L’ex giudice istruttore racconta “La Bestia”
di Giorgio Bongiovanni – Video-intervista all’interno!
Carlo Palermo, già giudice istruttore presso il Tribunale di Trento (prima) e di Trapani (poi), ha scritto un libro (La Bestia-ed. Sperling & Kupfer) in cui ripercorre diversi accadimenti che lo hanno visto protagonista anche in prima persona. Palermo, oggi avvocato, è infatti un sopravvissuto di quella strage del 2 aprile 1985, anche nota come strage di Pizzolungo, che lo vedeva come obiettivo e che spazzò via le vite di Barbara Rizzo, 30 anni, e dei suoi figli, i gemellini Salvatore e Giuseppe Asta, di appena 6 anni.
A 33 anni di distanza la richiesta di verità e giustizia su quel delitto è ancora forte ed è più che mai necessario comprendere ciò che è avvenuto in merito a questa storia. Una vicenda che ha segnato profondamente Carlo Palermo il quale, anche dopo aver lasciato la magistratura nel 1990, non ha mai smesso di indagare sui rapporti tra mafia e Stato. Anche se per l’attentato sono stati condannati i boss mafiosi, appare evidente che a voler eliminare il magistrato non fosse solo Cosa nostra. Di questo abbiamo parlato direttamente con Carlo Palermo, affrontando le tematiche del libro ma anche altro.
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Avvocato Palermo, lei è stato autore del libro “Il quarto livello”. Come si è arrivati alla nuova pubblicazione, “La Bestia”, in cui, in maniera significativa, cita anche l’Apocalisse?
Nel “Quarto livello” (prima pubblicazione nel 2002) indubbiamente io ebbi delle notevoli intuizioni su un fatto che all’epoca era sottostimato, ossia l’importanza del subentrare dell’integralismo islamico nelle problematiche italiane oltre che internazionali. Allora questa riflessione fu per me determinata dalla presenza, constatata nella mia inchiesta di Trento, dell’importanza fondamentale degli arabi nelle forniture di droga, nella destinazione di armamenti in svariate necessità politiche e militari di popoli del Medio Oriente, nelle forniture petrolifere e nell’attentato al Papa che aveva previsto la presenza del Turco Ali Ağca. Tutte queste presenze, manifestatesi e accresciutesi dopo la caduta del Muro di Berlino, già a quell’epoca mi fecero ponderare in termini essenziali l’importanza dell’integralismo islamico nel processo di formazione dei nuovi equilibri. Poi quello che è accaduto di fatto nel 2001 non è stato altro che l’effetto estremizzato di fatto di ciò che in realtà io avevo ipotizzato nella lettura precedente. Quello che è avvenuto invece nel periodo successivo è stato qualcosa di incredibile per me. È stato solo in questi ultimi quattro anni della mia vita che ho compreso praticamente le chiavi di lettura della mia storia, ma anche di quel gruppo di magistrati con cui io fui in contatto dalla fine degli anni Settanta fino al 1985. Personaggi come Ciaccio Montalto o Giovanni Falcone. Sia pur da luoghi diversi stavamo ricostruendo nei suoi frammenti una realtà complessa che non era diversa nelle finalità di indagine di Trento, di Palermo, di Trapani o di Milano. Era sempre la stessa realtà, solo che ognuno di noi seguiva dei filoni che riguardavano degli aspetti, degli imputati o dei personaggi differenti. Noi fummo dei tramiti e degli strumenti di accertamento di quella realtà. E ogni momento in cui taluno di noi si è accostato o ha messo a rischio il disvelamento dei maggiori segreti e delle maggiori ombre che hanno garantito l’impunità di questa regia suprema, ecco che è stato eliminato.
Io nel 1985 ho avuto la fortuna di sopravvivere alla rivelazione di alcuni segreti di Stato e poi, in questi ultimi quattro anni, ho avuto occasione di vedere tutto. Ho visto purtroppo anche scomparire i principali testimoni di quella vecchia storia che ha riguardato la nostra Repubblica. Ho avuto la possibilità di comprendere e capire il filo conduttore che collega tutti questi elementi.
Possiamo dire quindi che lei è un sopravvissuto a quella mattanza di magistrati di quel gruppo. Attraverso le indagini che ha fatto sul suo stesso attentato ha compreso, e questo emerge in modo chiaro dal suo libro, che questi magistrati sono stati seguiti e uccisi da Cosa nostra ma che quest’ultima è stata “braccio armato” di qualcun altro. Come possiamo identificare il mandante delle stragi?
