; della nona classe 22; della decima classe 9 ed 1 dell’undicesima classe.
In 66 famiglie sono morte da 2 a 6 persone. 17 i bambini rimasti completamente orfani. 810 persone hanno riportato ferite più o meno gravi (ostaggi, appartenenti alle Forze Speciali, FSB, MCS (Ministero delle Emergenze), MVD (Ministero degli Interni) ed Esercito, 479 delle quali bambini (44 in età prescolare)
Feriti gravi 163 di cui 97 bambini (6 in età prescolare). 72 bambini sono rimasti invalidi permanentemente assieme a 69 adulti. Infarti, suicidi, traumi psichici permanenti …