A noi le statistiche ci servono per ragionare non per consolarci e scaricare le responsabilità: 47 positivi su 60, di cui in questi giorni 16 sono morti, sono troppi e come minimo mettono in rilievo una non adeguata applicazione delle misure di prevenzione e di contenimento del contagio del virus nella struttura assistenziale di Lari.
Queste strutture dovrebbero servire ad aiutare chi è rimasto solo e non essere una soluzione per le famiglie costrette a ritmi frenetici per vivere che, non sapendo come fare, spesso portano in queste strutture i propri cari che fanno pagare rette da capogiro.
Una società che non sa prendersi cura dei propri anziani è un modello di società che ha esaurito il suo ossigeno di progresso, è una società malata gravemente di profitto. Si poteva evitare questa pandemia da virus? Forse no, ma una sanità pubblica non ridotta allo stremo dai tagli economici fatti e non sottomessa alle case farmaceutiche, avrebbe sicuramente limitato al minimo i morti e i contagi.
Morale: anche alla casa di riposo di Lari ci sono persone che da mesi sono sotto sequestro senza poter ricevere visite e spesso neanche telefonare. Molti/e di loro sono morte senza neanche vedere per l’ultima volta i propri famigliari, non hanno potuto ricevere un bacio, una carezza, un sorriso o una stretta di mano.
Tutto ciò è anche il frutto dei processi di privatizzazione e aziendalizzazione basati sul risparmio dei costi nella sanità e nella cura della persona in questo come in tanti altri servizi. Insomma se lavori, rendi e consumi ok, se no puoi anche morire.
Comunisti per Casciana Terme Lari