In realtà questo qualcuno è facilmente identificabile. Noi ci siamo posti questo problema quasi vent’anni dopo le ultime stragi che hanno visto l’uccisione di Falcone e Borsellino e tutto ciò che ne è seguito nel ’93-’94, che ha cambiato la nostra storia. Abbiamo cominciato ad intuire e a capire meglio la situazione soltanto nel 2008-2010. Non è stato invece compreso ciò che è accaduto prima, perché i segreti fino ad oggi, a maggior ragione nelle epoche in cui venivano svolte le indagini da quei magistrati che sono stati eliminati, erano sottoposti a segreto di Stato come sono sottoposti a segreto di stato ancora a tutt’oggi dei fatti. In questa ricostruzione si può iniziare dalla strage di Portella della Ginestra del 1947. Oggi ci troviamo a 70 anni di distanza da allora ed ancora si continua a nascondere quello che potrebbe indicare la responsabilità dei mandanti. Chi e che cosa può motivare un tale nascondimento di prove se non i bossoli? Semplicemente i bossoli possono indicare il fatto più semplice, ossia che chi ha sparato non era Giuliano ma era un americano. E tutto questo, a livello storico, indica che la nostra democrazia non è mai nata, perché noi in Italia, quando abbiamo votato per una democrazia costituzionale, l’abbiamo battezzata con una strage che in realtà era diretta e finalizzata a non consentire l’esercizio della democrazia, perché il partito comunista non sarebbe potuto salire al potere. Ciò dimostra che, dalla nascita della Repubblica, il nostro paese risultava carente del principio di sovranità dello Stato. Questo perché l’apparato ‘Stay behind’ e gladio che si è manifestato in Italia nei primi anni ’50 e ’60 riconduceva al controllo territoriale degli Stati Uniti la sovranità sullo Stato italiano.
Ciò significa che il carattere fondamentale dello Stato, ovvero la sovranità sul proprio territorio, in Italia non c’è mai stata per il semplice motivo che essa è appartenuta di fatto al potere militare degli Stati Uniti. Questa è la pura verità è semplice realtà.
Dunque non c’è mai stata una vera democrazia?
Se noi partiamo da questo presupposto e cerchiamo di leggere i fatti avvenuti successivamente, tutto è più semplice.
Si comprende infatti il motivo per il quale Aldo Moro non avrebbe potuto formare il governo con la sinistra, perché il partito comunista non poteva salire al potere. Se fosse andato al governo questo avrebbe significato per il PCI venire a conoscenza di fatti che erano sottoposti a segreto di Stato. Questa è la realtà. Quindi, come per il fenomeno della criminalità mafiosa alla quale si è attribuita tutta la responsabilità su tutti gli episodi che sono avvenuti in Sicilia, non a caso poi proprio per essere etichettati come tali, la stessa cosa è avvenuta per il terrorismo. Si è sempre sostenuto, ad esempio, che le Brigate Rosse da un lato e gli elementi dell’eversione nera dall’altro fossero movimenti di creazione nostrana, cioè un parto delle nostre ideologie. In realtà la loro matrice e regia è stata esterna, cosi che attraverso la conflittualità permanente e il terrore, ciò avrebbe impedito l’ascesa del partito comunista.
Tutto ciò è rimasto in piedi fino al momento in cui è crollato il muro di Berlino. Logicamente anche la caduta del muro non è ascrivibile ad un fatto occasionale. Il muro è crollato intanto perché non è avvenuta l’invasione prevista da parte dell’Unione Sovietica dell’Italia e dell’Europa e quindi, accantonata quell’ipotesi e ridimensionato il fenomeno delle dittature comuniste per l’insuccesso già di per sé manifestato nei loro paesi, si è reso necessario un cambiamento degli equilibri internazionali tale da giustificare il conseguimento della stessa ideologia di potere che vi era prima. Un’ideologia identificabile con gli Stati Uniti e l’Inghilterra. Venuto meno il comunismo e crollata l’Unione Sovietica, questa impostazione ha dovuto richiedere un cambiamento di rotta ed è stato così necessario creare un altro terrore che potesse giustificare il potere sovrastante degli Stati Uniti. E’ stato quello il momento nel quale si è passati dallo stato dell’Europa anteriore al crollo del muro allo stato dell’Europa che è stato tentato tra il ’91 e il ’92 con il battesimo della guerra in Iraq che ha sancito l’inizio della creazione dell’avversario del Terzo Millennio. Invadere quel Paese e fare lo sterminio che è avvenuto a casa di queste persone è stato dilaniante. È stato dilaniante per i bombardamenti e per gli ordigni micidiali utilizzati dagli Stati Uniti. Gli arabi, senza voler giustificare quelle che sono le loro più estremizzate reazioni, sono stati colpiti duramente da lutti e distruzioni dopo quella guerra. Non esiste una famiglia di arabi che non sia stata colpita dal conflitto, dopo che già i palestinesi erano stati segnati dagli ebrei con il sistema di mantenere guerre permanenti e studiate a tavolino già dalla seconda guerra mondiale. È stato vissuto un qualche cosa di programmato e prestabilito terrificante. L’Italia si è trovata a giocare un ruolo decisivo per merito di giudici che, più che in altri paesi, erano riusciti a portare avanti diverse indagini, forse perché il potere giudiziario non ha e non aveva la stessa tradizione che allora aveva in Italia o forse perché c’erano certe manifestazioni di criminalità che in altri paesi sono più affievolite. In Italia infatti mafia, Camorra, ‘Ndrangheta e terrorismo sono fenomeni criminali che hanno via via nel tempo accresciuto anche le capacità di difesa del nostro Stato. I nostri magistrati sono stati veramente bravi nella ricostruzione della realtà. Certamente non potevano immaginare ciò che era scritto nei segreti di Stato. Questo è il problema.
