Foto di Alessandro Carlesso
Questo è il testo (privo delle foto che troverete sull’originale cliccando sulle date in rosso) dei compagni di Rifondazione comunista e dei Giovani Comunisti che si sono recati nel Donbass insieme alla Banda Bassotti dove, i musicisti, hanno tenuto spettacoli in solidarietà alla popolazione.
MOWA
Dopo un viaggio lungo e travagliato attraverso la Repubblica di Lugansk a bordo di bus e tradotte militari siamo giunti nella tarda serata di ieri presso uno dei presidi della Brigata Fantasma che ha voluto onorarci di un posto letto nei propri locali e di un pasto frugale in grande spirito di condivisione.
Prima di arrivare abbiamo potuto osservare con i nostri occhi i segni della tragedia della guerra, in particolare a Novosvetlovka, piccolo villaggio incrociato lungo il percorso, ridotto a cumulo di macerie durante i primi mesi del conflitto. I miliziani ci hanno raccontato che in una di quelle tristi giornate le bande naziste del governo di Kiev avrebbero tentato di radunare la popolazione all’interno di una chiesa per arderla viva, non riuscendo nell’intento solo perché incalzate dalle milizie antifasciste novorusse, sopraggiunte in soccorso della povera gente di Novosvetlovka. Alla vista degli occhi commossi e fieri del miliziano che raccontava, non abbiamo potuto non sentirci onorati di poter vivere per i giorni che seguiranno vicini a questi uomini e queste donne in lotta ogni giorno, armi alla mano, per la propria dignità e libertà.
7.5.2015
Giornata all’insegna della solidarietà. In mattinata seguiamo il Comandante Mozgovoy in visita ad un asilo nido e ad una mensa popolare. Due delle molte iniziative promosse dalla rete di solidarietà che la Brigata Fantasma ha voluto creare per “offrire fin da adesso al popolo novorusso prova concreta della società che le avanguardie di classe interne alla Resistenza si propongono di edificare” (queste le parole di Mozgovoy).
Sulla strada verso il primo sito in cui la Banda Bassotti dovrà esibirsi, abbiamo occasione di recarci in un’azienda agricola curata dalla Brigata. Sottratta all’incuria in cui il vecchio proprietario l’aveva lasciata a inizio guerra, l’azienda – gestita secondo metodi solidaristici dagli stessi soldati – assicura rifornimenti alimentari alla Brigata e ad attività come la mensa popolare, rendendole indipendenti dalle “leggi aguzzine del mercato, per non dipendere più né dagli aiuti umanitari, né dai capitalisti”, come tiene a precisare il miliziano che ci fa da guida.
Tornati in pullman facciamo tappa in un ristorante nei pressi di Kirovsk, i cui locali ospitano un presidio di miliziani cosacchi. Questi ultimi ci accolgono calorosamente, offrendoci un sostanzioso pasto caldo e donandoci saluti, abbracci e sorrisi colmi di gratitudine che difficilmente dimenticheremo. Insistiamo per pagare il pranzo appena consumato, ma capiamo presto che nulla possiamo contro l’impareggiabile ospitalità di questa gente. Ci sdebitiamo con le note della Banda Bassotti che qui, e poco dopo in un altro locale, tiene i primi due dei piccoli concerti itineranti che caratterizzeranno il passaggio della carovana in ogni luogo toccato. I miliziani appaiono entusiasti.
E per quanto politicamente possa non valere nulla, vedere al proprio fianco un cosacco ballare sulle note di Fischia il Vento brandendo una sciabola resterà fra le due o tre cose più belle fatte o viste in una vita. Nel pomeriggio giungiamo finalmente alla meta giornaliera: la città di Stakanov. Qui ad attenderci c’è una grande statua di Lenin e un magnifico teatro ricco di opere d’arte risalenti all’epoca sovietica.
