Ieri sera, tra le ore 17.30 e le 20.00, contestualmente alla posa della nuova lapide a Giuseppe Pinelli, mani ignote hanno spaccato la lapide a Varalli e Zibecchi in piazza Santo Stefano. Si tratta di un atto non solo codardo, ma di estrema gravità politica, perché quando si tocca una lapide è un po’ come voler uccidere una seconda volta. Viene da dire, sia a Parisi che a Sala: ecco cosa succede a furia di rilegittimare i neofascisti in piena campagna elettorale, candidandoli nelle proprie liste oppure dandogli pacche sulle spalle.
Ovviamente non sappiamo chi siano i responsabili, ma l’assoluta certezza circa la fascia oraria (la lapide è stata vista integra alle 17.30) esclude di fatto ogni ipotesi diversa dalla matrice politica. E questo interroga pesantemente quanti, anche in questa campagna elettorale, strizzano l’occhio a gruppi di estrema destra. E ci riferiamo non solo a quanti candidano dei neonazisti nelle proprie liste e coalizioni, come fa la Lega e Parisi, ma anche a chi lascia fare, come fa il Comune che non interviene per impedire il festival nazi previsto per il 5 giugno, o a chi, come il segretario del Pd, Bussolati, e il candidato sindaco Sala, legittimano i neofascisti presentando libri e dando pacche sulle spalle al candidato sostenuto da Casa Pound.
C’è la complicità e ci sono la superficialità e la miopia, che certamente non sono la stessa cosa, ma che alla fine portano allo stesso risultato. Cioè, al fatto che piccoli gruppi militanti di ispirazione neonazista, neofascista, razzista o antisemita, finora marginali e insignificanti, diventano improvvisamente politicamente appetibili e culturalmente legittimi. E come stupirsi che poi si sentano liberi di fare quello che gli pare?
È finito il tempo delle professioni di antifascismo per mezzo di comunicati stampa. O si passa ai fatti concreti oppure non si è più credibili. E di conseguenza dovremmo concludere che Parisi e Sala sono dei candidati fotocopia anche in tema di antifascismo.
In ogni caso, la lapide a Varalli e Zibecchi tornerà al suo posto. La lapide spaccata è stata messa in sicurezza già ieri sera alle 20.30, grazie al pronto intervento dei lavoratori della RiMaflow, che hanno portato i due pezzi alla fabbrica recuperata di Trezzano s/N, dove si occuperanno di risistemarla.
(Comunicato stampa di Luciano Muhlbauer)
I lavoratori della RiMaflow, che avevano costruito la struttura di sostegno della lapide di Pinelli, si sono messi subito a disposizione, mettendo in sicurezza la lapide spaccata.
Ora la lapide danneggiata si trova alla RiMaflow, dove si cercherà di sistemarla.