Tornando al suo libro, “La Bestia”, lei fa delle scoperte partendo proprio dal suo attentato. Parte da lì per parlare anche di altre stragi, svelando un filo conduttore. In cosa consiste? Davvero ci sono poteri che addirittura ordinano all’organizzazioni criminali di compire certi atti?
Nel libro io indico dei nomi, ma non sono io che li indico. Questi nomi sono scritti perché Gladio non l’ho ipotizzato o inventato io. Gladio è il nome di un dispositivo e di un’operazione che è stata concepita dai servizi segreti americani. Io poi esprimerò anche su questo determinate ricerche. Gladio proviene dai servizi segreti americani e si rifà a dei concetti di una lettura e di un’impostazione eseguita da loro, per affermare un imperialismo, quello americano, definibile da loro stessi come fondamento del governo mondiale. Un’impostazione di lettura che vede un affievolito potere europeo e un impero paragonabile a quello romano o alla vecchia Chiesa Cattolica. Questa è stata l’impostazione che è scritta dietro la parola Gladio, inventata dagli americani e non dagli italiani. Il fatto quindi che si arrivi, ad un certo punto, ad utilizzare delle figure descritte nella Bibbia come la bestia venuta dalla terra che rappresenta il Comunismo e la bestia venuta dagli abissi identificata dall’integralismo, rimanda a concetti che hanno costituito fonte di ispirazione per gli americani, non per noi che li abbiamo subiti. Noi abbiamo semplicemente assurto a soggetti attuatori di principi legati a finalità di potere degli Stati Uniti e di quell’agglomerato di poteri che, attorno a loro, sono presenti. Non dimentichiamoci la componente inglese che ne è fondamento, quella ebraica e quella trasversale indotta da alleanze che si pongono addirittura in termini di anti-posizione rispetto alle attuazioni politiche e militari. I collegamenti che ci sono a livello massonico sono infatti di gran lunga anteriori rispetto alle attuazioni che si sono verificate con la seconda guerra mondiale e con tutta l’epoca successiva. In pratica, l’impostazione del nuovo sistema di potere del ventesimo secolo, e quindi il passaggio ai nuovi equilibri mondiali, è stato elaborato e studiato già all’inizio del ventesimo secolo. Questo è avvenuto quando sono state prima pensate e create queste forme di potere trasversale. Forme di potere che poi sono state attuate attraverso la prima e la seconda guerra mondiale, attraverso quel mutamento di situazione che si è determinato per forza di cose a seguito dei precedenti equilibri. Quindi, dopo la seconda guerra mondiale, vennero create nel Mediterraneo le due contrapposizioni fondamentali per reggere gli equilibri: il pericolo del comunismo e la questione mediorientale. Venuta meno la prima, è rimasta la seconda questione che poi è stata moltiplicata per se stessa ed è divenuta integralismo islamico. Per farlo vedere e capire ai proprie elettori, gli Stati Uniti se lo sono portati a casa e per farlo è stata creata quell’operazione definita ‘la Bestia’. Il giorno stesso dell’invasione dell’Iraq venne arrestata una persona di origine araba. Non si trattava di un arabo qualsiasi ma del primo utilizzatore del Sentex e delle autobombe. Ne fece tre nel 1973 che lo resero noto e famoso davanti agli Stati Uniti. Questo soggetto venne trovato a Roma, tenuto ben nascosto perché altrimenti avrebbe rivelato il progetto segreto che era stato fatto. Si trattava di un progetto micidiale. Noi con gli americani infatti non ci siamo limitati a fare semplicemente gli esecutori materiali dei loro piani, ma dall’epoca di Moro e poi di Craxi, abbiamo cercato di ritagliarci degli spazi nel Mediterraneo per le nostre posizioni tradizionali che derivano dalla nostra stessa storia. I nostri rapporti con gli arabi non sono solo legati al presente, perché qualche politico di sinistra ha voluto aiutare gli arabi immigrati.