Secondo i piani iniziali il concerto dovrebbe tenersi qui ma si decide, invece, di tenerlo presso un parco non molto distante per coinvolgere un numero maggiore di persone. La scelta si rivela azzeccata: una volta giunti al parco, presidiato da una gigantesca statua di Stakanov, decine e decine di persone, ragazzi del posto ed intere famiglie si uniscono al nostro gruppo e, tutti quanti insieme, balliamo e cantiamo sulle note della banda. Nel momento di tornare alla base, saliti sul pullman, vediamo quelle stesse persone salutarci con occhi pieni di amicizia. Il regalo più bello, dopo una lunga giornata di viaggio. La nostra esperienza continua. Sempre più consapevoli di stare dalla parte giusta della Storia.
Appena svegliati conosciamo un gruppo di compagni ucraini arrivati durante la notte. Tutti provenienti dalle regioni occidentali sotto il controllo di Kiev, sono giunti qui dopo aver trovato rifugio e asilo politico a Mosca negli ultimi mesi. Prima di richiederlo in Russia, ci raccontano di aver cercato di ottenerlo in vari paesi occidentali – Italia compresa – vedendosi però puntualmente respinti in quanto “provenienti da un paese perfettamente democratico, come l’Ucraina, dal quale non si capisce perché mai qualcuno dovrebbe desiderare fuggire in cerca di asilo”.
Questa la risposta dell’Unione Europea “culla dei diritti” e Premio Nobel per la Pace a uomini e donne fuggiti dalla disperazione della guerra scatenata dal governo golpista e nazista di Kiev, sostenuto dalle stesse istituzioni europee. Parlando col gruppo di compagni ucraini rifugiati, abbiamo l’onore di conoscere Alexey, giovane militante comunista ucraino, superstite del massacro di Odessa del 2 Maggio 2014 e difensore della Casa dei Sindacati.
Il suo racconto di quel giorno maledetto, dell’orrore seminato dalle milizie naziste e del coraggio dimostrato da giovani come lui, ci commuove profondamente e a stento tratteniamo le lacrime. Prima di trovare rifugio in Crimea, Alexey e i suoi compagni di diverse tendenze comuniste hanno dato vita al più combattivo dei movimenti interni di Resistenza al nuovo ordine di Kiev, giungendo a pagare con la galera e ogni genere di vessazioni la propria conseguenza e dignità di giovani rivoluzionari. Uno di loro combatte oggi nei ranghi della Brigata Fantasma. Il resto della giornata è dedicato per intero al Forum di Solidarietà Internazionalista e Antifascista (Antifascism Internationalism Solidarity) qui organizzato dal Comitato romano per il Donbass Antinazista e dall’Organizzazione Cittadina dei Comunisti di Lugansk. Sul palco dell’auditorium centrale di Alchevsk si alternano per oltre sei ore gli interventi, tutti contraddistinti da alto livello di analisi, di strutture provenienti da tutta Europa. A colpire sono le parole del Comandante Markov, Commissario Politico dell’Unità 404: “la presenza di tanti popoli in quest’aula ci restituisce il senso più vero dell’Internazionalismo Socialista. Il fascismo non appartiene ai popoli. Esso non è che il mezzo più crudele con cui il capitalismo, messo con le spalle al muro, vessa i destini di quegli stessi popoli”. Lieti d’aver preso parte a un momento tanto raro e significativo di confronto internazionalista, assistiamo al grande concerto della Banda Bassotti sulla piazza maggiore di Alchevsk, in vista delle celebrazioni di domani del Giorno della Vittoria.
9.5.2015
Settantesimo anniversario della Vittoria nella Grande Guerra Patriottica.
Svegliati al sorgere del Sole, ci apprestiamo a recarci nel piazzale dove è previsto il concentramento da cui partirà la manifestazione cittadina di Alchevsk per la commemorazione della Giornata della Vittoria sul nazifascismo. Lungo il tragitto incontriamo un popolo in festa, anch’esso diretto verso la nostra stessa meta. Aria di Primavera, festa e orgoglio per essere gli eredi di valorosi uomini e donne che hanno sacrificato la propria vita contro la barbarie, per un mondo più giusto.
Giunti a destinazione incontriamo migliaia di persone già posizionate nei diversi spezzoni che daranno vita al corteo che si terrà da lì a breve. Ne approfittiamo per fare delle foto con dei veterani e alla statua di Karl Marx presente nel piazzale che, nemmeno farlo apposta, si trova accanto a un grandissimo stabilimento industriale dove, con ogni probabilità, negli ultimi decenni gli operai hanno vissuto in maniera drammatica il conflitto capitale-lavoro.
