Scoppia la bomba. Il brigatista Valerio Morucci faceva parte dei Servizi segreti. La maxi notizia viene fuori nel corso di una delle audizioni della commissione parlamentare sul caso Moro, e a darla è il presidente, Giuseppe Fioroni, il quale annuncia: “Nel 1990 Valerio Morucci era un collaboratore del Sisde”.
Peccato che quella bomba sia un tric trac, o poco di più. Da molti anni ormai era a nota a non pochi la militanza doppia di Morucci, Bierre e Servizi. Esattamente sette anni fa, in un’inchiesta titolata “Brigate Rossonere” e uscita ad ottobre 2010, la Voce dettagliava i rapporti di Morucci con i Servizi ed in particolare con un pezzo da novanta, Mario Mori.
Ma ricostruiamo i fatti, a partire dall’ultima audizione davanti alla commissione Moro. A deporre c’è un personagigo storico delle Bierre, Adriana Faranda. Arrestata nel 1979, uscì dal carcere 15 anni dopo, nel 1994, da ‘dissociata’.
PARLA ADRIANA FARANDA
Ecco un fresco report di Rai News 24, datato 20 settembre, e scarsamente attenzionato dai media: Corsera e Repubblica, tanto per citare due autorevoli testate, non ne parlano.
“Nel 1990 – esordisce la notizia – il brigatista Valerio Morucci era un collaboratore del Sisde. Lo rende noto il Presidente della Commissione Moro, Giuseppe Fioroni, che sostiene di avere le carte del Sisde che comprovano questa tesi. Fioroni, durante la terza audizione di Adriana Faranda, brigatista ed ex compagna di Morucci, afferma: ‘Al tempo del secondo ritrovamento di via Montenevoso, il Centro Sisde trasmise il 3 novembre 1990 alla direzione dei servizi del Sisde una serie di valutazioni di Valerio Morucci che all’epoca collaborava col servizio. Morucci collaborava col Sisde e il 3 novembre 1990 trasmisero una serie di valutazioni di Morucci sulla vicenda di Montenevoso’”.
Continua il report: “Faranda si limita a replicare: ‘Detta così mi sgomenta’. Fioroni insiste: ‘ Questo c’è scritto nelle carte. Se vuole gliele trasmetto’. Faranda: ‘Sarà stato che qualcuno gli ha chiesto una consulenza. Non mi pongo la domanda…’. Qualche minuto dopo Fioroni torna sull’argomento. ‘Scrivendo Morucci in qualità di collaboratore, consulente, persona informata sui fatti con il Sisde…’. Faranda ribatte: ‘ Non ne ho la minima idea’”.
Ecco ancora un passaggio riportato da Rai News 24: “Ad un parlamentare che afferma la tesi secondo cui anche il difensore di Faranda, l’avvocato Tommaso Mancini, fosse legato ai servizi segreti, l’ex brigatista risponde: ‘Allora rinuncio…’. Ad un parlamentare che subito dopo sostiene la tesi secondo la quale Adriana Franda, da ricercata, mise la testa in una macchina della polizia, l’ex terrorista risponde: ‘No, assolutamente. Mi sento circondata… Posso dire che l’avvocato fu scelto da mia madre, disperata e convinta che fossi innocente. Chiese consiglio a mio padre, che era a sua volta avvocato. Mia madre non era dei servizi’”.
E poi, ancora: “’Io e Morucci – spiega Faranda – avevano come avvocato difensore Tommaso Mancini. Cambiai difensore dopo l’arresto di Maccari, perchè io confermai che Maccari era il quarto uomo e qui scattò l’incompatibilità perchè Mancini era anche il legale di Maccari’”.
Sono alcuni dei passaggi della terza verbalizzazione. Di non poco valore, comunque. Faranda, infatti, cade dalle nuvole quando sente parlare del suo ex compagno doppio, nella vita e nella politica, come di qualcuno vicino ai servizi: un collaboratore, un consulente o che?