Oggi ci si dimentica della storia e della realtà siciliana. In cui sono arabi monumenti e vestigia storiche. Ci si dimentica del ruolo svolto dalla Sicilia nei millenni. Abbiamo cercato di ritagliarci questo ruolo, perché siamo quasi in Africa e in Palestina. Siamo vicini a loro e quindi non ci si può stupire di questa posizione di amicizia dell’Italia verso di loro. E così sono stati perseguiti prima Moro e poi Craxi. Ora tralasciamo tutte le condotte che possono essere ricongiunte ad altri tipi di attività censurabili sotto altri profili. Va dato loro il merito di aver ricercato degli spazi di manovra con il mondo arabo, cercando di avvicinare e di rendere possibile uno sganciamento dell’Italia dalle alleanze tradizionali con gli Stati Uniti. Quindi sia Moro che Craxi non hanno fatto altro che cercare di discostarsi, di prendere le distanze ed affermare delle posizioni autonome rispetto a questi altri paesi e puntualmente sono stati piegati. Sappiamo bene come è stato sequestrato Aldo Moro e come è stato sacrificato fittiziamente per l’intervento delle Brigate Rosse, mentre invece non è così. La stessa cosa è avvenuta per Craxi con quello che è avvenuto dopo Sigonella e dopo gli appoggi che gli italiani dettero in fin dei conti ad un fenomeno terroristico. Non dimentichiamo infatti che Abu Abbas era un terrorista. Craxi non fece quel passo per difendere un terrorista, ma perché doveva far valere l’Italia rispetto agli Stati Uniti. Queste posizioni qui hanno disturbato profondamente l’America. Poi è stata la volta dell’ultima posizione presa dall’Italia con il Presidente Andreotti che, dopo l’abbattimento del muro di Berlino, ha compiuto un atto rivoluzionario. Lui ha rivelato l’esistenza di ‘Stay behind’ e questo avvenimento è stato un fattore scatenante per quello che è accaduto dopo. La rivelazione di Andreotti è stata letta come un peccato mortale dagli americani. Non dimentichiamo che la nostra Costituzione prevede per la rivelazione dei segreti di Stato almeno 10 anni di reclusione, ma in altri Paesi è prevista addirittura la pena di morte, cioè l’eliminazione fisica. Quindi Andreotti, rispetto ai patti segreti che ci sono stati inculcati e che sono stati presenti nelle nostre situazioni fino al 1990 e al momento di quella rivelazione, avrà avuto le sue motivazioni e i magistrati che premevano, ma politicamente perseguiva la stessa identica finalità che era stata perseguita da Moro e da Craxi. Una finalità che aveva intenzione di realizzare, nel momento in cui avveniva il crollo del muro di Berlino, la possibilità di ampliare la semplice democrazia dello Stato italiano. Purtroppo quella è stata la goccia che ha fatto tracimare, perché in quel momento l’Italia doveva essere punita, perché politicamente non era stata fedele ai patti e nello stesso tempo i nostri magistrati, seguendo le indagini sul terrorismo, la mafia, Mani pulite e i finanziamenti, erano riusciti ad individuare, da nord a sud, le banche e i centri del potere che portavano dritti dritti agli Stati Uniti. Questa è la realtà.
Lei nel libro parla anche della massoneria deviata. Oggi sappiamo che queste grandi organizzazioni criminali come la mafia, il terrorismo, l’integralismo islamico, sono bracci armati. Questo nemmeno all’epoca di Falcone e Borsellino veniva ipotizzato. Falcone diceva che la mafia era una struttura verticistica che al massimo si alleava con altre organizzazioni criminali e invece oggi come si è evoluta la situazione?
Su questi punti non ci siamo trovati d’accordo, perché a quell’epoca abbiamo avuto delle indagini diverse da esaminare. Di fatto la magistratura di Palermo ci era arrivata lo stesso, perché la morfina che veniva portata dalla Thailandia mentre è stato fatto l’attentato a Rocco Chinnici, veniva dall’est o dal Libano e quindi dagli arabi. Quella droga era destinata non solo alla Sicilia, ma anche agli Stati Uniti e a tutta l’Europa. Loro non erano però ufficialmente amici degli arabi, ma come mai questi grandi affari avvenivano dal dopoguerra fino agli anni ’80 e poi dopo, dagli anni ’80-’85, si incrociano con gli affari legati alla cocaina dei paesi colombiani? Guarda caso pure quei paesi sono stati inficiati da dittature contrapposte all’imperialismo americano. Si parla di macro affari che muovono però i soldi di tutto il mondo e, se vengono mossi sempre nello stesso modo, vuol dire che quelli che sono apparentemente nemici poi in realtà a livello occulto non lo sono e quindi se non sono nemici, sono amici. Questi rapporti sono quelli che poi hanno determinato la nostra storia attraverso fondi illeciti che ci sono sempre stati. Attraverso questi scandali avvenuti a livello internazionale oggi lo sappiamo. Le responsabilità della nostra mafia, della mafia turca, di quella marsigliese e di quella di tutti i Paesi del terrorismo mediorientale non sono che semplici ingranaggi e ruote di un meccanismo più globale che riguarda tutti i paesi. Sono gli strumenti di potere che hanno consentito di governare il mondo nel modo in cui siamo stati governati. Questa è la realtà. La massoneria non è altro che una utilizzazione di scorta e di trame che sono state ricercate evocando storie di per sé meravigliose, perché rappresentative della storia dell’umanità. Come nella vita esiste un processo di crescita dalla nascita alla morte, così nella vita dell’uomo e della società esiste uno sviluppo di crescita culturale che è bellissimo. Si è venuta a creare erroneamente una contrapposizione tra tutto quello che c’era prima dell’avvento di Cristo che è considerato sacrilego e quello che è venuto dopo, invece non esistono culture o religioni di serie A ed altre di serie B. La massoneria a livello mondiale studia il sapere, la scienza, come è nata la coscienza e lo studio della creazione e dello sviluppo dell’uomo dall’antichità ad oggi. È accaduto che tutta questa meravigliosa scienza che ha costituito un modello di sviluppo e di crescita dell’uomo dal passato ad oggi, ad un certo punto nel ventesimo secolo è stata utilizzata e strumentalizzata per costituire un modello di ispirazione per governare il mondo. Quindi vi è stata un’utilizzazione distorta per utilizzare quei canali segreti e riservati che sono sempre stati mantenuti come patrimonio universale che ha collegato insieme anche pensieri contrapposti, ma che in questo ultimo secolo e mezzo ha finito per essere utilizzato invece come strumento di potere ispirando azioni che si sono rivelate finalizzate a governare il mondo. Questa è la semplice realtà.