Partito il corteo ci indirizziamo verso la prima tappa: un parco, grande e ben curato, ricco di monumenti in ricordo dei caduti sovietici. Qui abbiamo la possibilità di deporre un fiore, regalatoci da una signora visibilmente commossa per la nostra solidarietà internazionalista, al monumento principale, già ricco di fiori e corone.
Lasciato il parco ci rechiamo verso la piazza principale della città. Lungo il percorso scandiamo canzoni partigiane e comuniste e le persone che incrociamo ci riempiono di abbracci, sorrisi e lacrime di commozione e gioia. Ciò ci rende orgogliosi per quanto di importante stiamo compiendo.
Arrivati nel grosso piazzale, dove ci attende un’enorme statua di Lenin, continuiamo a rimanere in contatto con la popolazione locale che ci omaggia di saluti a pugno chiuso e chiede di fotografarsi insieme a noi. Ovviamente, non ci tiriamo indietro.
Verso ora di pranzo i Bassotti tengono il concerto in piazza dove migliaia di persone ascoltano curiose e contente il gruppo musicale romano.
Dopo esserci rifocillati, i cosacchi ci invitano a passare il pomeriggio a Stakanov insieme a loro.
Passiamo una splendida giornata insieme a questi valorosi compagni miliziani fino al tramonto, quando il cielo si illumina di fuochi d’artificio per concludere i festeggiamenti della Giornata della Vittoria.
Prima di tornare in presidio ci fermiamo presso una base cosacca dove alcuni compagni tengono collegamenti via skype per due iniziative che si stanno svolgendo in Italia.
Arrivati al presidio condividiamo cibo e acqua prima di andare a dormire. Con spirito di solidarietà e fratellanza, viviamo assieme gli ultimi minuti di questa lunga e intensa giornata.
10.5.2015
Siamo giunti all’ultimo giorno, quello della partenza.
Passiamo la mattinata a ripulire i locali che i miliziani, a cui regaliamo cibo, stecche di sigarette e altri beni, ci hanno messo gentilmente a disposizione. Prima di salire sul pullman abbiamo modo di fare gli ultimi saluti a tutti coloro che ci hanno ospitato e di lasciare aiuti umanitari a loro e alla popolazione locale.
Alle 13, dopo aver fatto una foto di gruppo sotto la statua di Lenin, partiamo per il lungo viaggio che ci porterà a Rostov sul Don (Russia), dove sono previsti i nostri voli. Lungo il tragitto abbiamo ancora modo di vedere gli effetti della guerra e il sentimento antifascista e sovietico di cui trasudano i monumenti e i manifesti che osserviamo.
Tanti pensieri ci affollano la mente: sconforto e rabbia per le condizioni in cui versa la popolazione colpita dalla guerra; ammirazione per i miliziani e il personale di supporto che tanto stanno facendo per la pace, la giustizia e la libertà della propria terra; gioia per quegli attimi di felicità che, nel nostro piccolo, siamo riusciti a donare a tutti coloro che abbiamo incrociato in questo importante cammino. Pensiamo che azioni come queste siano le basi su cui debba ripartire un movimento antimperialista per la pace. Non assistenzialismo, cattolico e borghese, ma solidarietà attiva internazionalista che non si conclude con un piccolo gesto ma è solo una tappa di un lungo percorso fatto di azione politica quotidiana, volta, innanzitutto, a rompere il muro della menzogna e dell’indifferenza mediatica nel nostro paese. Quello che abbiamo vissuto sulla nostra pelle in questi giorni ci segnerà per tutta la vita e questo ricordo ci darà linfa per la nostra lotta di classe. Contro il capitalismo e la sua massima e più spietata espressione: il fascismo. Sempre.
Promemoria
Ci sono cose da fare ogni giorno:
lavarsi, studiare, giocare,
preparare la tavola,
a mezzogiorno.
Ci sono cose da fare di notte:
chiudere gli occhi, dormire,
avere sogni da sognare,
orecchie per non sentire.
Ci sono cose da non fare mai,
né di giorno né di notte,
né per mare né per terra:
per esempio, la guerra.