di: Luciano Scateni
Tirano di fioretto in pubblico e di spada in privato. Lega e 5Stelle gareggiano in doppiogiochismo. Nell’intimità delle stanze segrete stringono patti di non belligeranza per non rischiare la crisi e allo scoperto, nel forsennato presenzialismo radiotelevisivo, accendono il fuoco della rissa, l’uno contro l’altro, per ragioni di mera campagna elettorale. Ogni giorno inventano un pretesto per scambiarsi insulti e dichiararsi di guerra. A turno fanno da pompieri l’Incompiuto Di Maio e il baby dux Salvini. Questi per restare all’attualità, è alla prese con gli attacchi di Fico e Di Battista, l’aspra diatriba del Tav e, per non farsi mancare nulla, con l’atteggiamento pilatesco del governo gialloverde che, unico in Europa, non si pronuncia sul caos del Venezuela, essendo i compari alla guida del Paese uno per Maduro, l’altro per Guaidò. Il retroscena? Aspettano di capire su chi contare per partecipare al banchetto a base di petrolio, ricchezza inestimabile del Paese. Sullo sfondo, rilevante, c’è il pericolo di una spada di Damocle sulla testa del “Ce l’aveva duro” leghista. La spacconata a caldo “processatemi”, dopo il consulto con i suoi legali ha confermato che la paura fa novanta. Teme il sì del Senato all’autorizzazione a procedere e una più che probabile condanna per il gravissimo retato di sequestro di persona, commesso negando lo sbarco ai migranti e al personale della nave Diciotti. Sperando che gli credano, assume i panni del perseguitato: “Non ho commesso nessun reato, ho fatto quanto era nel programma di governo”. Ma davvero? Allora si dovrebbe processare l’intero governo! Insomma è un Salvini infuriato, che in linea con la sua appartenenza onoraria all’Accademia della Crusca, sbotta in un’elegante minaccia: “Se qualcuno continua a darmi del rompicoglioni le cose si fanno complicate”.
Capito qualcosa della disputa tra partner di governo sul caso Tav? Niente. Perché è una faccenda complessa? Assolutamente no. C’è che a immergerla nella nebbia dei forse, dei chissà, sì, no, ma, sono i due contendenti. La Lega: non completarla costerebbe più che continuare i lavori. La galleria è a buon punto, l’opera consentirà risparmi milionari sui costi del trasporto merci. 5Stelle: è un’opera inutile, gli scavi per il tunnel sono a zero, il costo del completamento è insostenibile, sono altre le priorità. La Ue: “Sbrigatevi a decidere e se non lo fate restituiteci quanto abbiamo investito per il Tav”. Dovessero cedere, i 5Stelle perderebbero almeno un 10% di consensi. Dovessero prevalere, avrebbero contro le regioni del Nord, i soci della Lega, Forza Italia e perfino il Pd.
Divorzieranno? Cecile Kienge, ex ministro del centrosinistra, eurodeputata del Pd, a suo tempo insultata perché nera dal ministro leghista Borghezio, perciò condannato, potrà mai condividere il tetto coniugale con il marito Domenico Grispino, fiero di presentarsi alle comunali di Castelfranco Emilia con la lista della Lega? S i tapperà le orecchie per non sentire “Sono persone perbene?” Complimenti mister Grispino, lei sì che se ne intende.
5 Febbraio 2019