MORUCCI, L’UOMO DI TUTTI I SERVIZI
Peccato che la storia sia nota da molto tempo.
La Voce realizzò nel 2010 un’inchiesta che partiva da un periodico d’area fascista ed ispirato dall’allora sindaco di Roma Gianni Alemanno, Theorema, per arrivare a un formidabile tandem che operava in quella struttura redazionale, del resto vissuta pochi mesi: l’ex super capo dei Servizi, Mario Mori, fianco a fianco con uno dei ‘collaboratori’ di punta, Valerio Morucci. Incredibile ma vero. E come ciliegina sulla torta anche un ordinovista di peso, Loris Facchinetti. Per la serie: attacco a tre punte, Bierre a sinistra, Ordine Nuovo a destra per la regia dei Servizi! La quadratura del cerchio.
Osserva un avvocato romano: “E’ la riprova che le Brigate rosse erano eterodirette e sono state infiltrate fin dall’inizio. Del resto era la terapia storicamente consigliata da uno che di terrorismo e servizi se ne intendeva bene, come Francesco Cossiga: la prima cosa da fare è infiltrarsi”.
Conferma un collega partenopeo: “Il caso Moro ma anche il caso Cirillo sono la prova del super ruolo giocato dai Servizi. Anche in quel caso il regista del rapimento, sul fronte brigatista, fu l’ideologo Senzani, che aveva buoni rapporti con i servizi segreti”.
E poi la sintesi di entrambi: “in moltissime vicende Brigate rosse da un lato, camorra e mafia dall’altro, sono state la manovalanza dei Servizi, che hanno affidato loro gli affari sporchi da sbrigare. Tant’è che restano a volto regolarmente coperto i mandanti di quasi tutte le stragi, dove sono stati assicurati alle galere in alcuni casi gli esecutori, mai i mandanti, i colletti bianchi che agiscono sempre dietro le quinte e sui quali mai si alza il velo”.
Tornando a Morucci, nella sua story a quanto pare fanno capolino non solo i servizi di casa nostra, ma anche quelli israeliani. Ecco cosa nel 2010 scrisse la Voce, riferendo il commento di un docente dell’università di Trento: “Anche Renato Curcio ne parlava. Parlava di richieste di incontri da parte del Mossad. Sarebbero avvenuti a Roma, presso fermate di autobus. Ci sarebbe stato, fra gli altri, anche Morucci”.
TRA FIORONI E VIOLE MAMMOLE
Torniamo a quel Theorema. Spunta appunto nel 2010, quando Alemanno – per fornire un supporto ideologico alla sua giunta – pensa bene di dar vita a questo laboratorio di ‘intelligenze’ (sic) per raccogliere il meglio soprattutto a destra ma anche a sinistra.
Direttore del comitato scientifico viene nominato sul campo il generale Mario Mori, cui fa compagnia, all’interno dello stesso comitato, un suo storico collaboratore, il colonnello Giuseppe De Donno, che lo ha affiancato in svariate avventure non sempre gloriose.
Manca all’appello solo il capitano Ultimo, che in quei mesi però affiancava lo stesso Mori come supervisore per la sicurezza a Roma, incarica assegnato ai due proprio dal sindaco Gianni Alemanno. E oggi Fratelli d’Italia pensa a Sergio De Caprio–Ultimo come asso nella manica per le prossime politiche, dopo averlo già votato per la presidenza della Repubblica nella competition con Sergio Mattarella!
In seno alla redazione di Theorema, il responsabile per la politica estera è stato Loris Facchinetti, un pedigree da non poco: missino, Ordine Nuovo, massone, tanto per non farsi mancare niente.
Ma l’uomo di punta nel team griffato Mori era proprio lui: Valerio Morucci. Il telefonista del caso Moro, il compagno di Adriana Faranda.
Che però oggi, immacolata come una mammola, cade dalle nuvole.
21 settembre 2017
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