Lei come mai chiede di andare a Trapani dopo lo stop dell’inchiesta a Trento? Di fatto lei costituisce ancora un pericolo per i suoi nemici, quelli di cui parla nel libro che non sono solo Riina o Provenzano. Che cosa temevano che lei potesse fare a Trapani o a Palermo?
Quello che è avvenuto nell’inchiesta di Trento è in qualche modo assai particolare. Quello che io feci esattamente il 30 marzo del 1983, in un’operazione che costituiva il proseguito delle precedenti attività, fu sequestrare gli atti e i documenti che contenevano non soltanto la fotografia di ciò che svolgevano gli americani nel mondo, come i traffici di armi con tutti i paesi. Non era solo ‘Stay behind’ perché la CIA non operava solo in Europa con ‘Stay behind’ o in America Latina con l’operazione Condor. Queste sono solo etichette che si danno a posteriori. Questi sono accordi, ma in realtà si parla di un governo militare, di un governo del mondo. Io purtroppo ebbi in qualche modo l’opportunità di sequestrare dei documenti massonici che allora io non fui in grado di valutare e nemmeno di esaminare, per il semplice motivo che sei mesi dopo venni fermato perché da marzo le indagini progredirono così velocemente che dovetti essere fermato. Per farlo accadde che i servizi mi diressero su Craxi e io, seguendo delle lettere anonime, sequestrai della documentazione che riguardava rapporti della società del Partito Socialista in Argentina durante la guerra delle Malvinas. Quelle circostanze non erano inventate, ma contenevano delle indicazioni precise. Quindi fu naturale per me e per gli organi investigativi dirigerci verso quel settore e individuare anche i traffici e i finanziamenti illeciti che poi sono risultati esattamente gli stessi che sono stati poi scoperti ben 10 anni dopo. Queste sono le ricostruzioni che mi hanno fatto capire ciò che avvenne all’epoca. Questo direzionamento delle indagini verso il Partito Socialista e verso Craxi, che era colui che cercava di prendere le distanze dagli Stati Uniti, non fu altro che un mezzo per mettermi contro questo soggetto e quindi procurargli tra l’altro anche dei disturbi e delle reazioni. Venne distolta quindi la mia attenzione da tutta quella parte principale delle indagini che riguardava gli Stati Uniti. Ecco quindi perché i servizi americani e quella parte dei servizi italiani definita atlantista, mi fecero direzionare sulla parte filo araba. Venni posto in conflittualità con chi in quel momento divenne pure Presidente del Consiglio dei Ministri che tra l’altro era un soggetto che aveva anche delle grosse ambizioni per l’Italia. Quindi la reazione fu quella di fermare quell’inchiesta. Io però avevo delle carte che sono riuscito a capire solamente sei mesi fa, dopo trentacinque anni perché sembra incredibile ma, esaminandone una ad una e ricostruendo passaggio per passaggio le figure e le immagini che sono rappresentate, si trovano i riscontri in Inghilterra, negli Stati Uniti e in Francia. Si trovano i punti di contatto non tanto dei collaboratori di giustizia ma dei documenti ufficiali che indicano che quelle carte lì riguardavano Trapani, Erice e tutte quelle logge massoniche che in qualche modo vennero solo sfiorate nel 1986, quando dopo l’attentato a Trapani vennero scoperte le logge Iside, Osiride e a Palermo altre logge massoniche che individuavano anche dei personaggi sui quali si era posata l’attenzione di Chinnici, di Giovanni Falcone e di altri.
Perché fanno l’attentato a Pizzolungo?
Fanno l’attentato perché queste cose non potevano essere scoperte. Questi misteri rappresentano il patrimonio della massoneria. Può sembrare incredibile ma i riferimenti ad Erice, che purtroppo sotto questo profilo a me dispiace doverlo dire, sono presenti a Trapani. Sono presenti come testimonianza di un’evoluzione culturale che è meravigliosa, perché quel monte davvero può essere inteso come monte sacro. Li infatti sono presenti i primi segni fenici del nostro pianeta, solo che questi segni sono come marchiati dal diavolo. Presentano questi marchi non perché lo dica io, ma perché sono così disegnati dalla storia e dalla morfologia del terreno. È un triangolo quello che è presente a circa 600-700 metri di altezza e ciò che demarca questo triangolo sono delle mura ciclopiche. Ecco l’appellativo del gigante da cui è venuto il nome Ercole ed Erice e la storia successivamente tramandata legata a quel triangolo che rappresenta una piramide. Non a caso ha costituito da sempre una fonte di ispirazione per i poteri occulti che richiamano la filosofia di Pitagora, dei Greci e di quanti successivamente si sono ispirati alla magia, alle ricerche sul macrocosmo e il microcosmo per dare una spiegazione della lettura dell’uomo.
Il fatto che si parli di questo monte addirittura nei libri che sono alla Royal Society in Inghilterra e che sia riportata la sua altezza pari a 666 metri, fa capire che chi lo ha scritto sapeva benissimo che non era così. Questo serviva ad assegnare a quel Monte e a quel triangolo esattamente il significato di assimilazione al diavolo, all’anticristo. Non ci si può meravigliare che al centro di questo triangolo ci sia una piazzetta che si chiama la Loggia o che in passato lì si venerasse Venere e sorgesse il tempio ispirato a questa Dea. Con l’avvento del Cristianesimo di fronte a queste presenze che evocavano quindi la parte più negativa dell’uomo, venne contrapposta la realizzazione di cento chiese nella città. Basta leggere la storia di Erice su google per sapere dell’esistenza di queste cento chiese in un luogo in cui forse ci sono solo qualche centinaio di abitanti. Questo è spiegabile perché ci devono essere delle contrapposizioni tra le credenze anteriori e quelle legate all’avvento del cristianesimo. Questi sono dei fatti oggettivi che vengono assunti dalla massoneria come fonti di ispirazione per celebrazioni effettuate ad esempio ai giorni nostri, come nelle giornate del solstizio d’estate che viene celebrato in una grotta famosa a Pizzolungo, nota come grotta di Polifemo dove all’altezza di un metro e mezzo da terra è stata scoperta nel 2000 questa grotta dove esiste un labirinto simbolo della grande madre. Questo è stato scoperto nel 2000 ma è stato realizzato qualche migliaio di anni fa e viene celebrato nel solstizio d’estate e il solstizio d’estate viene celebrato dalle logge massoniche che sono presenti lì, a Catania e in altre località del mondo. È presente a poche decine di metri dal luogo dell’attentato.
La mafia che è esecutrice di questi attentati, anche del suo, e gli uomini di Cosa nostra che hanno messo la bomba, sono coscienti di eseguire un ordine o un indirizzo?
Io non sono in grado di sapere ciò che può essere solo oggetto di ordini e disposizioni. Di certo quello che posso dire e che ho raccontato su quello che riguarda Erice, è che sono delle realtà credo in qualche modo conosciute alle persone del luogo. Ciò che non è conosciuto è evidentemente tutto l’aspetto criminale che si è creato attorno, ma tra la criminalità e all’interno della mafia vi è sempre stata una consapevolezza della presenza di un determinato livello anche di cultura e di capacità imprenditoriale criminale. Questa consapevolezza ce l’hanno anche i magistrati e si trova negli studi sulla materia. Una cosa è ammazzare o ottenere appalti, un’altra cosa è riuscire ad investire nelle banche e a far girare i soldi nel mondo attorno alle compravendite di armi, armamenti e guerre. Stiamo parlando di livelli che sono separati ma che si intrecciano e che richiedono anche il capro espiatorio in basso, come dice Messina Denaro. Certi concetti vengono esposti quasi come se vengano raccontati e rappresentati da chi queste cose le conosce e sa quelle delineazioni che io ho indicato, perché certe nozioni sono un po’ troppo corrispondenti rispetto a quelle che invece si desumono dall’esame della realtà. Quindi io credo che a determinati livelli le condizioni e le consapevolezze vi siano. Di certo non ci sono parità di connivenze e non ci sono parità di responsabilità. Chi ha voluto dirigere l’Italia verso una democrazia bloccata non è stata la mafia ma sono stati gli Stati Uniti e questo è pacifico. La mafia è stata uno strumento, così come le Brigate Rosse in un certo periodo della nostra storia hanno costituito il mezzo per attuare e rendere possibile il progetto di far governare l’Italia da una democrazia che non fosse pericolosa per i ruoli che erano stati disegnati e previsti in anticipo dai poteri occulti trasversali incentrati negli Stati Uniti e nell’Inghilterra. Non dimentichiamo l’Inghilterra in questa analisi.
Parliamo ora dei passi in avanti che sono avvenuti dopo lo storico processo sulla cosiddetta trattativa Stato-Mafia a Palermo di cui è stato protagonista il dottor Nino Di Matteo, tra l’altro minacciato da Totò Riina nelle intercettazioni in carcere e da Matteo Messina Denaro. C’è stata una sentenza di condanna e per la prima volta uomini di Stato, e questo è un fatto storico, sono stati condannati insieme a uomini di Cosa nostra. È vero che c’è ancora il processo di appello, ma lei che idea si è fatto?
Certamente è stato fatto un passo in avanti. Quello che ho potuto ricostruire sulla base di altri avvenimenti che però si intrecciano, dimostra che vi è stato un patto di Stato ancora prima che venisse creata la nostra carta costituzionale e tutto ciò che è avvenuto nel periodo successivo come ‘Stay behind’ e Gladio è stato fatto per impedire l’ascesa al potere del Partito Comunista. Questo è qualche cosa di oggettivo quindi ciò che ha impedito la realizzazione di queste finalità sono stati il terrorismo e la mafia che nel corso del tempo sono stati strumenti utilizzati per non rendere possibile questo cambiamento. Questa è la pura e semplice realtà. Quindi il fatto di avere rinvenuto oggi delle carte e dei documenti di diversa provenienza e indicazione di banche internazionali che indicano l’esistenza di queste regie occulte, rende tutto questo una realtà che presenta delle costanti come i traffici di droga e di armi fatti dai servizi segreti, presenti in Italia, Francia, Inghilterra e Stati Uniti. Non tutto avviene per caso. Abbiamo avuto in passato patti di Stato anche con terroristi. Il Lodo Moro e il patto fatto con i palestinesi sono ancora sottoposti a segreto di Stato ed è negato dalle autorità di Stato, ma è stato ammesso a cominciare da Aldo Moro che si appellò a questo nelle sue lettere, ma quel patto non si poteva rivelare perché andava contro ‘Stay behind’. Nella storia italiana un segreto chiama l’altro. C’è il segreto di Portella della Ginestra, c’è l’operazione fatta a Lima in Perù, c’è stato il terrorismo dei palestinesi poi ci sono state le leggi in favore dei brigatisti rossi che sono in qualche modo stati trattati in modo particolare. Che cosa è stato fatto per i mafiosi? Ad un certo punto nel ’92 e ’93 quando hanno tentato in qualche modo di ottenere qualche beneficio e si sono per caso molto discostati dai criminali che hanno ucciso e fatto le stragi invece nel terrorismo? Qual è la differenza? Perché deve essere premiale nei confronti di quelli che erano stati mossi da una ideologia politica e non per quelli che poi in fin dei conti sono stati solo esecutori di ordini? È qui che forse da una parte si capisce la motivazione reale del tentativo di ottenere i benefici della trattativa Stato-Mafia, perché ad un certo punto la mafia, intendendo con questo termine l’insieme dei mafiosi catturati, ad un certo punto si è resa conto che ciò che ha fatto si è rivolto contro lei stessa e che certi soggetti depistatori e conniventi con altri, sono finiti in carcere mentre altri no. Anche in questo caso allora che cosa è accaduto? È accaduto che chi ci si è avvicinato è stato punito. Sono stati puniti i magistrati, investigatori, politici ma soprattutto è stata punita l’Italia. L’Italia doveva essere punita, perché aveva cercato di diventare democrazia.
Le stragi di Falcone e Borsellino e quelle del ’93 sono delle stragi anomale, soprattutto quella di Borsellino avvenuta 57 giorni dopo la morte di Falcone. È stato ormai provato che erano presenti servizi segreti e un collaboratore di giustizia, Gaspare Spatuzza, ha detto che c’era un soggetto estraneo a Cosa nostra quando si preparava l’esplosivo, un soggetto che quindi doveva provenire dallo Stato o comunque da poteri forti. È un dato di fatto che però nel 1994, dopo le stragi, abbiamo avuto come Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi che ha governato per 20 anni e oggi il cofondatore di quel partito, Marcello Dell’Utri, è in carcere ed è anche lui condannato in primo grado nella trattativa Stato-Mafia. Oggi l’America ha ancora potere in Italia, queste trattative continuano? Il cordone ombelicale con gli Stati Uniti è stato tagliato?
Io non credo che questi cordoni siano stati tagliati perché i segreti di Stato sono ancora presenti. Quindi continuano queste situazioni fino a che non ci verranno mostrate le carte di Portella della Ginestra fino a quelle di ‘Stay behind’, Gladio e a quelle che riguardano tutti i traffici di armi i Col Moschin e Comsubin. Tutti i magistrati che si sono occupati di questi temi e che hanno approfondito queste strutture si sono trovati di fronte a segreti di Stato. Noi ci troviamo di fronte ad un Paese che teoricamente dovrebbe essere una democrazia, ma che in realtà non lo è perché le linee di demarcazione ci sono state date da altri. Quindi noi possiamo anche cambiare governi, ma se non ci vengono rivelati quelli che sono i patti segreti, le nostre regole risultano viziate. Io credo che noi abbiamo diritto alla verità, perché altrimenti la democrazia non è solo questione di sovranità sul territorio dello Stato ma è anche rappresentatività. Bisogna conoscere per sapere che cosa uno vuole e io credo che ormai siamo a 70 anni dall’inizio della nostra democrazia e che siano maturati i tempi per recidere queste collusioni che tengono concatenati non solo apparati militari, ma anche economici. Sulla base di questi segreti si sono infatti create società che hanno operato in altre strutture non solo italiane. Sappiamo ad esempio che tra la strage di Capaci e quella di Via D’Amelio è avvenuto un fatto fondamentale, ossia lo sbarco del Britannia a Civitavecchia che ha fatto sì che l’Italia da settimo paese dell’economia mondiale venisse retrocesso a quello che è divenuto oggi. Questo evento non è ancora stato capito come fatto che rientra negli avvenimenti del ’92 e, dato che risulta posto in essere in un contesto bancario che ricorre anche nelle indagini svolte sia da Falcone che in quelle svolte da Borsellino sull’agrigentino e i rapporti internazionali connessi alla guerra tra Stati Uniti e Saddam Hussein, gli aspetti bancari che emersero non sono da dimenticare. Non dimentichiamoci lo scandalo della Bnl Atlanta, connesso alle forniture belliche nei confronti di Saddam Hussein. Queste banche sono le stesse banche che poi svolgono un ruolo determinante nelle privatizzazioni che vengono decise esattamente in quel periodo, svolgendo tra l’altro un ruolo in particolare in Sicilia negli anni successivi in quanto vengono divorate le principali banche di Sicilia come il Banco di Sicilia e la Cassa di risparmio delle vecchie Due Sicilie. Questa è la pura e semplice realtà. Tutti questi misteri sono connessi e collegati. L’Italia è stata retrocessa ed è stata punita e noi oggi non facciamo altro che pagare le conseguenze di questa mancanza di democrazia incompiuta.
Secondo lei c’è ancora il rischio che possano accadere delle stragi nel nostro Paese se i suoi colleghi continuano questo lavoro di ricerca della verità?
Si tratta di possibilità che sono reali. Io non escludo assolutamente possibilità di questo genere, perché sono situazioni in evoluzione e quindi sono situazioni che possono esplodere da un momento all’altro, come dopo il periodo delle stragi del 2001 che hanno spostato l’attenzione negli Stati Uniti. Poi improvvisamente l’attenzione si è concentrata su Parigi con il Bataclan e quello che è avvenuto in seguito. Oggi gli equilibri sono instabili e quindi in qualsiasi momento possono costituire nuovamente oggetto di attenzioni e riflettori che possono servire per pilotare questi nuovi equilibri mondiali. L’Italia e la Sicilia sono al centro di tutto questo. Le vicende passate stanno ad indicare che il depistaggio, non era solamente previsto nei manuali. ‘Stay behind’ non è stato praticato solo in Italia ma anche in Vietnam, Afghanistan, Iraq, Iran, nella contrapposizione tra Corea del Sud e Corea del Nord, tra l’Italia del sud e l’Italia del nord. Noi viviamo un percorso già segnato e disegnato. Recitiamo una parte o almeno questo è quello che vorrebbero taluni che noi recitassimo. Oggi è molto difficile essere attori della propria vita ed è ancora più difficile esserlo per uno Stato.
Lo Ior (Istituto per le opere di religione-Banca del Vaticano)
Oggi è più forte la massoneria rispetto al potere del Vaticano? Sono due soggetti separati?
Sono due soggetti separati perché il Vaticano a livello mondiale ha degli avversari di primo ordine. Ci sono anche altre religioni, però non dimentichiamo che il potere temporale della Chiesa è stato sempre presente. La massoneria ha radici più profonde e più antiche, perché rappresenta la storia dell’uomo quindi presenta dei legami e dei collegamenti internazionali anche trasversali molto più ampli. Certamente la Banca vaticana è determinante e istituzioni religiose, personaggi del passato hanno svolto dei ruoli che non sono stati chiariti. Ci sono state, da parte della Chiesa, delle preclusioni per l’accertamento delle effettive responsabilità. Io sostengo che non si dovrebbe fare chiarezza solo per i processi nei confronti dei sacerdoti pedofili, perché ci sono anche vittime di altro genere. Tutti noi abbiamo il diritto di conoscere le verità anche se sono compiute nell’ambito di istituzioni che hanno riferimenti religiosi. Io auspico che si trovino delle soluzioni anche per far emergere sotto tutti i fronti delle verità che sono state tenute nascoste in modo che io non ritengo ammissibile.
In sostanza, dunque, è la massoneria che governa il mondo?
Ne sono profondamente convinto, perché direi che avviene tutto molto bene. L’esecuzione delle disposizioni dal passato ad oggi sembra che vengano disegnate da menti ben organizzate. Sarebbe assai preferibile che non fosse così, però purtroppo molti segni mostrano che le cose avvengono in questo modo.
Info: carlopalermo.net
28 Dicembre 2018